The Beach

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Mi piacciono i viaggi in macchina, sopratutto quelli stralunghi che sembrano non finire mai; non tanto per la durata reale del tragitto, ma per il fatto che non riesci più ad aspettare per dare l'ufficiale inizio alla vacanza.

Mi piacciono le canzoni che si cantano, l'aria di relax che si respira, le fermate per fare rifornimento, il cibo condiviso, le liti tra sorelle per lo spazio, il caldo ucciso dall'aria condizionata; quei momenti in cui una vorrebbe solo chiudersi nel suo mondo con le proprie cuffiette, ed invece si ritrova una persona vicino che vuole chiacchierare.

Ho parecchia esperienza con l'ultima cosa, diciamo solo che per qualche anno ho nascosto gli auricolari di Sara e Naomi, che puntualmente si volevano sentire ragazze fighe con la musica nelle orecchie.

Stiamo andando al mare, l'estate è iniziata quasi da un mese. Siamo a luglio, ed è diventata ormai tradizione andarci praticamente tutti i giorni in attesa della nostra meritata vacanza, prenotata per agosto in Grecia. Sarà un sogno, me lo sento.

Siamo sempre noi ormai, Io e Ben, Aaron ed Emily e Zack e Charlie, tranne oggi, Aaron e Emily sono impegnati con il compleanno di Giorgia: la madre di Emily.

Capita che venga anche Shawn, ma la maggior parte delle volte preferisce non esserci. Si sta sentendo con un ragazzo: Ryan, ma, a suo dire,  la "relazione" è ancora precaria per essere considerata tale, e preferisce non correre troppo, perciò non vuole portarlo, ma allo stesso tempo se sta da solo con noi dice che lo mettiamo a disagio.

Un po' mi dispiace di aver perso l'amicizia con gli altri ragazzi con cui uscivo prima di conoscere Ben, ma mi sento veramente felice con i miei nuovi/vecchi amici.

Entriamo tutti in una sola macchina, stringendoci e sopportando il caldo insieme. I ragazzi fanno spesso a gara per il posto del guidatore, per cui presto potrò competere anche io, manca poco al mio diciottesimo compleanno; 15 settembre sbrigati ad arrivare.

«Lili sei con noi oggi?» mi appoggia una mano sul ginocchio Ben. Oggi è lui che ha l'onore di guidare, e tocca a me stare davanti.

«ovvio, come fareste senza di me?» scherzo tornando a guardare la strada. Mancano ancora  circa 40 minuti alla nostra destinazione.

È quasi un mese anche dal giorno in cui mi sono messa con Ben, e non potrei essere più felice di come vanno le cose. No, non viene a fare colazione a casa nostra tutti i giorni come faceva Giovanni per Rebecca, e non ho nemmeno cambiato modo di vedere i ragazzi e la gelosia, mi fido di lui.

Le mie sorelle insistono sul fatto che dovremmo fare un uscita di coppia, ma io non capisco veramente dove vogliano andare, 10 persone sono tante da gestire.

Conosce i miei genitori adesso, entrambi, è venuto spesso a cena da me, ma quando posso sono io ad andare a mangiare da lui: voglio bene a mia madre, ma tra la sua cucina e quella di Aaron c'è un abisso di distanza.

I suoi invece non li ho mai incontrati, non sono più venuti in Italia dopo l'ultima volta, in cui tra l'altro si sono fermati per pochissimo. Ben ha riniziato a parlarci.

Se quella all'estero fossi io, passerei le ore al telefono con la mia famiglia, ma è ovvio che non posso mettere a confronto le situazioni.

Non siamo di quelle coppie che si urlano addosso e che discutono per qualsiasi cosa, i nostri litigi potrebbero essere contati sulle dita di una mano, sono solo due, e durati entrambi molto poco, semplici incomprensioni risolte in 5 minuti.

Col passare dei giorni, però, mi sono accorta di essere una fidanzata molto appiccicosa, mi piace il contatto fisico, come già sapevo. Anche lui è cambiato particolarmente da quando ci siamo conosciuti, è più dolce e spensierato, ma rimane comunque il Ben che tanto mi piace.

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