Capitolo 30: Il vero regalo sei tu

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Due anni prima, 18/10Città di San Diego

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Due anni prima, 18/10
Città di San Diego

«Sai che ti sto odiando in questo momento, vero?»
Jason, al mio fianco, non ha smesso di ripetermi queste esatte parole da quando abbiamo lasciato gli ambienti scolastici per immergerci nella realtà commerciale di San Diego. Sbuffo in risposta ed evito di ricordargli che è stata sua l'idea di girare per i negozi per cercare dei regali di Natale, nonostante manchino ancora due mesi.
Tanto non mi ascolta.
«Entriamo qui, dobbiamo entrare qui!»
Mi prende per un braccio e mi trascina dentro il negozio che ha scelto di peso e io intravedo solo il colore rosso dell'insegna che supero velocemente, prima di ritrovarmi immerso in un ambiente scuro come piace a me. Mi guardo intorno e sgrano gli occhi nel capire che siamo dentro a un negozio di intimo femminile: rischio di strozzarmi con un grumo di saliva che stavo per aspirare malamente e mi avvicino al mio amico, nascondendosi dietro la sua stazza come se fossi un bambino impaurito.
«Ma sei pazzo? Secondo te dovrei regalare dell'intimo sexy a mia sorella?»
E non riesco a contenere le immagini peccaminose che mi invadono la testa al solo pensiero di regalarle quel completo nero che non copre assolutamente niente, ma scuoto la testa: non posso mica regalarle delle cose del genere.
È mia sorella!
«Mica è per te: devo trovare anch'io un regalo per Meredith, lo ricordi?»

Seguo il mio amico in ogni movimento che fa, concentrato nel toccare ed esaminare i vari tessuti, le varie consistenze; quando sembra soddisfatto cerca tra le varie taglie e poi scuote la testa. Cerco di tenere gli occhi fissi solo sulla schiena di Jason, ma è facile che lo sguardo scivoli su quello che tiene spesso e volentieri tra le mani e le guance tornano a infiammarsi, i pensieri a immaginare mia sorella vestita con questi completi e devo mettere entrambe le mani in tasca per cercare di nascondere l'inguine pulsante.
«Usciamo da qui.» Glielo sussurro, timoroso che qualcuno possa sentirmi e prendermi per un pervertito, ma il mio migliore amico finge di non avermi sentito e chiama una commessa per farsi aiutare nella ricerca. Mi volto, osservando quanto l'uscita sembri lontana e, oltre la vetrina e quei pezzi di tessuto provocante, riesco a intravedere l'insegna colorata di un negozio. Picchietto la mano sulla spalla del mio amico, distraendolo un secondo dalle informazioni che voleva e gli indico che quando avrà finito mi troverà nel negozio di fronte; mi scaccia via con poca cura, come se fossi un moscerino che gli sta dando fastidio e mi dileguo senza pensarci due volte.
So com'è il mio amico e so che quando è concentrato, tutto il resto non lo sente neanche e che pensa realmente che sia qualche insetto che gli svolazza intorno.

Entro in quell'ammasso di colori e suoni e chiudo gli occhi per un solo secondo, beandomi di tutto quel che mi circonda, come se fosse il paradiso. Quando li riapro, il volto felice di un uomo dalla pelle chiara, capelli e barba bianchi, mi fa subito fissare i miei occhi scuri nei suoi, di un verde acceso. Sembra quasi che li abbia presi da qualche scaffale per essere più simile a quel che vende.
Mi saluta e la sua voce sembra richiamare a sé qualcosa di antico e nuovo allo stesso tempo, cosa che mi fa ricambiare il sorriso e il saluto per iniziare a girovagare per il piccolo locale alla ricerca del regalo perfetto per Olly.
«Hai bisogno di una mano?»
Mi volto verso di lui e lo vedo intento a sfogliare qualche pagina senza guardare me, come se cercasse di darmi tutto lo spazio del quale ho bisogno, ma dandomi lo stesso la premura dei commessi.
«Sto solo cercando un regalo.» Dico, alzando le spalle per non dare troppa importanza alla cosa, soprattutto visto il tanto tempo a disposizione.

Il mio amore sbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora