Live the present

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«che ci fai qui?» chiede una voce divertita al mio orecchio.

«che ci faccio qui?» Rispondo spaventata, alzandomi di scatto dal posto dove mi trovavo.

Mi guardo intorno cercando di ricordarmi le ultime cose che mi sono successe, ma ora ho il vuoto totale.

«hai dormito in cucina?» continua Ben, che scopro essere la persona che mi ha svegliato dal mio sonno non troppo profondo.

«non lo so, che ore sono?» Farfuglio confusa, stiracchiando le braccia intorpidite, dall'aver aver passato un intera notte su un tavolo.

«le 7, sono ancora tutti a letto, vuoi un caffè?» aziona la macchina che ha trovato in uno scaffale.

«no grazie, è così presto, perché sei già sveglio? non capisco» mi stropiccio gli occhi per mettere a fuoco quel che ho attorno.

«la camera non mi piace» scrolla le spalle.

Sono sicura che alludesse al fatto che avremmo dovuto condividere la stanza, ma dato tutto quello che è successo recentemente, ieri sera gli ho chiesto se per lui fosse un problema che io dormissi nel divano che si trova nello studio, ma lui ha insistito per andarci lui stesso.

«te invece?» prende una tazzina.

«io non so veramente come tu faccia a bere da un bicchiere di una persona che non conosci... comunque non lo so, stanotte stavo qui e poi mi hai risvegliata tu» mi alzo dalla sedia per andare a letto a riposare almeno un paio d'ore, prima di andare in spiaggia.

«chiaro, ti va di farmi compagnia?»

«se proprio insisti» cambio direzione, e mi dirigo verso il frigo, alla ricerca di qualcosa che non mi disgusti, ma ultimamente mi sento particolarmente schifiltosa.

«bleah» sussurro vedendo che non c'è niente di appetibile.

«bar?» trattiene un sorriso.

«bar» confermo io.

Salgo in camera per andare a cambiarmi, e Ben mi segue in silenzio, con allegria contagiosa, ma nascosta.

Ha le valige nella mia camera, lo avevo dimenticato ops.

Prendo a spogliarmi come se non fosse qui. L'intimo nella mia testa rimarrà per sempre come un costume, e vado a farmi una doccia, portando i vestiti puliti con me.

È piuttosto piccolo, infatti faccio fatica ad appoggiare le mie cose sui mobili senza farle cadere.

Anche la doccia è stretta, e la tenda continua ad appiccicarsi addosso a me, facendomi venire i conati ogni singola volta, ma almeno questo mi invoglia a fare più velocemente.

«pronta?» entra Ben mentre io sono ancora sotto l'acqua.

«quasi, dammi 5 minuti» continuo a sciacquarmi il corpo.

Esco solo quando sento la porta richiudersi.

Sono ancora le 7:30, che d'estate equivalgono un po' come alle 4 di mattina durante il periodo scolastico per le mamme poco moderne, ma non posso negare che svegliarmi presto mi piace parecchio, nonostante io di solito preferisca i materassi ai tavoli di legno.

«questo posto è stupendo» Ben si guarda intorno.

«già, ci eri mai venuto?»

Se ci fosse Rebecca mi obbligherebbe a farle miliardi di foto, e poi a lei si aggiungerebbero le gemelle, e poi Tara, e poi finirei per fare la fotografa di turno.

«una volta io ed un mio amico, Josh, magari un giorno te lo presento, volevamo venire, ma poi è saltato tutto per una stupida punizione» scuote la testa.

Lollypops #wattys202Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora