«che si dice?» mi siedo su una sedia libera, gli altri rimangono in silenzio.
«ehilà, avete visto un fantasma?» chiedo muovendo una mano nell'aria per attirare la loro attenzione.
«nope» Shawn mi mette un braccio dietro le spalle.
«perché vi siete ammutoliti tutti?» faccio io confusa.
«niente, niente» scuote la testa Charlie.
«stavate preparando la festa a sorpresa per il mio compleanno ehh» scherzo.
«penso che il diciottesimo te lo puoi preparare da sola» ride Shawn.
«Aww tra solo due mesi la mia migliore amica diventa maggiorenne» Charlie finge di asciugarsi una lacrima per la commozione.
«il 15 settembre, cresci così in fretta» mi scompiglia i capelli il riccio.
«non sono mica io quella che ne farà 21 tra due settimane» rispondo.
«e potrò finalmente bere legalmente in America!» esulta Shawn sognante.
«non sapevo andassi spesso in America» dice incuriosita la mia migliore amica.
«non ci sono mai andato infatti, ma quando arriverà il momento giusto, potrò farlo, e voi no» ci spiega ovvio.
«che scemo» scuoto la testa.
Non ho viaggiato molto in vita mia, non ho mai nemmeno preso un aereo; la mia prima volta sarà tra esattamente 5 giorni, non vedo l'ora.
Ai miei è sempre piaciuto viaggiare, siamo pieni di loro vecchie foto in casa. È una bella storia d'amore la loro. Stanno insieme da quando avevano 15 anni, soli 5 anni dopo è nata Rebecca, e poi le gemelle, e poi c'è stata l'adozione, e poi Tara, e poi si sono fermati per un po', ma con tutte le gravidanze, le nascite, ed infine i figli piccoli, non hanno avuto tempo per portarci in giro ad esplorare il mondo.
Ben e Zack ci raggiungono con il fiatone, sopratutto il primo, che sembra essere uscito da un film d'azione. Probabilmente se non fosse successo ciò che è successo in questo momento lo sfotterei a non finire.
«mio dio, sembravano dei pazzi, perché la gente non sa rispettare la fila?» Zack si siede vicino Charlie, e le poggia una mano sul ginocchio scoperto dai pantaloncini corti che indossa.
«non ne ho idea, sono ancora scandalizzato dalla nonnina che insisteva a spiegarmi la ricetta del gelato fatto in casa» risponde Ben accennando un sorriso, sedendosi alla mia sinistra. Shawn si trova alla mia destra.
«figo, l'hai appuntata da qualche parte? Potrebbe essermi utile, le nonne solitamente cucinano bene» scherzo senza nemmeno accorgermene. Mi esce così spontaneo che quando mi rendo conto del mio gesto arrossisco leggermente, ed io non mi imbarazzo mai.
«tutto nella mia testa, quando vuoi ci mettiamo a parlare insieme, e te la spiego bene bene» sorride allegro lui.
Io lo ignoro, non voglio si faccia un'idea sbagliata di cosa siamo noi ora. Non sono assolutamente disposta a tornarci insieme.
Passiamo il pomeriggio a parlare, io cerco di rimanere zitta il più possibile, almeno nei momenti in cui Ben si fermava dal lavoro.
Continuavo a perdermi a fissare il vuoto, il mio cervello s'incanta, e tornavo alla realtà solo quando Shawn mi stringeva la spalla per svegliarmi.
«cazzo» sussurra Charlie guardando il suo telefono preoccupata.
«che succede?» le diciamo io e Zack all'unisono, ma prima che io possa toccarmi il naso, c'è qualcuno che mi precede, e quel qualcuno ha il nome di Ben.
"sennò non ti sposi" mi ricorda piano.
Mi viene un brivido lungo la schiena. Erano ormai 4 giorni che non avevo contatti con il suo corpo.
«devo scappare merda, siamo in ritardo con mia madre, questa volta mi ammazza» Charlie si alza seguita da Zack. Ci salutano frettolosamente, e lei mi guarda con uno sguardo dispiaciuto, avrebbe dovuto riaccompagnarmi a casa, mi toccherà prendere l'autobus.
«cazzo cazzo cazzo devo andare anche io, c'è Ryan che mi aspetta a casa sua tra 5 minuti, non vi dispiace se vado vero?» Shawn fa la stessa cosa, troppo in fretta per dire la verità, ma preferisco non ammettere di averlo capito.
«a quanto pare siamo solo io e te» Ben mi guarda negli occhi.
«già, meglio che vada, a presto» mi alzo.
Ho zero voglia di prendere due autobus.
«no ferma» mi afferra il polso senza farmi male.
«che vuoi adesso?» mi libero subito dalla sua presa, ed incrocio le braccia sopra al petto per evitare che mi tocchi ancora.
«parlare» risponde serio.
«no, ciao» sbuffo girandomi per andarmene, ma Ben mi prende per il braccio per fermarmi un'altra volta.
«ti accompagno io» mi sorride.
«sono con il mio motorino» mento.
Non voglio assolutamente accettare il suo passaggio.
«non è vero, non sai dire bugie» si mette di fronte a me nella mia stessa posizione.
«uffa» sussurro più a me stessa che a lui.
«ti sento, e le rare volte che provi a dirne una fai una strana smorfia con la bocca» allunga una mano per accarezzarmi il volto.
«non devi rimanere fino alla chiusura?» gli indico l'orologio attaccato al muro, che fa solo le 19.
«4 ore in più, 4 ore in meno, la stessa cosa, no?» continua a sorridere.
«assolutamente no. Io vado, il mio autobus mi aspetta» riesco finalmente a raggiungere l'uscita del locale.
«Lili» grida.
«che c'è ora?» mi giro infastidita.
«nulla, avremmo un occasione per parlare, lo so» annuisce allegro.
«la convinzione fotte caro Ben, la convinzione fotte» esco definitivamente.
«no mia cara e amata Lili, è l'amore che fotte, ed io ti amo, e sono sicura che lo fai anche tu, quindi siamo fotutti insieme» mi corre dietro, lasciando il negozio incustodito, e soprattutto, me senza parole.
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Lollypops #wattys202
Novela JuvenilUn gioco stupido, Un gelataio scorbutico, Una leccalecca invitante, Ed una ragazza pazza, Esiste qualcosa di più scoppiettante? Se l'incoscienza adolescenziale avesse un nome, probabilmente sarebbe quello di Lili Caputo. Scema al punto giusto...