4. 聞かせください! || perfavore!

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All'interno della testa di Jungkook c'era un piccolo umpalumpa che martellava le sue tempie.

Si svegliò con gli occhi pesanti, non sapeva che ore fossero e né come fosse tornato la sera prima.

«Che cazzo di mal di testa.» disse lamentandosi e massaggiandosi la fronte. La risposta non tardò ad arrivare.

«Finalmente ti sei svegliato, ieri sera eri uno straccio, complimenti per come ti sei ridotto.» disse ridacchiando il suo compagno di stanza.

«Oh Jimin, sei qui. Chi mi ha riportato?» disse mentre dal cassetto del comodino prendeva un'aspirina.

«Yoongi, eri veramente in pessime condizioni. Mi ha detto che eri andato in bagno e non sei più tornato, ti è venuto a cercare e ti ha trovato abbandonato a te stesso mentre abbracciavi il cesso.» disse, mentre riorganizzava la libreria.

«Ma.. anche tu ieri hai dato buca a Yoongi?»
disse Jungkook grattandosi la testa.
«Uhm.. sì. Improvvisamente mi era venuto mal di stomaco, non potevo mica andare in quelle condizioni in discoteca..» rispose Jimin, e il minore sussurrò un «Giusto..»

«Dio santo.. sapevo che ieri avrei dovuto cacciare Taehyung, e invece l'ho seguito come uno stupido.» disse mentre andava verso il mobiletto, prese latte e cereali e fece colazione. «Cazzo! sono le 15.37!» disse, leggendo l'orario sul display del microonde.

«A proposito di Taehyung, mi ha detto di dirti di chiamarlo. Non so cosa voglia, ma tu chiamalo.» disse Jimin.

«Io non chiamo proprio nessuno, è già assai se ieri non l'ho denunciato per rapimento e violazione di domicilio.» disse con una ruga stampata in fronte.

Jimin liberò una grossa risata, e Jungkook storse il naso.  «Perfavore, sono appena sveglio. Aspetta per fare casino.»

Proprio in quel momento il cellulare del corvino iniziò a squillare. Lesse il numero sconosciuto ad alta voce, «Hyung, sai chi è?»
l'interpellato risposte «Che domande, Taehyung ovviamente!». Il minore liberò un sospiro.

«Taehyung. Che vuoi?» rispose scocciato il corvino, mentre metteva in bocca il cucchiaio colmo di latte e cereali. «Buongiorno piccola puzzetta! Parlarti, hai cinque minuti?» al corvino stavano per andare di traverso i cereali.

«Fammici pensare.. per te? assolutamente no. Ciao.» disse, chiudendogli il telefono in faccia.

«Non sei stato troppo crudele?» disse Jimin.
«Non me ne frega un cazzo, non voglio sentire la sua voce appena sveglio e mentre mangio. Mi fa venire il reflusso.» rispose il corvino, sbuffando.

Sentì il maggiore salutarlo e uscire ed ebbe la consapevolezza di essere solo nell'appartamento. Decise di andare a fare una doccia, aveva una faccia da spavento, i capelli scompigliati ed era pallido.

Si spogliò, e non curante di chiudere la porta a chiave ーtanto non c'era nessuno, no?ー si infilò nella doccia.

L'acqua calda gli accarezzava dolcemente il corpo, e con delicatezza si massaggiava il cuoio capelluto. Era letteralmente nel mondo dei sogni, il suo corpo avvolto dal vapore era andato in estasi, ma venne interrotto dalla serratura della porta principale che qualcuno stava per aprire.

Veloce come un fulmine, Jungkook prese un'asciugamano e lo legò in vita appena in tempo, perché esattamente un millisecondo dopo la porta del bagno fu spalancata.

«Kim Taehyung! Vuoi capire che non puoi entrare nelle stanze degli altri a cazzo di cane?!» urlò Jungkook, che cercava di coprirsi il più possibile.

«Ti ho interrotto? Oh, I'm sorry.
Beh, è colpa tua. Mi hai chiuso il telefono in faccia.» Jungkook fece per rispondergli male, ma lui lo precedette. «No! Aspetta! Prima che mi picchi, volevo soltanto chiederti ripetizioni di letteratura, sono nella merda con gli esami.. sempre se ti va..»

«Ma sei impazzito? Taehyung non ti sopporto, non riesco a stare in tua compagnia per più di cinque minuti senza avere una crisi isterica. Non se ne parla.»
disse il corvino, sorpassandolo e andando a prendere un paio di boxer nel cassetto.

«Dai! Non ti darò fastidio, te lo prometto!»
«Va' via.» Il minore stava per andare in bagno ーstavolta avrebbe chiuso la portaー per vestirsi, ma un paio di braccia muscolose lo presero per la vita. Sentì il naso freddo di Taehyung toccargli il collo, il suo profumo era così buono e forte da far venire il mal di testa.

«Non mi stacco, finquando non mi dici Sì.»
Il contatto fisico era il punto debole di Jungkook, in situazioni del genere tendeva sempre ad arrossire molto. Ringraziò mentalmente chiunque fosse il Dio che aveva permesso il fatto che in quella posizione il maggiore non potesse guardarlo in faccia.

Lentamente il corvino prese le mani del maggiore, staccandole dal proprio corpo ma mantenendogli sempre le spalle voltate.
«Mi. Stai. Sulle. Palle.»

Passarono in silenzio secondi interminabili.
«Quindi.. mi darai ripetizioni, vero?»
Il corvino sospirò, sentiva ancora la sua presenza dietro. «Se mi darai fastidio ti spaccherò la faccia.» ed entrò nel bagno sbattendo la porta.

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:D

Louder Than Bombs || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora