Otto mesi prima, 13/01
Città di San DiegoRimango oltre il bordo campo, attendendo la fine delle coreografie che incitano e intrattengono il pubblico prima delle partite e osservo volteggiare le cheerleaders della nostra scuola fin quando un particolare viso non cattura la mia attenzione.
Olly.
Mi aveva detto che forse avrebbe provato a entrare, ma non sapevo che ce l'avesse fatta.
Sento la tuta stringersi all'altezza del cavallo dei pantaloni vedendo le sue gambe snelle nude e ogni qualvolta che quella mini gonna si alza per i movimenti o i salti che le fanno fare, i miei ricordi finiscono inevitablemente a quei momenti in cui eravamo chiusi nella mia stanza a esplorare i nostri corpi per donarci piacere a vicenda.
Mi mordo un labbro, consapevole di non potermi più permettere di farmi sommergere da determinati pensieri e di dover rimanere concentrato per la partita che ci si prospetta davanti.
Nonostante tutto, però, non riesco a staccare gli occhi dal corpo tonico di mia sorella neanche quando sono costretto a entrare in campo e mettermi in posizione.Chiuso in bagno, dopo una partita sfiancante e finita male, mi concedo di ricadere in vecchi peccati per poter scaricare tutta la tensione che sento addosso.
Senza dimenticare il dolore di essere così distante dalla mia dolcissima Olly.
«Sì, Alex. Ti assicuro che Jaxon é proprio il ragazzo perfetto.»
La voce di mia sorella, appena entrata in camera, probabilmente assieme alla sua migliore amica, giunge alle mie orecchie e le sue parole riescono a interrompere i miei movimenti.
Digrigno i denti, dentendoli stridere per l'attrito provocato e stringo, senza volerlo, i pugni; pugni che sono costretto ad allentare perché con la forza che sto impiegando e la rabbia che scorre liquida nelle mie vene rischiavo l'auto amputazione dei genitali.
Guarda come mi sono ridotto per te, mia Olly.Alzo gli occhi al soffitto, osservando quel bianco puro e non riesco a non pensare a tutto quello che ho passato da quando ho scoperto di amare mia sorella. La quale, nel frattempo, riesce a distrarmi dai miei pensieri per colpa dei suoi continui commenti su Jaxon.
Chiudo gli occhi e prendo dei grossi respiri, finché non mi si mozzano del tutto quando sento Alex chiedere a Olly qualcosa su di me.
Che cosa avrà da dire?
Attendo con impazienza una risposta che sembra non arrivare mai e il fiato mi rimane sospeso fin quando non la sento rispondere.
«Che cosa ti posso dire? Sai già tutto.»
Penso che si stiano spostando, perché le voci si affievoliscono pian piano e la mia voglia di uscire da questo bagno per ascoltare di più e tanta, ma dopo aver mosso un passo, mi rendo conto di avere i pantaloni e le mutande calati fino alle caviglie e rinuncio alla mia impresa.Distendo i muscoli, rinunciando anche allo sfogo che mi ero concesso e, dopo essermi sistemato i vestiti, torno in camera. Mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi, penso ancora al modo in cui lo sguardo di Olly mi ha trapassato dopo che ha visto scappare Chastity in quel modo dalla mia camera.
È da quel giorno che ci parliamo a malapena.
Fatico a sopportare questa situazione, ma ogni volta che provo a tirare fuori il discorso, lei cambia stanza o esce addirittura.
Penso che mi odi...
Sbuffo, riaprendo gli occhi e puntandoli sul soffitto.
«Non so che cosa fare.»
Mi rendo conto di aver parlato quando mia sorella risponde a quel che, inevitabilmente, mi sono lasciato sfuggire dalle labbra.
«Basterebbe essere meno stronzo, non credi?»
Mi volto, sorpreso dalla sua presenza in questa stanza, e mi metto seduto, come per mostrarmi al meglio per lei, ma Olly non si schioda dalla porta che ha chiuso dietro di sé e non pare aver voglia di graziarmi nemmeno un po' dalla sua furia.«Non sai nemmeno quali sono le mie colpe, dovresti andarci un po' più piano con le accuse, non credi?»
Le parole mi sfuggono di nuovo di bocca, senza che io possa pensarci o modulare il tono in uno più gentile e triste per la sua lontananza.
Il mio astio e la mia irritazione nei suoi confronti le arrivano fin troppo bene a causa delle mie parole e la vedo staccarsi dal legno della porta per inarcare la schiena.
Sembra un gatto arrabbiato.
Il suo sguardo lancia scintille e io non so se essere felice per vederla esprimere di nuovo qualche emozione verso di me o aver paura per la sua reazione.
«So quel che ho bisogno di sapere, visto che Chastity mi ha detto tutto.»
Mi alzo anch'io, colto da non so nemmeno io quale impulso e compio un passo verso di lei.
«Allora perché sei arrabbiata?»
Davvero, non riesci a capire.Rimaniamo in silenzio a lungo, guardandoci negli occhi, ma sembra che niente torni al posto giusto, perché lei alza gli occhi al cielo ed esce dalla mia stanza.
Non sento se fa qualche commento su di me o se sta sbattendo i piedi per la rabbia, come fa sempre, sento solo la porta che sbatte dietro di lei e le mie speranze che crollano al suolo.
Per l'ennesima volta.Innanzitutto, chiudo perdono per l'estremo ritardo e avviso che non sono sicura di riuscire a pubblicare domenica.
Come ho scritto in un avviso sul mio profilo, non so se qualcuno lo ha letto, purtroppo il computer mi si è bagnato completamente (fortuna vuole che si sia riuscito ad accendere per farmi fare i backup per poi non riuscire più a leggere il disco) e cercare qualcuno che lo ripari (sembra che nessuno voglia dare informazioni, così da non ottenere clienti), oltre a ritrovare lo scontrino per la garanzia è un'impresa ardua.
Quasi quanto scrivere interi capitoli con il cellulare.
Tanto comodo quando si parla di scrivere messaggi, quanto è scomodo scrivere cose lunghe.
Per scrivere 300 parole (che di solito scrivo in un quarto d'ora, circa) ci ho impiegato più del doppio, anche a causa del correttore automatico.Sabato, in teoria, mi dovrebbe venire dato (prestato, in realtà dal mio ragazzo) un computer fintanto che non riesco a riparare il mio, quindi, forse, ripeto forse (impegni familiari permettendo) dovrei riuscire a ritrovare delle pubblicazioni regolari (LO SPERO TANTO!)
Vi saluto dopo questo monologo e spero di tornare nei vostri aggiornamenti molto presto.
Al prossimo aggiornamento, cuoricini.
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Il mio amore sbagliato
Dla nastolatkówATTENZIONE: Questa storia è da considerarsi un prequel di "Come una goccia d'acqua su un incendio", storia che trovate sul mio profilo. La lettura delle storie non ha un ordine e potete decidere qualche leggere prima o se leggerne solo una delle due...