Like a tattoo

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L'amore vero, il per sempre di Bella ed Edward, il lieto fine di tutti film Disney, il " e vissero tutti felici e contenti.» delle favole.

L'eternità ci viene inculcata in testa fin da bambini, ma che cosa è davvero?

Tendiamo tutti a dare come definizione di eterno: un qualcosa che continua all'infinito senza avere mai una fine, ma in questo modo dimentichiamo totalmente la parte principale del discorso di eternità:l'inizio.

Una cosa eterna, non è eterna perché va avanti per sempre, ma la sua eternità è così innata da non avere nascita. Esiste e basta, DA sempre, e PER sempre.

E se ci sono coppie che si giurano amore eterno, io a Ben non l'ho mai fatto, perché nonostante i bellissimi esempi di amori duraturi che ho in famiglia, non voglio convincermi che tutto sia eterno, perché non è così.

Appiattendo l'amore a qualcosa che dura per sempre non si gode a pieno di questa precarietà momentanea propria del moto materiale, perché si finisce per dare tutto per scontato, ed io questo non lo voglio.

Voglio vivere ogni singolo giorno della mia vita sapendo di potermene andare da un momento all'altro, che le possibilità di morire sono infinite, e voglio ricordarmi che tutto ciò che ho adesso, lo potrei perdere tra poco.

Per alcuni è avere ansia, per me è vivere l'attimo.

«a che pensi?» Ben mi accarezza i capelli mentre sono appoggiata con la testa al suo petto.

«a tutto e niente» sussurro stanca. Abbiamo appena finito di fare l'amore.

«come siamo filosofiche oggi, c'è qualche motivo in particolare?» continua a coccolarmi.

«forse è l'influenza di San Valentino» alzo leggermente le spalle coperte solo dal piumone del letto di Ben.

«hai voglia di festeggiare?» mi sposta una ciocca di capelli dagli occhi.

«forse» sorrido felice.

«oh nono quel sorrisetto furbo non promette nulla di buono!» esclama divertito dalla mia espressione.

«daii non esagerare, ti ho mai chiesto di fare cose particolarmente assurde?» rido.

«ti devo ricordare quando un mese fa mi hai fatto salire su un treno a caso per divertirci, e siamo finiti in Abruzzo?» scuote la testa.

«no, lo ricordo piuttosto bene in effetti. Ammettilo dai, è stato tipo WOW» insisto allegra.

«okay okay sentiamo questa fantastica nuova idea» cede alla fine.

«facciamoci un tatuaggio di coppia!» grido super contenta.

«mi stai chiedendo di tatuarmi il tuo nome?»

«ma nooo, molto più figo un leccalecca!»

«okay quindi tu mi stai dicendo che dovrei tatuarmi un leccalecca?» ride ancora di più.

«sii dai che se ci prepariamo in fretta posso chiedere ad un amico di mio cugino se fa in tempo per stasera» provo ad alzarmi, ma prima che possa riuscirci, Ben mi afferra per i fianchi.

«che c'è?» faccio confusa.

«Lili non possiamo farci un tatuaggio» mi dice dolcemente lasciandomi un piccolo ed innocente bacio sulla punta del naso.

«e perché?» non capisco.

«non mi piacciono per niente i tatuaggi» ammette grattandosi la testa, segno che è agitato o in imbarazzo.

«uffa, non c'è niente che io possa fare per convincerti?» chiedo triste.

«si una cosa puoi farla, stare a letto con me, dove le trovi le forze per essere così pimpante?»

Sbuffo appoggiandomi di nuovo a lui, ma dopo non molto mi sento di nuovo super rilassata.

Tra le sue braccia, sotto le coperte,  completamente nuda, ma non esposta ad occhi che non siano quelli del mio fantastico fidanzato.

«ti am-» inizia a dire prima che gli squilli del suo telefono sul comodino lo blocchino.

Ben si affretta subito a prenderlo.

«mamma?» chiede in inglese.

Purtroppo non posso sapere cosa dice la persona dall'altra parte, ma dal modo in cui il corpo del mio amato fidanzato si irrigidisce, deduco non possa essere nulla di buono.

Attacca velocemente, dicendo due parole che mi lasciano spiazzata."ci vediamo dopo"

«che succede?» osservo Ben vestirsi in fretta.

«è-è mio padre cazzo» balbetta sull'orlo di una crisi di pianto.

«Ben cazzo che succede?» lo raggiungo.

«io-io io non ho capito molto bene..» ammette con lo stesso tono di prima, muovendosi in maniera strana sul posto.

«Ben mi stai fottutamente preoccupando, che hai?» dico in preda al panico, vedendolo uno stato pietoso, ma senza poter fare nulla per aiutarlo.

«a mio padre sono stati diagnosticati due tumori...» sussurra come se per dire questa frase avesse dovuto utilizzare tutte le forze che ha in corpo.

«cazzo, e e-» provo a dire ma vengo interrotta.

«poco Lili, dannatamente poco» piange e mi abbraccia come se da me dipendesse la sua intera vita.

Rimaniamo attaccati per un tempo che sembra interminabile, ma allo stesso modo durare troppo poco, come se l'orologio del mondo si fosse rotto.

L'ho salutato, l'ho salutato per quella che credo sia l'ultima volta. Ho salutato il mio fidanzato, l'unico ragazzo che mi sia mai piaciuto in vita mia. L'ho visto correre via, con quei maledetti occhi verdi, dove fino a poche ore fa avevo ancora l'occasione di perdermi.

Se ne è andato, è tornato in Inghilterra. Ha mollato lo scambio culturale che sarebbe dovuto durare ancora altri due mesi, senza contare il prolungamento che aveva intenzione di chiedere, ma sopratutto ha mollato me, anche se non esplicitamente.

L'ho abbracciato, gli ho ripetuto che lo amo, e lui ha fatto lo stesso, gli avrei voluto e dovuto dire un miliardo di cose, ma non riuscivo ad emettere un singolo suono, continuavo a singhiozzare, come se ne avessi avuto il minimo diritto.

Sono riuscita a sussurrargli solo di continuare a vivere davvero, anche se da ora in poi senza di me, e gli ho ricordato di cambiare facoltà se è quello che vuole veramente, e detto un ultima volta che deve riuscire a non farsi mettere i piedi in testa da nessuno.

Sono nel suo letto con assolutamente niente di suo con me. Tra un po' tornerà Aaron, e potremo piangerlo insieme.

Non ho una felpa, ne una maglietta, non ho foto ricordo, se non due o tre, tra cui quella che ci scattò Aaron il giorno in cui ci siamo messi insieme, ed un altra del famoso pigiama party tra sorelle.

Sono sola, senza la mia metà.

Mi sento incompleta, vuota senza lui.

E questo macigno che ho sul petto so che non andrà via.

Piango lacrime amare, piango i ricordi passati, piango le nostre chat, piango il mio caro piccolo scroto.

E se una parte di me vorrebbe dimenticare e riniziare ad essere felice, come lo ero prima di conoscerlo, un'altra molto più forte della prima, mi grida di tenermi stretti i miei ricordi, di non lasciarli andare.

Perché dopotutto, un tatuaggio non è altro che una cicatrice colorata, ed in un certo senso, io e lui un tatuaggio in comune ce lo abbiamo, e si trova nel nostro cuore, per sempre.

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FINE

Lollypops #wattys202Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora