4 mesi prima, 05/05
Città di San Diego«Avete finalmente fatto pace vedo!»
Olly sfila via, come se si fosse scottata, la sua mano dalla mia e finge di concentrarsi sul film che passa in tv, mentre io mi volto verso mia madre con un piccolo sorriso sul volto.
«Eh, sì. Non ci ricordiamo neanche il motivo per cui ci eravamo arrabbiati.»
Lei ride, depositando a entrambi un bacio sulla fronte e poi esce, aggrappandosi al braccio di nostro padre, di casa.
«Buon viaggio!»
Lo grido un secondo prima che loro si chiudano la porta alle spalle e loro ci fanno un cenno con la mano. Quando anche il motore della macchina si fa lontano, Olly si fionda a sedersi sulle mie gambe per darmi un lungo bacio sulla bocca.
«Ora abbiamo la casa tutta per noi, finalmente!»
Io sorrido contro le sue labbra e avvolgo le mie braccia attorno al suo busto per poterla baciare meglio, mentre lei inizia a muoversi e a strusciarsi sopra di me.
«Olly, mi sento più tranquillo se andassimo in camera.»
Lo mormoro, a bocca quasi chiusa, mentre lei ha già infilato la mano dentro il mio pantalone della tuta e la muove per tutta la mia lunghezza.
Di tutta risposta, mia sorella ride sulle mie labbra e stringe il mio membro per farmi capire che non ha la minima intenzione di staccarsi da me, così prendo la situazione in mano e mi alzo in piedi, attento a tenerla ben ancorata a me, con le mie mani che la sostengono dal suo sedere sodo, e cammino fino alla prima camera che incontro, per poi buttarci entrambi sul letto per riprendere da dove ci eravamo fermati.
Anche se lei non ha mai smesso di darmi piacere.Quando mi abbasso su di lei, per poterla assaggiare, e alzo gli occhi sul suo viso colmo di eccitazione e lussuria, mi accorgo del fatto che siamo sdraiati sul letto dei nostri genitori e mi blocco, facendo un gesto a mia sorella per farglielo notare.
Lei volta la testa, assicurandosi del fatto e poi passa una mano tra i miei capelli.
«Finalmente abbiamo abbastanza spazio per starcene sdraiati entrambi sul letto.»
Lei sorride, come se questo fatto non contasse niente, come se fosse una cosa normale essere dentro questa stanza.
Poggio il mento sul suo ventre, per poterla vedere in viso e cerco di valutare ogni aspetto di questo nuovo imprevisto.
«Se sporchiamo, pulisco io.»
Faccio qualche calcolo veloce, ricordandomi che loro sono andati via per una settimana per andare a trovare dei loro amici e, senza risponderle, mi sposto, andando a far combaciare le mie labbra con il suo punto più sensibile.
Lei inizia subito a gemere e a stringere i miei capelli e io non mi lascio pregare due volte, dandole quello che più brama in questo momento.
Ti amo sorellina, anche se questo porterà entrambi alla dannazione eterna.
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Il mio amore sbagliato
Teen FictionATTENZIONE: Questa storia è da considerarsi un prequel di "Come una goccia d'acqua su un incendio", storia che trovate sul mio profilo. La lettura delle storie non ha un ordine e potete decidere qualche leggere prima o se leggerne solo una delle due...