My favorite prof

12 2 0
                                    

E se di estate i gelati sono all'ordine del giorno, d'inverno, non riesco a fare a meno di bere almeno due cioccolate calde a settimana, e quando nella gelateria dove lavora il tuo fidanzato iniziano a farle, quel due riesce a diventare anche un dieci.

«un giorno mi insegni?» gli chiedo seduta alla cassa, bevendo un sorso dal mio bicchiere, mentre lui serve un cappuccino ad un signore con un sigaro in bocca, che provoca una tremenda puzza.

«a fare?» quando il negozio si svuota, mi abbraccia da dietro.

Ormai ci ho fatto l'abitudine, io gli parlo, e lui mi ignora fino a quando finisce di servire anche l'ultimo cliente.

«la cioccolata» gli faccio cenno se ne vuole un po', ma lui scuote la testa. Meglio, è troppo buona per condividerla.

«non la sai preparare? Ma è facilissimo!» mi sorride.

«la cucina è la seconda cosa in cui faccio più schifo al mondo» ammetto riprendendo a bere.

«e qual'è la prima?» mi chiede divertito.

«fisica, e tutte le altre materie scientifiche in generale» scherzo.

«se dico che è vero ti offendi?» va a servire due ragazze che sono appena entrate.

Ho iniziato a venire qui molto spesso, non che prima non lo facessi, ma ora è diventata una vera e propria abitudine.

Tutti i martedì, i giovedì, ed i venerdì, che sono i giorni in cui ha il turno di pomeriggio, pranziamo insieme mentre è in pausa, e poi per il resto del tempo stiamo qui. Lui lavora, io studio, o almeno ci provo, dato che finisco sempre per distrarmi.

Passo molte ore ad osservarlo, e devo ammetterlo, il mio fidanzato è un figo da paura.

Fisso il libro di fisica che è sulle mie gambe, per quanto io continui a leggere queste nozioni, non sarò mai in grado di capirle.

«dovresti concentrarti...» Ben si siede vicino a me, ed appoggia una mano sul mio ginocchio.

«non mi piace sta roba» sbuffo lanciando a terra il quaderno.

«me ne ero accorto» scuote la testa, e trattenendo un sorriso va a riprenderlo.

«sei parecchio interessato alla mia istruzione eh» mi avvicino al suo viso per baciarlo.

«nah, io sono interessato solo e soltanto a te»  unisce le nostre labbra.

«potrei dirti che sembri quasi mio padre, ma in realtà a lui non importa molto dei miei voti in fisica» rido da sola per la mia battuta, che in realtà non era nemmeno troppo divertente.

«infatti sembro il mio» scherza lui.

«dio che stress, io non ce la farei proprio. Devo essere libera di prendere le mie insufficienze»

«scusa... non volevo infastidirti» sussurra dispiaciuto, guardandomi con gli occhi da cane bastonato. Credo di averlo offeso senza volere.

Quando ha questa espressione ho quasi l'istinto di abbracciarlo e non lasciarlo mai più andare, e pensare che gliel'abbia fatta venire io mi rende incredibilmente triste.

«ma no, ma che hai capito? non mi infastidisci scemo, non intendevo te. Mica mi stai obbligando, e se lo avessi fatto saresti stato un tantino inquietante in effetti, e ti avrei interrotto ancor prima di farti cominciare» gli accarezzo il volto.

«mh, non ti credo, ma facciamo finta di sì, vuoi dei pasticcini?» Toglie dolcemente la mia mano dalla sua faccia e si alza. Odia quando gli tocco le guance, ma è più forte di me.

«e tu vuoi farmi prendere 20kg?» alludo alle 2 cioccolate che ho già bevuto, ed ai cornetti che ha continuato ad offrirmi per tutto il pomeriggio.

«no, ho un idea...» sussurra impercettibilmente. Prende alcune lingue di gatto, una coppetta di panna ed una di nutella.

«l'idea consiste nel ricattarmi con il cibo?» trattengo un sorriso.

«una mezza roba. Facciamo così, adesso ti lascio esattamente 5 minuti per ripassare tutto, e allo scadere del tempo ti faccio le domande, e per ogni risposta giusta ti do un biscotto con panna e nutella» mi spiega tutto fiero del suo piano.

«e se io preferissi i baci?» mi sporgo in avanti con fare seducente.

«allora vorrà dire che riceverai anche quelli» mi fa un occhiolino allontanandosi.

«ci potrei stare» sorrido, e lui mette il timer al suo telefono.

Mi chiedo davvero come abbia potuto trovarmi un fidanzato così ordinato, io che di ordinato ho solo i capelli, e solo nei giorni fortunati.

Mi affretto a ripassare, o meglio studiare tutti i miei appunti e le pagine del libro. Non voglio deluderlo, e già mi sento in colpa per averlo offeso senza volerlo. So che mi vuole solo aiutare, e che davvero non riesce a comprendere la mia visione di scuola.

Il timer suona e Ben mi toglie il libro dalle mani, pronto ad interrogarmi. Ho più ansia di quando a farlo è il mio professore, e questo non è normale per niente.

Inutile dire che dopo 5 domande risposte in modo errato il mio caro fidanzato ha capito che proprio di fisica non ne capisco nulla, ed ha iniziato a spiegarmi lui stesso i paragrafi, con metodi non poco divertenti, che sono serviti a farmi memorizzare le cose.

È dovuto andare più volte a servire i clienti, come dopotutto è giusto che sia, ed io in quei momenti ho cercato di distrarmi il meno possibile, e di continuare da me.

«ultima domanda» dice Ben tenendo un biscotto con nutella e panna nella mano sinistra, il libro nella destra, ed un sorriso fiero stampato sul volto, data la prontezza con la quale ho risposto alle ultime 9 domande.

«ed anche questa è... corretta!» Fa tutto emozionato, venendomi ad abbracciare.
Per entrare ancora di più nella parte stava in piedi.

«grazie» sussurro al suo orecchio.

«di niente Lili»

«lo sai? Sei il mio professore preferito» mi stacco leggermente da lui per guardarlo negli occhi.

«wow, che onore, posso ritenermi orgoglioso di me, ma sopratutto di te» ride e mi lascia un bacio sulla fronte.

«sai essere dolce quando vuoi»

«io sono sempre dolce, e tu sei sempre fantastica» mi risponde baciandomi, mentre tiene le mani sulle mie natiche.

Amo questo ragazzo, non smetterò mai di ripeterlo.

«vuoi venire in vacanza con me?» mi chiede titubante una volta che ci siamo staccati.

«vacanza?» faccio io confusa.

«si, un weekend al lago a casa dei miei nonni, soli io e te, come la vedi?» mi accarezza i capelli.

«la vedo che partirei anche in questo momento» sorrido felice.

«e per i tuoi secondo te va bene?»

«credo di sì, papà farà il finto geloso, e mamma lo convincerà come solo lei sa fare, ma sotto sotto lo sanno entrambi che non mi direbbero mai di no per una cosa del genere» alzo le spalle.

Lollypops #wattys202Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora