22. 真空. || vuoto.

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Come si arriva a quel punto della propria vita? Quello dove viviamo le nostre giornate completamente svuotati di qualunque cosa, con un'abisso nel cuore. Dove viviamo sentendo la costante mancanza di qualcosa, di qualcuno. Vivere le notti in compagnia delle stelle, con gli occhi spalancati, cercando il sonno.

Jungkook si sentiva così, proprio in quel momento era steso sul pavimento, fissando il soffitto con la mente piena di pensieri. Ci provava davvero ad essere forte, provava qualunque cosa per colmare quel vuoto che sentiva dentro ormai da settimane. Aveva versato tante lacrime, fino a prosciugare ogni centimetro del suo corpo.

«Jungkook, vuoi un po' di pizza? Devi mangiare qualcosa.» disse Yoongi, entrando in camera del corvino con un cartone di pizza in mano. «No Hyung, lascia stare.. voglio rimanere solo.»

«Sono settimane che rispondi sempre allo stesso modo, dovete parlarne.» disse, lasciando il cartone della pizza sulla scrivania. «Evidentemente se ancora non ne abbiamo parlato è perché non abbiamo nulla da dirci, o meglio.. lui non ha niente da dirmi.» disse.

Da quella sera, lui e Taehyung non avevano più parlato, non si erano incrociati né a lezione e né per sbaglio. Il corvino era devastato, si sentiva in colpa. Mentre il biondo non se la sentiva di parlargli, ma non voleva nemmeno lasciarlo.

«Come ti pare.. se hai bisogno di qualcosa, sono nella mia stanza insieme a Jimin.» disse Yoongi, uscendo dalla camera del corvino.

Il corvino fece un grosso respiro, cercando di soffocare le lacrime. Ogni volta si ritrovava così, pensando a come sarebbero andate le cose se quella sera non avesse pronunciato quelle due parole.

In realtà il corvino non odiava Taehyung, anzi.. tutt'altro. Lo amava da morire, ogni volta che il maggiore sorrideva il cuore del corvino galoppava come se avesse vinto alla lotteria. Il suo carburante era proprio quel sorriso, come se per alzarsi dal letto la mattina avesse avuto bisogno di scorgerlo ogni giorno.

Infatti era proprio così, da quando aveva discusso con il maggiore sembrava che le sue energie fossero state risucchiate. Non riusciva a dormire, prendeva dosi spropositate di caffeina, cercando di colmare quel vuoto che si era impossessato della sua anima.

Come si sentiva nel complesso? Una merda.
Si sentiva come se non fosse mai contato niente per il maggiore, come se quest'ultimo l'avesse usato, accartocciato e buttato. Si sentiva in colpa per avergli detto quelle parole, per aver detto quelle parole alla persona che era giunta in suo soccorso nel momento del bisogno.

Non aveva provato a scrivergli un messaggio, non per orgoglio, ma per paura. Ci provava, scriveva qualcosa e poi cancellava subito. Aveva paura di risultare ridicolo ai suoi occhi, come un piccolo cagnolino che, dopo aver abbaiato al suo padrone, stesse cercando coccole.

Taehyung invece, si sentiva anche peggio. Nella sua testa continuava ad essere proiettata l'immagine del corvino in lacrime. Dentro sé provava malinconia, nostalgia misto a sensi di colpa. Nostalgia di quel bel rapporto che avevano creato, che è stato distrutto con uno schiocco delle dita.

I suoi amici gliene avevano parlato, del fatto che Jungkook sembrasse stare male senza lui. Ma il maggiore aspettava sempre un suo messaggio, una chiamata o qualunque altra cosa.

Quella malinconia ogni notte lo divorava, aveva la risata del corvino in loop nella testa. Lo ritrovava in ogni cosa: nei suoi appunti di letteratura, fra le righe di un libro di Oscar Wilde, lungo la linea del profilo del suo viso disegnato velocemente su uno spazio libero del libro, o semplicemente fra le note di una canzone.

Scorgerlo in ogni cosa gli faceva un male cane, ogni volta si ricordava di quanto fosse preso da lui, non accorgendosi che pian piano gli stava facendo del male, gli stava lacerando l'anima senza volerlo.

Louder Than Bombs || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora