Happy Birhday

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Ho da sempre una speciale abilità nel procrastinare, ma questa volta mi sono veramente superata, e non so davvero come ne uscirò.

«sono stanco» sbuffa Ben sedendosi sulla prima panchina libera che incontriamo.

«nooo non puoi abbandonarmi dai dai dai» urlo nel bel mezzo di un centro commerciale, mentre cerco di tirarlo su, con gli occhi della gente puntati addosso.

«dio Lili ci fissano tutti» invece di alzarsi mi afferra la mano e mi avvicina a lui.

«perché fai il bambino capriccioso» gli faccio una linguaccia ed inizio a correre verso un negozio d'abbigliamento che mi sembra figo.

Probabilmente ha appena aperto, non avevo mai sentito questo nome prima d'ora.

«non avevi detto niente vestiti?» mi raggiunge Ben dopo un paio di minuti.

«hai deciso di tornare da me?» continuo a toccare i vestiti senza sapere nemmeno io cosa cercare.

«si, finiamola in fretta con sta tortura» scuote la testa stufo di stare qua.

«dai che è solo un compleanno, non morirai mica» rido incamminandomi verso l'uscita, tanto non dovevo prendere nulla.

«un compleanno, la fai facile tu, devi fare tre regali ed il pranzo è tra 3 ore» mi ricorda lui, come se io non lo sapessi alla perfezione ormai.

«stai shalla» alzo le spalle.

Se per lui ridursi in questa maniera è impensabile, per me è letteralmente routine. I regali, da quando ho memoria e soldi da spendere, li ho sempre comprati il giorno stesso in cui dovevo consegnarli.

«che figata però, tuo padre e le gemelle sono nati lo stesso giorno, da non credere» mi prende per mano.

«si, mia mamma doveva partorire a settembre, invece mentre stava alla festa per mio papà: le si sono rotte le acque, e sono finiti tutti in ospedale» gli spiego io felice di condividere ricordi di famiglia.

È un po' una fissa la mia in effetti, parlo quasi sempre della mia infanzia.

«che panico, chissà che parto da incubo» ride Ben.

«Mh non so, pensa che quando ha partorito Rebecca una signora del reparto psichiatria era scappata, e mia madre si è svegliata di notte con questa donna che le chiudeva le finestre della camera» gli racconto.

Avrò ascoltato questa storia forse un milione di volte, mia madre adora ricordarla.

«no vabbè, di te che le è successo? È entrato un tirannosauro nella sala operatoria?» scherza.

«nope, sono stata adottata ricordi?» mi sforzo di tenere il tono di prima; non che io soffra di questa cosa, semplicemente mi fa spegnere un pochino senza nemmeno accorgermene.

«cazzo che scemo che sono» si da una manata imbarazzato.

«è tutto okay, non hai ucciso nessuno» mi alzo sulle punte e gli lascio un bacio sulla guancia.

10 centimetri non sono troppi, ma sono qualcosa.

«HO UN ILLUMINAZIONE, FORSE LETTERALMENTE» urlo di scatto quando realizzo che so perfettamente dove andare.

Cammino emozionata per il centro commerciale, finalmente so dove dirigermi e non giro più come una cretina.

Esco da mediaworld con un sorriso stampato sul volto ed una scatola piuttosto ingombrante tra le braccia, fortuna che c'è Ben che tiene l'altra altrimenti sarei persa.

«due di tre andati, altre idee? » dice Ben con energie ritrovate. Non gli sembra vero che dopo ore in cui l'ho trascinato per negozi, in realtà la soluzione era davanti a noi.

«non lo so, che piace hai ragazzi?» gli chiedo.

«dipende, che intendi?» risponde attento.

«se fosse il tuo compleanno, cosa vorresti che ti regalassi?» gli spiego.

«non lo so, sono il tuo ragazzo, non tuo padre, non so cosa piaccia ai padri» alza le spalle.

«daii, fai finta che sia il tuo di compleanno, cosa vuoi?» Insisto io.

Forse Charlie sarebbe stata più adatta per questo compito.

«qualcosa tipo che possiamo capire solo noi, non per forza costoso, ma significativo» mi spiega con un sorriso.

« ora non mi è per niente utile purtroppo» provo a concentrarmi, ma davvero non ho idee.

«perché non gli regali un paio di AirPods? Non avevi detto che gli si erano rotte?» propone Ben, ed io dentro di me faccio i salti di gioia.

«nooo MA IO TI AMO» urlo felice.

«anche io» mi guarda Ben sorridendomi in maniera troppo cute.

Se non fosse per le scatole che abbiamo in mano lo abbraccerei.

Dopo quasi 3 mesi di relazione mi ha detto per la prima volta che mi ama, e ve lo assicuro, è una sensazione stupenda.

Entriamo in casa ridendo per una cosa successa nel parcheggio, e troviamo l'intera famiglia a vedere vecchi album di fotografie.

Non sono ancora tutti, solo le mie sorelle ed i loro fidanzati, il resto dei parenti arriverà più tardi, a pranzo siamo solo noi 13.

Quando Alex si accorge della nostra presenza corre subito ad abbracciare Ben, che nell'ultimo periodo è diventato il suo preferito.

Ben lo prende prontamente ed i due iniziano una "conversazione" che mi fa sorridere e sciogliere dalla dolcezza.

Non immaginavo neppure io che sarebbero andati così d'accordo, Ben all'inizio non mi sembrava nemmeno tipo da bambini, invece mi sono totalmente ricreduta, quando c'è Alex Ben sta più con lui che con me!

«ehi Ben, vieni qua, tu queste non le hai mai viste» lo chiama mia madre.

Ben mi riprende la mano e raggiungiamo insieme la mia famiglia sul divano.

«guarda, qua avevo appena partorito di Rebecca, chi se lo aspettava cosa sarebbe successo quella notte» fa mia madre nostalgica, alludendo alla storia che ho raccontato a Ben questa mattina.

«si, Lili mi ha detto tutto» ride piano lui.

Pagina dopo pagina, foto dopo foto, mi sento sempre più orgogliosa di essere capitata nella famiglia più bella che potessi mai desiderare, senza loro sarei niente.

«guarda che piccola che eri, ma che stavi facendo però ?» dice Ben avvicinandosi leggermente per capire meglio di cosa si tratta.

«stava annaffiando i gusci vuoti delle lumache, credeva fossero fiori» gli spiega Rebecca divertita.

«eri scema da piccola eh» mi prende in giro Ben allegro.

«nono, è scema ancora è diversa la cosa» mio padre si aggiunge al gruppo "perculiamo Lili davanti a lei ye".

È stata una bella festa in famiglia, ho presentato Ben alle mie cugine, che per me sono quasi come altre sorelle, e sono riuscita ad evitare Alberto, il nonno, per tutta la giornata; tutto merito di Ben.

I regali sono piaciuti, sopratutto a Naomi e Sara, che l'ultima cosa che si aspettavano era un selfie ring light, oggetto che gli sarà molto utile data la quantità di foto che si scattano al giorno.

«mi è simpatica la tua famiglia» sussurra Ben al mio orecchio, mentre siamo sdraiati sul mio letto.

«anche a me» sorrido io.

Lollypops #wattys202Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora