Not My Dates

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«LILI TI DEVO RACCONTARE TUTTO» grida Charlie alla mia sinistra, dritta dritta nel mio timpano.

«ANCHE IO» la segue Emily alla mia destra, con un tono leggermente più basso, che non può che farmi sorridere.

«sono qui, sono qui, non litigate, chi inizia?» Le guardo entrambe, o almeno ci provo, non è mica facile riuscire a camminare dritti ed allo stesso tempo parlare con due persone contemporaneamente.

Ieri sera alla fine non sono riuscita a chiamare nessuna delle due, e così questa mattina a scuola ho promesso accidentalmente ad entrambe che sarei andata a fare shopping con loro il pomeriggio, così da farmi raccontare tutta la storia.

«vai inizia tu» fa Emily gentilmente, mentre Charlie le sta per saltare addosso per la gratitudine. Non riesce più ad aspettare, ha bisogno di parlare del suo "appuntamento" con Zack.

«allora» inizia lei con un sorriso stampato sul volto.

Nini mi metti quasi paura.

«non abbiamo aperto per niente i libri di fisica» sussurra guardandomi divertita, per tutte quelle ore che abbiamo sprecato a ripetere quella maledetta materia insieme.

«ha un cane, si chiama Ice ed è enorme» ci spiega mimando con le mani la grandezza del cane, facendoci così scoppiare a ridere.

«abbiamo passato l'intero pomeriggio in giardino a giocare fuori con lui, abbiamo parlato un sacco, e giuro non se la tira come sembra» prova a finire lei.

«si beh? Nient'altro? Un bacio? Nada de nada?» chiedo speranzosa di ricevere più dettagli.

«oh si vabbè mi sembrava ovvio» alza le spalle come fosse super scontato.

«ma ovvio de che! Dai raccontaaaa» entra anche Emily nella conversazione.

«okay okay, allora praticamente stavamo in giardino, e mentre lanciavo un bastoncino da riportare al cane, lui mi ha baciato e poi, visto che so che lo stavate per chiedere, mi ha chiesto se ci possiamo rivedere» spiega finalmente, rifiutandosi, però, di darci i dettagli del bacio, che amica stronza che ho,ma tanto la obbligherò stasera.

«tocca a te!» dico girandomi verso Emily allegra.

«giusto giusto, innanzi tutto mi ha detto di conoscerti» dice lei riferendosi a me, costringendomi a spiegarle tutta la storia del perché lo conosco, e sorridendo quando sente che la mia versione è uguale a quella di Aaron.

Gelosia probabilmente, ma come si può essere gelosi delle proprie amiche?

«è arrivato in ritardo, ma si è fatto perdonare, abbiamo passato l'intero film a parlare, sopratutto lui, tanto che una signora mi ha chiesto di azzittirlo per il troppo chiasso» racconta ricordando la serata appena passata.

« e poi? E poi?» chiediamo io e Charlie insieme, scoppiando a ridere e grattandoci il naso subito dopo, come diceva mia nonna "Grattati il naso o non ti sposti".

«calme calme, e poi niente, quel ragazzo è così pieno di energie che mi mette quasi paura, non ci siamo baciati, ma mi ha promesso che uno di questi giorni mi porta sulla sua amata moto» finisce.

Passiamo il pomeriggio a scherzare, sono felice del rapporto che si sta creando con Emily. È parecchio diversa da me, ma le voglio bene.

Quando sono le 18 saluto le mie amiche e vado verso il mio motorino, Emily, che non ha il patentino, l'accompagna Charlie.

Mentre salgo in sella, un po' per abitudine un po' per voglia, decido di andare da white a trovare il mio nuovo amico.

«ehi Lili» mi saluta Ben alzando la mano  quando mi vede entrare, nonostante nel locale ci siano altre persone.

«ehi Ben» rispondo avvicinandomi verso di lui alla cassa per abbracciarlo,  ma ad un suo primo irrigidire capisco che forse sono stata troppo confidenziale.

«scusa, forza dell'abitudine» dico io staccandomi da lui dispiaciuta di avergli dato fastidio.

«scusa tu, forza dell'abitudine anche io» dice riprendendomi tra la sue braccia.

«ho finito adesso il mio turno» mi spiega togliendosi la camicia bianca che fa parte della sua divisa da gelataio, mostrando una t shirt nera semplice.

This man is so fucking sexy.

«figo, andiamo a fare un giro?» propongo non realmente interessata a prendere un gelato.

«ti è andata fortunata, devo andare a fare un regalo, mi accompagni?» Esce dal negozio sorridente.

«ovvio» annuisco seguendolo fuori.

Passiamo il tragitto a parlare di cose inutili, dettagli insignificanti della sua vita, che però piano piano mi portano a capirlo sempre più.

Viene da Brighton, sulle coste dell'Inghilterra, suo padre è Italiano e per questo parla la nostra lingua così bene. È figlio unico, e rimarrà a Roma ancora per un po', il suo rientro è programmato per il 2021.

«devo comprare un regalo a mio zio» mi spiega entrando in un negozio a caso, che forse distratto non si accorge essere da donna.

«a meno che tuo zio non sia in realtà una zia sotto copertura, dubito che questo posto possa fare per noi» indico le pareti piene di trucchi di ogni tipo.

«ops» Mi risponde dirigendosi di nuovo verso la porta.

«viene a trovarti qui?» chiedo io curiosa una volta fuori.

«mio zio? No lui vive qui, è il padrone della gelateria» mi spiega guardandomi negli occhi.

«adesso capisco perché un gelataio scorbutico come te non sia stato ancora licenziato, tutta questione di famiglia, dovevo immaginarlo» scherzo.

«oh no, zio Carlo non si vergognerebbe a licenziarmi fidati, è della stessa severità di mio padre» mi spiega con troppa serietà, forse non ha colto la mia battuta.

«Mh farò finta di crederci» gli faccio un occhiolino e gli do una pacca scherzosa sulla spalla, in un velato segno di affetto.

«tu cosa gli regaleresti?» mi  guarda negli occhi con un filo di preoccupazione.

«per cosa è? Un compleanno?» rispondo io volenterosa di aiutare.

«si, ed in suo onore vengono anche i miei a trovarmi» si scoraggia lui.

Non credo abbia un buon rapporto con la famiglia, ma non sono ancora nessuno per fargli domande troppo personali.

«quel negozio di cose inutili mi sembra un buon punto di partenza» corro verso la fine della strada, con lui dietro sorridente.

Lollypops #wattys202Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora