Il mattino dopo, a Jungkook, non servì una sveglia per svegliarsi, perché quella notte non aveva proprio chiuso occhio. Pensava continuamente a Taehyung.
Dopo essere stati colti in flagrante da Jimin, avevano ordinato 3 pizze e giocato ai videogiochi. Taehyung lo stuzzicava, lo metteva in imbarazzo ーnon che ci volesse molto per far imbarazzare il piccolettoー e metteva sempre una mano dentro la sua maglia, che puntualmente il minore scacciava, sussurrando «Hyung, non è il momento adesso.»
Taehyung invece era tornato nella sua stanza con un sorriso da ebete stampato in faccia. Nonostante il minore fosse alle prime armi, sapeva come muoversi. E il biondino si stava dimenticando man mano della scommessa. Esistevano solo lui e Jungkook.
Jungkook, come ogni mattina, si avviò verso il bar. Ordinò il suo americano e fece due chiacchiere con il suo migliore amico.
«Non.. hai niente da dirmi?» disse Yoongi, mentre preparava 3 cappuccini.«Arriva al punto hyung, cosa vuoi sapere?» disse annoiato il minore, aveva sonno e stava cercando di non addormentarsi sul bancone.
«Cosa c'è fra te e Taehyung?» disse schietto, dopotutto non sarebbe servito a niente fare giri di parole.
«Qualcosaーfece spallucceー non ne ho idea, ma qualcosa c'è. Mi ha detto che gli piaccio ma non stiamo insieme. A me un po' piace.» disse facendo un sorso dalla sua tazza.«Dovresti stargli alla larga, lo dico per la tua incolumità.» disse serio, nel frattempo aveva messo i 3 cappuccini sul vassoio e li andò a consegnare al tavolo dove c'erano Hoseok, Seokjin e un altro ragazzo che il minore non aveva mai visto.
Il minore vide il suo hyung tornare e subito chiese «Perché ultimamente mi dite tutti di stargli lontano? anche Jimin me l'ha detto.».
Il maggiore fece un lungo sospiro, «Perché è meglio così. Fai le scelte a tuo rischio e pericolo, noi ti abbiamo avvisato.» disse mentre riponeva il vassoio al loro posto.«Hyung, cosa c'è?» disse Jungkook rispondendo al telefono, aveva appena chiuso il libro di Psicologia.
«Vuoi uscire con me e i miei amici? Non so se te li ricordi, sono gli stessi che c'erano in discoteca, ma oggi un vecchio amico è tornato qui in Corea e quindi festeggiamo. Esce anche Yoongi con noi, visto che c'è Jimin. E tu vieni per me. Okay?» disse Taehyung dall'altro capo.
«Uhm.. O-Okay..» disse. Non l'aveva mai invitato a uscire con i suoi amici. «Vienimi a prendere tu, ti chiamo quando sono pronto.» disse agganciando.
«Jungkook! C'eri anche tu in discoteca, e sei quello che ogni mattina viene al bar, vero? Ti ricordi di me?» disse un ragazzo dai capelli rossi, che appena vide Jungkook non esitò a fargli un sacco di domande.
«Si, sei Hoseok. Tu Seokjin ー disse indicando il ragazzo più grande ー e tu.. devi essere l'amico tornato da poco. Piacere, sono Jungkook.» disse tendendo la mano al ragazzo che aveva un sorriso smagliante e un paio di fossette carinissime.
«Piacere! Sono Namjoon.» disse sorridendo, quel sorriso emanava luce propria.
Dopo le presentazioni, si organizzarono con le auto. Namjoon andò in macchina con Seokjin, invece Jungkook e il resto dei ragazzi con Taehyung. Il corvino non aveva ancora la patente, dopo aver finito la scuola cercò subito un'università, non badando a cose secondarie.
«Perché, non vi ricordate della festa d'addio a casa dei genitori di Namjoon 2 anni fa? Eravamo tutti così ubriachi che, non ricordo chi, ha fatto la lapdance sul palo del terrazzo.» disse il rosso, ridendo a crepapelle.
Yoongi si faceva stretto nel sedile, «E-Ero io..» disse timidamente, e a quella affermazione l'auto si riempì di risate.
«Oddio, sì! Eri proprio tu!» disse Taehyung, che rideva a crepapelle mentre guidava, e Jungkook scrutava ogni suo particolare, affermando quanto il maggiore fosse bello.
Hoseok e Jimin si asciugarono le lacrime, il rosso disse «Se ci penso, rido ancora. Altro che festa strappalacrime, quella è stata la più divertente a cui io abbia mai partecipato. Jungkook dovevi esserci!»
E il corvino si faceva piccolo per l'imbarazzo.
Come al solito, il gruppo si ritrovò davanti alla discoteca. Questa volta Taehyung mise un braccio intorno a Jungkook, per fargli da guida e arrivare al tavolo prenotato insieme agli altri. Ordinarono subito da bere, per festeggiare il ritorno di Namjoon.
Presto il corvino capì che nessuno in quel gruppo reggeva bene l'alcool, lui compreso.
Il suo ーquasiー ragazzo ubriaco fradicio si arrampicò sul tavolo, si alzò in piedi e iniziò a cantare e ballare come un malato di mente.Puntò il dito verso Jungkook, e cantò «I'll tell you what I want, what I really, really want. So tell me what you want, what you really, really want.» Iniziò a muovere a ritmo i fianchi, completamente ubriaco.
Scese dal tavolo, e Seokjin ーubriacò peggio di luiー gli diede corda. Il biondino prese il bicchiere del cocktail facendo finta che fosse un microfono.
«I wannaー eh! I wannaー eh! I wannaー eh! I wannaー eh!»Seokjin gli strappò il bicchiere/microfono dalle mani, e fece andare i suoi fianchi a ritmo. «I wanna really, really, really ー wanna zigzag ah!»
Yoongi e Hoseok che stavano ridendo come matti crearono una chat su KakaoTalk con tutti i presenti, e mandarono un sacco di video ritraenti Seokjin e Taehyung ubriachi che ballavano e cantavano la famosa canzone delle Spice Girls.
Taehyung, che a quel punto aveva perso completamente la testa, fece una lapdance su Seokjinーnon che quest'ultimo si fosse rifiutato!ー, i fianchi del biondino andavano a tempo sul bacino del ragazzo sotto di lui. Le sue espressioni facciali erano a dir poco esilaranti.
«If you wannabe my lover, you gotta get with my friends. Make it last forever, friendship never ends!» si alzò dal bacino di Seokjin ーche a momenti soffocava con la propria saliva per il troppo divertimentoー e si diresse verso Jungkook, che stava seduto e rideva come uno scemo guardando il suo amato fare quelle cose, non capendo la gravità della situazione.
Taehyung si sedette a cavalcioni sul minore, e iniziò «If you wannabe my lover, you have got to give!» si avvicinò al suo viso, e i fischi dei suoi amici lo incoraggiavano. Jungkook invece lo stava assecondando, l'alcool aveva fatto scomparire la sua timidezza. «Taking is too easy, but that's the way it is!»
Il corvino, vedendo il viso del suo amato così vicino, rubò un veloce bacio a stampo, nel frattempo sentiva gli altri ragazzi fischiare e applaudire come matti.
Il maggiore riprese a cantare, «I'll tell you what I want. What I really, really want.» lo guardò nelle iridi, 'voglio Jungkook.' pensò. «So tell me what you want, what you really, really want.» disse, a un centimetro dalle sue labbra.
«Voglio te.» disse il minore, e azzerò la distanza. Le sue labbra sapevano di Vodka, avevano il sapore di un'infinità di cocktail. Nessuno dei due era sobrio, e chissà quali sarebbero state le conseguenze.
Nel frattempo i ragazzi continuavano a fare video, mandati poi sulla chat di gruppo appena creata. Il corvino sentì le battute esilaranti dei ragazzi, e mentre baciava il maggiore, spuntò un sorriso sulle sue labbra.
«Hey! Prendetevi una stanza!» biascicò Jimin, seguito dal «Woh! Il piccoletto ci sta dando dentro!» di Namjoon.
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Ciao a tutti! Devo ammettere che scrivere questo capitolo è stato piuttosto divertente ed eccitante, soprattutto perché immaginavo la scena dentro la mia testa. La canzone è "wannabe" delle Spice Girls (vi lascio giù la traduzione). Volevo ringraziarvi per le quasi 300 letture e eventuali errori verranno corretti in un secondo momento. Grazie per aver letto la mia storia! <3
«Ti dirò ciò che voglio, ciò che voglio davvero,
quindi dimmi ciò che vuoi, ciò che vuoi davvero.
io voglio, voglio, voglio, voglio, voglio davvero..
davvero voglio farlo ('zigzag', traete le vostre conclusioni).Se vuoi essere il mio ragazzo, devi andare d'accordo con i miei amici,
devi far sì che duri per sempre, l'amicizia non muore mai.
Se vuoi essere il mio ragazzo, devi darmi molto,
prendere è troppo facile, ma è così che funziona.»
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Louder Than Bombs || Taekook
Fanfiction[COMPLETA] [IN REVISIONE] «Beh, è colpa tua. Mi hai chiuso il telefono in faccia.» «Taehyung non ti sopporto, non riesco a stare in tua compagnia per più di cinque minuti senza avere una crisi isterica. Non se ne parla.» Qui iniziò il loro malat...