Un anno prima, 20/02
Città di San DiegoLe labbra stringono la carne e, in cambio, ricevono gemiti di apprezzamento; le mie mani corrono sul seno lasciato libero e le sue ad alzare il mio maglione per tastare i muscoli che copriva. La lingua lecca, instancabile, per poter imparare a memoria ogni sfumatura del sapore del corpo di Olly e l'erezione scalpita, impaziente, per essere liberata. La sento mugugnare qualcosa e alzo la testa, cercando i suoi occhi, senza smettere di lambire la sua carne come ho sognato per troppe notti: la sua testa è reclinata all'indietro e lascia il suo collo scoperto, inizio a pensare che questa sia la visione più erotica che esista al mondo.
Mia sorella balbetta qualcosa, ma invano, così rallento la velocità dei miei attacchi e le permetto di recuperare un po' di fiato per permetterle di parlare; anche se il suo petto che si muove frenetico sotto le mie mani e la mia bocca è una tentazione troppo grande perché io riesca a resistere a lungo.
«Sergio,»
Mi chiama, portando i suoi occhi nei miei e non riesco a credere alla loro bellezza; sono sempre stati stupendi, ma ora sono semplicemente la fine del mondo con quella patina di eccitazione e lussuria che li anima e li rende più lucidi del normale. Il membro scalpita più forte e, sono sicuro, anche mia sorella ha sentito quanta è forte la mia voglia di lei.
«Dammi di più, ti prego. Voglio di più.»Mi immobilizzo, perdendo il contatto con il suo corpo e rimango a osservare i suoi occhi che mi supplicano per un qualcosa in più che io sogno da praticamente da sempre, ma che ho troppa paura per darglielo. Apro la bocca, come per dire qualcosa, ma la richiudo subito dopo, non sapendo cosa dirle; né come dirglielo.
Il campanello mi salva e mi alzo velocemente dal suo corpo, mi sistemo i vestiti, passandomi anche una mano tra i capelli e apro la porta; il fiatone mi fa piegare sulle ginocchia e osservo il fattorino porgermi le due scatole fumanti. Recupero il portafoglio per pagare quanto devo e poi prendo le pizze dalle sue mani, chiudendo la porta con un calcio; quando mi volto verso il divano, mia sorella si è rivestita e i capelli le ricadono oltre le spalle. Poggio le pizze sul tavolino di fronte a noi e vado a recuperare quel di cui abbiamo bisogno, quando torno, però la tv è accesa e Olly si è seduta sulla poltrona.
Abbasso gli occhi e mi pento di essere scappato così prima, anche se questo non mi impedisce di prendere il mio cartone tra le mani e iniziare a mangiare in silenzio. Cosa che mi uccide.
«Olly.»
Neanche alza gli occhi su di me; continua a giocare con i bordi della pizza, che lei non mangia mai, con lo sguardo puntato sulla televisione di fronte a noi.Sbuffo e mi alzo dal mio solito posto, raggiungendo mia sorella e inginocchiandomi di fronte a lei; imita la mia fuoriuscita di irritazione e sposta il viso, in modo da non guardarmi. Mi arrampico su di lei e intrappolo il suo mento tra le mie dita, obbligandola a fissarsi su di me.
«Che cosa vuoi? Prima scappi da me e poi cerchi di imprigionare me?»
Non riesco a reprimere un mezzo sorriso, la cosa non le sfugge e mi colpisce il petto con un paio di pugni, cosa che mi fa scoppiare a ridere più di quanto sia concesso in una situazione del genere. Aumenta la portata dei suoi pugni e mi accartoccio quando uno mi colpisce più forte degli altri e il dolore lo percepisco davvero; sento il suo fiato trattenuto e le sue domande che si interessano a me, ma chiudo gli occhi e mi appoggio sul suo seno per riprendermi qualche secondo.
«Va tutto bene, tranquilla. Sono abituato a colpi ben peggiori.»
Faccio per alzarmi da lei, ma le sue mani si incastrano tra i miei capelli e mi tengono appoggiato al suo corpo, per poi cominciare a donarmi delle carezze che, se fossi un gatto, mi farebbero fare le fusa.
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Il mio amore sbagliato
Teen FictionATTENZIONE: Questa storia è da considerarsi un prequel di "Come una goccia d'acqua su un incendio", storia che trovate sul mio profilo. La lettura delle storie non ha un ordine e potete decidere qualche leggere prima o se leggerne solo una delle due...