I know you like me

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Se c'è una cosa che mia mamma non sa proprio fare quella è cucinare.

Dolci bruciati, pasta scotta, pane dolce e biscotti in grado di rompere i denti di chi li morde sono all'ordine del giorno in questa casa, eppure nessuno ho mai la forza di dirle quanto faccia schifo il suo cibo, forse per rispetto; io perché voglio farmi odiare ancora di più dal mio stomaco già sensibile di suo.

Infatti, fin da quando ho memoria, io e tutta la mia famiglia, all'infuori di mia madre ovviamente, preghiamo Rebecca di preparare lei la cena quando ci sono ospiti; ma dalla faccia che fa Shawn, che si trova esattamente di fronte a me, deduco che questa volta non sia andata esattamente così.

Prendo la posata e metto in bocca il primo cucchiaio di zuppa chiedendomi chi cavolo cucina la zuppa di giugno, ed al solo sentire quando questo brodo riesca ad essere freddo, lancio un'occhiata a Shawn pregando che non faccia commenti stronzi.

Mi rendo conto del gesto inutile che ho fatto solo quando realizzo che questo ragazzo non riesca ancora a leggermi nella mente, per fortuna aggiungerei, e che quindi dovrei mandargli un messaggio più evidente. Decido, perciò, di utilizzare il telefono.

A Shawn
Ti prego
Non fare commenti sulla zuppa

Da Shawn
Bambolina
Questa zuppa è un mix di sale e ghiaccio
Come faccio a mangiarla?

A Shawn
Prendi il cucchiaio
Lo metti nella zuppa
Ne prendi un po'
Lo porti alla bocca
Facendo attenzione a non versartela addosso come uno scemo
Chi conosce la tua stupidità potrebbe pensare che te la sei fatta sotto
E deglutisci
Tutto chiaro?

Scrivo tutti questi messaggi trattenendo un sorriso per la mia simpatia, cercando di mangiare io stessa senza destare sospetti.

Da Shawn
Cos'è? Un tutorial di wikihow?

A Shawn
No
Un tutorial di Lili caputo

Da Shawn
Non riuscirò a reggere per molto
Mi sta venendo voglia di vomitare

A Shawn
Ti pregooo
Fallo per me

Da Shawn
Le mie papille gustative mi stanno implorando di smettere

A Shawn
Immagina di star mangiando altro
Tipo
Pensa che in realtà è un gelato

Da Shawn
Ma quanto sei strana?
Comunque okay
Ci provo

A Shawn
Grande
Ti lascio al tuo piatto

Spengo il telefono e lo metto in tasca. In questo momento un gelato ci vorrebbe davvero; se non ci fossero queste persone in casa mia, e se non avessi accidentalmente baciato il mio gelataio preferito, mi fionderei da white ad ordinare una bella coppetta solo panna.

Non so come ma la cena finisce senza avvenimenti completamente fuori dal comune e Shawn riesce persino a finire, quasi, la sua zuppa, rifiutando prontamente, però, il dessert.

I miei genitori sono ancora a tavola e con loro quelli di Shawn, le mie sorelle sono chissà dove per la casa e mio fratello si è addormentato.

Che picci.

«andiamo in camera tua» fa Shawn sedendosi vicino a me sul divano con aria seducente.

«perché dovremmo?» chiedo incrociando le gambe sul sofà, guardandolo negli occhi.

«ho mangiato una zuppa che avrebbe fatto piangere chiunque dalla disperazione, puoi fare anche tu per una volta come dico io?» insiste lui, e per una volta non riesco a dirgli di no.

Mi alzo dal divano portando con me il cellulare, che si trovava sul tavolino di fronte a me. Salgo le scale con Shawn dietro di me uno o due passi.

«benvenuto nel mio regno» scherzo aprendo la porta con fare teatrale.

«c'ero già stato, non ricordi?» mi risponde Shawn tuffandosi subito dopo sul mio letto.

Tutta sta confidenza pt.2?

«giusto» dico cercando di spostare il suo corpo per farmi spazio, è il mio letto dopotutto no?

Guardiamo entrambi il soffitto con un silenzio che dovrei chiamare imbarazzante, ma che in realtà trovo alquanto rilassante.

«credo di starti antipatico» sussurra girandosi dalla mia parte prima di farmi una carezza leggera sui capelli, facendomi chiudere gli occhi d'istinto.

«nah, l'antipatia è un'emozione che non mi piace provare» rispondo riaprendo gli occhi sorridente dopo un paio di secondi.

Perdere tempo dietro alle emozioni negative è ciò che di più stupido una persona possa fare, e per stupido non intendo lo stupido che fa sorridere, ma quello che rovina e logora dentro.

«lo sapevo, io ti piaccio da impazzire» mi fa un occhiolino, ed io in risposta scoppio a ridere.

«no, non direi nemmeno così» scuoto la testa divertita.

«ammettilo, ti piaccio» fa lui prendendomi il viso tra le mani.

Questa vicinanza inizia a non piacermi.

«mi dispiace distruggere i tuoi sentimenti, ma io non ti conosco nemmeno in realtà» dico sinceramente, non capendo più se il suo tono sia scherzoso o serio.

«conosciamoci» alza le spalle per poi mettermi un braccio dietro la testa ed accarezzarmi il braccio destro.

«non funziona così» sorrido.

«Sisi, facciamo un gioco, ognuno deve dire una cosa di se entro 10 secondi, chi non riesce perde e deve fare una penitenza ci stai?» mi propone con uno strano luccichio negli occhi.

«ci sto» dico io mettendomi a sedere, subito seguita da lui, che appoggia una mano sul mio ginocchio.

«inizio io» dice lui.

«sono di Milano»
«sono di Roma»

«ho 20 anni»
«ho 17 anni»

«mi piace il calcio»
«anche a me»

«sono figlio unico»
«non bastano 10 secondi per fare la lista dei miei fratelli»  sorride.

«okay okay, che ne dici se la facciamo un po' più "strani"?» chiede guardandomi titubante, io annuisco solamente.

«sei pronta?» continua guardandomi ancora con quella faccia da cucciolo bastonato.

Ho fatto qualcosa di male senza accorgermene?

«inizio io» sussurra lui di nuovo, dal tono deduco più a se stesso che a me.

Qualsiasi cosa stia per dire, sicuro non sarà una stupidaggine, almeno non per lui.

«sono.. gay» dice guardandomi negli occhi, e lasciandomi completamente senza parole.

«ho vinto» urla alzando le braccia al cielo in segno di vittoria per poi tornare a fissarmi con un sorriso strano in faccia.

«sorpresa baby?» chiede sedendosi di nuovo vicino a me ed accarezzandomi i capelli allegro e preoccupato allo stesso tempo.

Lollypops #wattys202Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora