Due anni prima, 22/07
Città di New YorkI nostri hot dog sono terminati poco prima di raggiungere Times Square e ora io e Olly passeggiamo tranquillamente tra imponenti grattacieli colorati dalle mille luci di schermi giganteschi; persone di ogni etnia ed età che visitano o vivono in questa frenetica città e negozi di ogni specie. Trattengo mia sorella per un braccio, lasciandola libera di fotografare i soggetti che meglio crede, ma senza darle la possibilità di allontanarsi da me: ho paura di perderla in mezzo a questa bolgia e che possa accaderle qualcosa di brutto.
Fisso il suo profilo, quasi incastrato dentro la macchina fotografica e mi perdo in un sorriso che sa di amore e di felicità e ci fermiamo nel centro esatto della piazza; quello dal quale puoi osservare la tradizionale palla di Capodanno cadere verso il basso, ma ora si ha vite intere che ti scorrono davanti agli occhi senza aver la possibilità di scoprirne neanche una.
«Scusate ragazzi, abbiamo bisogno che vi mettiate oltre questo punto.»
Olly scosta la fotocamera da davanti agli occhi e li fissa, intensamente, in quelli dell'uomo grassottello che è venuto a parlarci; gli chiede il motivo, ma lui cerca di rimanere sul vago, come se stesse cercando di nascondere un segreto che verrà svelato a momenti. Intravedo un movimento insolito e tiro il braccio a mia sorella, chiedendole di seguire quel che ci è stato chiesto, ricevendo un sorriso da parte dell'uomo e uno sbuffo da parte della ragazza da occhi e capelli scuri quanto i miei.«Perché mi hai fatta spostare? Avevo appena inquadrato un bambino che tiene la mano alla madre per attraversare la strada.»
Sorrido, sentendo le sue parole cariche di meraviglia anche per qualcosa di così banale e mi fermo nel punto che ci è stato indicato poco fa; la faccio posizionare di fronte a me e avvolgo le mie braccia sulla sua pancia, aspettando qualcosa di sconosciuto, ma che, sono sicuro, piacerà molto alla ragazza che amo. Mi abbasso su di lei.
«Non perdere mai questa tua meraviglia per il mondo, promettimelo.»
Il suono di uno scatto fotografico le impedisce di rispondere ed entrambi ci voltiamo verso la provenienza del rumore: un signore con una strana macchina fotografica ci sorride da sopra di essa con uno sguardo di scuse e felicità allo stesso tempo.
«Scusate per l'interruzione, ma ho visto una bellissima coppia di innamorati come voi due e non ho potuto trattenermi.»
Il suo strambo aggeggio sembra voler sputare qualcosa e lui si illumina quando vede questa cosa, prendendo quel che sta uscendo tra due dita e iniziando a farlo arieggiare davanti al viso. Apro la bocca, volendo rimarcare il concetto che lei è solo mia sorella, ma lei mi pesta un piede e le mie corde vocali si ribellano.
«Dice che siamo una bella coppia?»
L'uomo allarga il suo sorriso e annuisce in maniera vigorosa, come se avesse paura che altrimenti i suoi movimenti passerebbero inosservati, Olly ridacchia e riprende a parlare con quello sconosciuto.
«Sa, ci conosciamo da tutta la vita; praticamente ci conosciamo dalla nascita,» si interrompe per qualche attimo, alzando i suoi occhi sulla mia figura e poi torna a osservare l'uomo di fronte a noi, il quale non ha ancora smesso di far svolazzare quella specie di foglietto.L'uomo incastra gli occhi, di un verde spento, nei miei e mi fissa come se io fossi un alieno che è appena approdato su questo pianeta e lui il contadino al quale ho distrutto la casa con la mia nave spaziale.
«Beh, se lui non ha intenzioni serie, signorina bella, posso assicurarle che ci sono molti altri ragazzi nel mare; le basterà guardarsi intorno.» Afferma, convinto delle sue parole, abbassando lo sguardo su mia sorella e facendole addirittura un occhiolino.
Stringo il corpo di Olly maggiormente contro il mio e lancio una brutta occhiata all'uomo che la intercetta e inizia a ridere; si ferma e osserva il risultato del suo agitare le mani come uno squinternato e compie un altro passo verso di noi, porge il foglietto, ora colorato a mia sorella e ci saluta come se niente fosse.
Abbasso gli occhi su quel che le ha passato e vedo il nostro affiatamento in un abbraccio, l'affetto che lei prova nei miei confronti nel suo sguardo luminoso e il mio amore per lei nei miei occhi.
È la mia fotografia preferita.
Tira fuori una penna da non so dove e nello spazio bianco sotto la foto scrive i nostri nomi, la data di oggi e inserisce un cuore; mi porge la fotografia e mi chiede di conservarla. Annuisco anche se non mi può vedere e mi stacco giusto un secondo da lei per custodirla dentro il portafoglio.Vorrei chiederle perché ha raccontato quella storia, vera solo per metà, a quello sconosciuto, ma inizia una melodia ed è talmente forte che fatico a seguire il filo dei miei pensieri, così sono costretto a tacere e guardare quel che succede di fronte a noi.
«È un flash mob! È un flash mob!» Urla Olly, saltellando tra le mie braccia e non staccando gli occhi dai ballerini che hanno iniziato a ballare in una delle piazze più famose al mondo, sorridendo a chiunque li stia guardando. Mia sorella si arma di macchina fotografica, per l'ennesima volta nella giornata di oggi, e comincia a rubare istanti di tempo a raffica, come se da questo ne dipendesse la sua vita.
«Gaze into my eyes when the fire starts, and fan the flames so hot, it melts our hearts, oh, the pouring rain, will try to put it out, but not this time.»
Ripeto le parole che sono appena state cantate all'orecchio di Olly, senza distogliere gli occhi dai ballerini e le lascio un bacio sul collo. I brividi partono nel punto in cui le nostre pelli si sono incontrate e proseguono sulla sua candida epidermide per finire sulle mie mani.
Non so come altro dirti quanto ti amo, mia dolce Olly.Buongiorno cuoricini!
Allora, come vi è parso questo secondo capitolo su New York?Ci vediamo al prossimo capitolo
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Il mio amore sbagliato
Novela JuvenilATTENZIONE: Questa storia è da considerarsi un prequel di "Come una goccia d'acqua su un incendio", storia che trovate sul mio profilo. La lettura delle storie non ha un ordine e potete decidere qualche leggere prima o se leggerne solo una delle due...