«Jungkook, aspetta!» ripetè ancora Jimin, correndo dietro al corvino. «Dove vuoi andare? Hai i soldi per un taxi?» disse Jimin, raggiungendolo e prendendolo per una spalla.
Il minore, innervosito, sbottò ancora. «Fanculo, piuttosto torno a piedi!», «Non dire cazzate.»
«Vedi, Jimin-ah? Lui non si è nemmeno scomodato..» disse, ma in realtà il biondo era affacciato oltre lo stipite della porta, e stava assistendo alla scena. «È proprio finito tutto.»
Jimin non riuscì ribattere, non poteva fargli cambiare idea perché aveva ragione. Taehyung si era limitato a guardare, ma non ad aggiustare le cose. Ma tutta quella situazione aveva creato tensione in stanza.
«Hyung.. Di ragazzi non me ne intendo. Ma se lo ami davvero credo che dovresti andare da lui, hai combinato un bel casino..» disse Taeyong, guardando suo fratello che era impegnato a guardare furtivo ciò che stava accadendo.
«Non riesci mai a mettere un freno alla lingua.» disse Eunjin, triste. Non le piaceva quando si creavano quei litigi, la mettevano sempre a disagio. Si sentiva impotente, oltre a sgridare suo fratello cos'altro avrebbe potuto fare?
«Magari domani, quando torno all'università.»
«Dovresti farlo immediatamente, hai già perso troppo tempo. Se io fossi stato in lui non sarei venuto nemmeno qui a trovarti, e invece Jungkook l'ha fatto. Anche se l'hai ferito non riesce né a starti lontano e né a vendicarsi. L'unica cosa che riesce a fare è scappare, e tu lo sai. L'ha sempre fatto quando c'eri tu di mezzo. Sono il suo migliore amico da una vita, se fossi stato un altro ti avrebbe già mandato a fanculo, ne sono sicuro. Ma con te non ci riesce, sei uno stronzo e lo stai soltanto consumando e ferendo. Ma almeno, lo ami?» disse Yoongi, parlando a Taehyung.
«Certo, non ho mai dubitato dei miei sentimenti per lui. Ma credo che lui stia dubitando, invece.» rispose il biondo, appoggiandosi al muro. «Non sta dubitando, ti ama. Si vede da lontano un miglio, tu che capisci sempre tutto di tutti non riesci a capire un cazzo di Jungkook.»
Taehyung fece per uscire e raggiungere il corvino, ma esitò. E in più fu fermato da Hoseok. «Se andrai adesso ti manderà a fanculo, l'hai fatto incazzare.»
«Che cazzo dovrei fare, allora?!» sbottò il biondo, mettendosi le mani fra i capelli. «Non ne ho idea, ti ci sei infilato tu in questo pasticcio. Ma sono sicuro che se dovessi raggiungerlo adesso ti manderà a fanculo.»
«Porca troia..», il biondo passò dei secondi a riflettere, «'Sti cazzi.» disse borbottando, e si catapultò fuori dalla stanza. «Jungkook, aspetta!»
Il corvino sentì dopo tanto tempo la voce del biondo pronunciare il suo nome, e si girò istintivamente. «Taehyung..» disse quasi sussurrando, e Jimin voltò il capo vedendo il suo amico correre per raggiungerli.
Gli andò in contro, dicendo «Spero che farai un buon lavoro.» per poi dargli una pacca sulla spalla e tornare in stanza. Il biondo di avvicinò al minore, deglutendo.
Ora che si trovava faccia a faccia con lui non trovava le parole per esprimersi. «Mi dispiace..» disse soltanto, corrugando la fronte. Il corvino alzò la testa al cielo, tirando su col naso. «Come no..»
«Fanculo.» disse ancora, mentre si voltava per andare via. «Aspetta!» strillò il maggiore, afferrandogli un polso. I vari pazienti che alloggiavano nelle stanze che affacciavano su quel corridoio, sentendo gli animi accesi, uscirono per vedere cosa stesse succedendo.
«Torniamo insieme.» disse incerto il maggiore, aspettando una reazione dal corvino. Per vari minuti rimasero lì, in mezzo a un corridoio, in silenzio. Improvvisamente il minore cercò pian piano di ritrarre il polso, ma il biondo lo teneva stretto per non farlo scappare ancora.
«No.. Non posso..» rispose il corvino, quasi sussurrando e guardandolo negli occhi. «Taehyung.. hai idea di quanto sono stato male a causa tua?» disse piano, i presenti allungavano le orecchie.
Il biondo non riuscì a dire nulla, improvvisamente lo tirò a sé e lo baciò, lì in quel corridoio che pululava di occhi e orecchie. Il corvino per un attimo esitò, ma poi ricambiò quel bacio afferrando la sua maglietta fra le mani.
Continuarono a baciarsi, indisturbati. Il maggiore mise due mani sulla schiena del corvino, attirandolo a sè. Il minore poi mise una mano attorno al collo del maggiore e con l'altra spingeva il suo capo verso sè, per baciarlo meglio. Le loro lingue danzarono come non facevano da tempo, festeggiavano come se avessero vinto alla lotteria.
Ma il corvino, poi, si rese conto che in quel momento non era colpa di Taehyung. La colpa era solo ed esclusivamente sua, perché nonostante tutte le volte che il maggiore l'aveva ferito lui continuava a perdonarlo, perché era come se fosse diventato il suo ossigeno. Continuava a mordergli quelle labbra, a respirare il suo profumo, e ad assaporare la sua lingua al gusto di tabacco.
Il corvino si staccò, spingendolo via. Aveva il respiro accelerato sia per le emozioni contrastanti che stava provando e sia per il bacio che non si aspettava. Cosa doveva fare? Seguire la testa, e quindi dimenticare il maggiore, o seguire il cuore e quindi fidarsi ancora di lui per l'ennesima volta, rischiando di essere ferito ancora?
Il biondo lo guardava, e vedeva il panico nei suoi occhi. Aveva intuito che il corvino non sapesse cosa fare. E ci aveva azzeccato.
Jungkook fece la cosa che in quel momento gli riuscì meglio, scappò. Scappò per l'ennesima volta dalla persona che, con il suo amore, gli stava pian piano lacerando cuore, mente e anima.
📍
Ciao a tutti!^^ mancano davvero pochi capitoli alla fine, non so dirvi quanti di preciso ma sono pochi. Dunque, chissà come finirà.😬 Alla prossima!
STAI LEGGENDO
Louder Than Bombs || Taekook
Fanfiction[COMPLETA] [IN REVISIONE] «Beh, è colpa tua. Mi hai chiuso il telefono in faccia.» «Taehyung non ti sopporto, non riesco a stare in tua compagnia per più di cinque minuti senza avere una crisi isterica. Non se ne parla.» Qui iniziò il loro malat...