41. 教育. || educazione.

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«Figlio mio!» disse il padre di Taehyung, abbracciandolo. A quel contatto, il biondo deglutì. Non gli andava proprio di abbracciare quell'essere.

«Sì.. ciao.» si limitò a dire Taehyung, staccandoselo di dosso. Suo padre era sempre stato quel tipo di persona che cercava molto il contatto fisico.

Il padre del biondo mise in moto la macchina, e dopo un po' arrivarono in un locale abbastanza lontano dall'università.

«P-Papà.. di cosa volevi parlarmi?» disse Taehyung, titubante mentre si asciugava le mani sudate sui jeans. Odiava stare con suo padre, gli veniva il disgusto.. quella sensazione era stata la conseguenza delle violenze subite quand'era piccolo.

Quell'uomo viscido non si era mai fatto problemi a mettere una mano nelle mutande di suo figlio. Ma per fortuna, una volta che avvenne il divorzio le violenze cessarono.

Arrivò il cibo a tavola, ma il biondo aveva proprio lo stomaco chiuso. «Mangia, te ne parlo.» disse suo padre, e il biondo a sforzo prese le bacchette in mano.

«Sarò schietto, Taehyung. Perché non hai convinto tua madre a non pubblicare il libro? Io lavoro nel mondo della politica, sai quant'è difficile mantenere una buona immagine? Tua madre pubblicando quella merda mi sta rovinando la reputazione.» disse, aprendo una bottiglia di Soju.

«Puoi bere, no? Sei maggiorenne. Rispondi alla mia domanda.» disse, riempiendo il bicchierino del biondo.

«Sai anche tu quanto è testarda la mamma.. e poi non scrive cazzate nei suoi libri.» disse, buttando giù il bicchierino. «Che cazzo dici? Sai che sono minchiate quelle che scrive.» disse suo padre, fulminandolo.

«Ti ha fatto il lavaggio del cervello, vero? Non posso credere di aver sposato una donna del genere.» continuò, versando altri bicchierini. «Non parlare così di lei. So che la picchiavi, papà.» disse Taehyung.

«Non ho mai toccato tua madre con un dito.» disse suo padre, «Sì, certo.. quei lividi se li faceva da sola. Prima ero piccolo e non capivo, ma ora sì.» disse Taehyung.

«È per questo che non l'hai convinta a non pubblicare quel libro? Credi anche tu alle minchiate che scrive?» disse l'uomo con voce gelida. «Non è che le credo.. è che l'ho visto con i miei occhi. Dopo aver picchiato lei, venivi da me e rivelavi il mostro che sei in realtà.»

«Sta' zitto. Eri piccolo, i tuoi ricordi sono distorti.» disse l'uomo ridacchiando, era già brillo. «Sono sicuro di quel che dico.» disse Taehyung.

«È per questo che io avrei dovuto avere la tua custodia! Sai.. sono venuto a sapere che sei gay. Mi pare di esser stato abbastanza chiaro la scorsa volta, mi rovinate la reputazione sia tu che tua madre.» disse l'uomo con tono dispregiativo. Taehyung non replicò.

«È per questo che ora sei biondo? L'ultima volta eri moro. Che c'è, ai gay piace cambiare colore di capelli?» disse, ridacchiando. «Li ho solo schiariti.» rispose il biondo.

«Ah! Sì.. hai anche un fidanzato, o sbaglio?» disse, e il maggiore alzò il capo. «Come lo sai?» disse, deglutendo lentamente e mandando giù il cibo che aveva in bocca.

«Il figlio di un mio collega viene alla tua università, so tutto di quel che fai. Purtroppo, però, non ha voluto dirmi il nome del ragazzo fortunato.» disse l'uomo, calcando sulle ultime due parole.

«Aish!ーdisse l'uomo, frustrato.ー Sapevo che saresti diventato così vivendo con tua madre! Dovrei darle una lezione.», buttando giù un bicchierino di Soju. Il biondo stava cercando di regolare il respiro, gli veniva da piangere.

«Sai.. sapevo anche che non saresti cambiato. Avrei dovuto metterti un cazzo in culo, quand'eri piccolo. Come punizione! Almeno avresti capito che essere gay fa schifo.» disse, alzando gli occhi al cielo e allentandosi la cravatta.

Il biondo improvvisamente ricordò tutti quei momenti, lo schifo che provava quando sentiva le mani ruvide di suo padre vagare per il suo piccolo corpo. Sentì gli occhi pizzicare, lasciò bruscamente le bacchette e esclamò «Smettila di dire così!»

«Che c'è? Sono arrivato troppo tardi e te l'hanno già messo in culo?» disse l'uomo, raddrizzandosi sulla sedia.

Il biondo abbassò la testa, suo padre battè un pugno sul tavolo, facendo sobbalzare e rovesciare le bottiglie di Soju sui jeans del biondo. «Guardami quando ti parlo!»

Il biondo, senza far vedere i suoi occhi lucidi, si alzò e disse «Vado in bagno.»

Varcò la porta del bagno e si guardò allo specchio, sporco di schizzi d'acqua. Aveva gli occhi rossi, che a momenti avrebbero traboccato di lacrime. Si sentiva male, pensava in continuazione alle parole di suo padre.

Voleva fuggire immediatamente da quel locale, ma si ricordò che non c'era modo di tornare. E suo padre era ubriaco e aggressivo per guidare. Dopo minuti passati a riflettere digitò il nome di Seokjin in rubrica, ma prima che potesse chiamarlo una mano gli levò il cellulare.

«Chi cazzo chiami? Uno dei tuoi amici froci?», era suo padre, che aveva il suo cellulare in mano. Aprendo velocemente una delle tante porte presenti in quei bagni, lo buttò in un water.

«Per prendere me per il culo, devi rinascere.» disse, avvicinandosi al biondo, che si ritrovò a indietreggiare fino a colpire il muro.

Deglutì, in quel momento aveva seriamente paura. L'uomo aprì una delle porte del bagno, e spinse dentro il biondo. Entrò anche lui e chiuse a chiave la porta. Gli puntò un dito in fronte e lo spinse con violenza, dicendo «Devi portare rispetto a tuo padre.»

Il biondo sentiva la puzza di alcool che emanava la sua bocca. Gli sputò in un occhio, dicendo «Non meriti nemmeno di essere chiamato padre.»

Cercò di sorpassarlo, ma l'uomo con i nervi a fior di pelle lo sbattè violentemente contro il muro. Gli mise una mano al collo, e con l'altra iniziò a slacciarsi la cintura.

«Adesso ti educo io, frocio che non sei altro.»

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Scrivere questo capitolo ha fatto male. Nella mia testa non era così.

Louder Than Bombs || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora