15. どこにいますか? || dove sei?

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Jungkook era seduto su una panchina vicino ad un minimarket, dove aveva acquistato, con quel poco denaro che si era portato dietro, 4 bottiglie di soju. Continuò a tenere d'occhio la sua valigia, era l'unica cosa che gli stava tenendo compagnia in quel momento.

Iniziò a bere velocemente, era ancora scosso da quel che era successo a casa di sua madre. Neanche il tempo di asciugarsi i capelli, che era stato sbattuto fuori. Suo fratello aveva provato a far cambiare idea alla donna, di convincerla che non era una buona idea cacciare suo figlio a tarda sera, poi per un motivo abbastanza stupido. Ma la conversazione non andò andata a finire bene, altrimenti il corvino non si sarebbe ritrovato in quelle condizioni.

Con lo sguardo vuoto, continuava a portare la bottiglia alla bocca, per poi sentire quel gusto amarognolo sulle proprie papille gustative. Non aveva neanche più le lacrime per piangere, era totalmente distrutto.

«Ha ragione, sono un'errore della natura.» ridacchiò, e poi bevve ancora. Le sue guance scottavano, questa volta non perché era imbarazzato, ma per via della quantità di alcool assunta.

La scena si ripeteva continuamente nella sua mente, non lasciandolo in pace. Man mano, sentiva gli occhi e il naso pizzicare, la sua vista si offuscò e sentì le guance bagnate. Quelle lacrime, al contatto con la sua pelle infuocata, evaporavano.

«N-Non sarebbe dovuta andare così la mia vita! Non a 22 anni! Non ora cazzo! Non ora che ho appena imparato ad amare!» urlò in preda alla rabbia, e lanciò la bottiglia di vetro ormai vuota, rompendola.

Decise di prendere il suo cellulare, e scorrendo il dito sul vetro rotto uscì del sangue dalla sua carne, che macchiò il cellulare ma che fu subito lavato via dalle sue lacrime. Schiacciò il contatto dell'unica persona che gli era rimasta, e chiamò.

«Jungkook, sono le tre di notte. Perché mi chiami? È successo qualcosa?», il corvino sentendo la voce del maggiore, ebbe un sussulto.

«T-Taehyung..» non riuscì a dire altro, e poi scoppiò ancora in lacrime, per l'ennesima volta in poche ore.
«C-Cosa? Perché piangi? Dove sei? Aish, che cazzo è successo?!» il maggiore, sentendo la voce del corvino spezzata, iniziò a dare di matto. Chi aveva osato farlo piangere?

«M-Mia madre.. Ha visto la nostra foto e m-mi ha cacciato..» disse il minore, tirando su col naso e asciugandosi il viso con la manica della felpa.

«C-Cosa? Ma.. Sei ubriaco? Cazzo..» disse incredulo il maggiore, «È per questo che quando ti ho chiamato non mi hai risposto?» chiese, e il minore disse «S-Sì..» e tirò ancora su con il naso.

«Jungkook, dove sei? Vengo a prenderti, non ti lascio in mezzo alla strada.» disse il maggiore, mettendo il vivavoce e infilandosi le scarpe. Non esitò nemmeno un momento.

«N-Non lo so.» disse il minore, per poi scoppiare a ridere. «Ho vagato così tanto che non mi sento più i piedi.» disse, facendo un altro sorso.

«Mandami la posizione, e perfavore smettila di bere! Sento che lo stai facendo.» disse, cercando freneticamente le chiavi della sua auto. Il minore fece come gli aveva detto.

«Taehyung-ah, tu mi ami? Almeno tu, sei capace di ignorare i miei difetti e continuare ad amarmi per quello che sono? Mia madre non sa farlo.» disse, dal nulla.

«Amerei anche i tuoi difetti, non posso ignorarli. Amare qualcuno va bene, anzi, dimostra che hai un gran cuore. Tua madre non capisce un cazzo.» disse quando finalmente trovò le chiavi.

Aprì KakaoTalk, e aprì la posizione che il minore gli aveva inviato. «Resta al telefono con me, okay? Parlami, non addormentarti. Fra poco sono da te, la campagna di mia nonna non è lontana da Busan.» disse.

«Hyung, perché fai queste cose per me? Perché stai venendo in mio soccorso? Sono una merda, non merito di starti vicino.» disse, con la voce spezzata.

«Jungkook non sparare stronzate, sei ubriaco.» disse il maggiore, mentre guidava alla massima velocità. Stava infrangendo un sacco di regole stradali, ma per Jungkook avrebbe fatto di tutto.

Il minore iniziò a ridere, «Taehyung-ah, sai cos'ho detto a mia madre? Che fare sesso con una donna mi fa schifo. Mi ha tirato una sberla.» iniziò a ridere ancora di più, come un pazzo.

Il maggiore ghignò, «Scemo, sei proprio scemo.» e il corvino rispose. «Già, sono stato scemo anche a mettere quella foto come sfondo, ho sbagliato tutto. Quando mi abbandonerai anche tu, cosa farò?» disse, aprendo una nuova bottiglia di Soju.

«Non me ne andrò Jungkook, non ora che sei in queste condizioni.» il minore a quelle parole rise, «Cazzate, tutti se ne vanno prima o poi.» disse.

«Io non sono come gli altri, ho sempre cercato di distinguermi dalla massa, e te lo dimostrerò.» disse, dando un'occhiata alla posizione. «Jungkook non camminare, rimani fermo. Mi viene difficile raggiungerti se cammini. Sono vicino, resisti.»

«Sì, sì..» disse, accasciandosi sul marciapiede, aveva camminato per si e no 3 metri, ma tutto intorno a lui aveva iniziato a girare.

Iniziò a giocare con le pietrine che si trovavano ai piedi del marciapiede, contandole. «Jungkook? Ci sei?» chiese il maggiore, non sentendolo più. «Sono qui, non muoverti, ancora qualche svolta e riuscirò a raggiungerti.» e come promesso, il maggiore l'aveva raggiunto, e aveva visto Jungkook chino sul marciapiede, che con le dita prendeva le pietrine.

Scese immediatamente dalla macchina, e gli andò incontro. Lo scosse, e poi disse «Jungkook-ah, sono qui, vieni.», il minore vedendo il suo viso, sorrise e tentò di alzarsi, ma perse l'equilibrio. Il maggiore lo prese giusto in tempo, e il corvino lo baciò. «Sei venuto davvero.» disse, mentre il maggiore lo ripose sul sedile anteriore e gli allacciò la cintura, per non farlo muovere.
«Come ti sei ridotto.» disse quest'ultimo, accarezzandogli la guancia destra, più gonfia e rossa per via della sonora sberla ricevuta, e pulendogli, con una salvietta presa nel cruscotto, le mani insanguinate e sporche di terriccio.

Recuperò la valigia del minore, e una volta caricata in macchina decise di portarlo da sua nonna con sé. Mise in moto e si diresserò verso la campagna.

«Hyung, dove mi porti?» disse il minore, notando che il biondino lo stava portando fuori città. «Da mia nonna, non posso fare altro. Ha un'enorme casa, e ci sono tutti i miei parenti. È tradizione dormire da lei nei giorni di Pasqua, ma vedrai che non ti darà nessun fastidio.» disse, rassicurandolo.

«I tuoi parenti lo sanno?» chiese il corvino, guadagnandosi un'occhiata interrogatoria dal maggiore. «Che sei gay, intendo.» disse, deglutendo.

«Sì, da un bel po'. Da quando avevo 17 anni, credo.» disse il maggiore. Calò il silenzio, il minore nel profondo lo invidiava.

Una volta arrivati, sistemò la valigia di Jungkook nella sua stanza, e poi disse «Dormi nel mio letto, sei ubriaco. Io posso sempre aprire un sacco a pelo e dormire a terra.» disse. Il minore rise, notando solo in quel momento che il biondino era uscito in pigiama. «Hyung, dormi con me. Voglio sentirmi meno solo, per stanotte.»

Il maggiore acconsentì, e una volta sistemati a letto iniziò a fare le carezze al minore, accarezzandogli la guancia, baciando le sue labbra e le sue dita con cicatrici ancora fresche. «Non sei solo.» disse, ma il corvino non lo sentì, stava dormendo già da un bel po'.

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Ciao a tutti! Grazie per le 420 letture, sono contenta che la storia vi stia piacendo. Eventuali errori verranno corretti in un secondo momento, lasciate una stellina se il capitolo vi è piaciuto. Alla prossima! <3

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