What makes you beautiful

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Mangiare latte e cereali per merenda è probabilmente la cosa che preferisco dell'estate; non che ci sia una vera e propria regola per cui io non possa mangiarli d'inverno, ma lasciatevelo dire, chocopops e latte freddo sono la vita.

Mando giù il primo cucchiaio non riuscendo a trattenere alcuni gemiti di piacere, posso sentire il sapore delle vacanze già da ora.

«potresti essere meno rumorosa? Sto cercando di studiare Lili ti prego» mi implora per la milionesima volta Reby. Siamo a giugno, a breve inizierà la sessione estiva, e mia sorella ha, ovviamente, appena iniziato a studiare.

«scusa scusa» le sorrido e provo a godermi il mio amato cibo in silenzio.

«LILI» grida dopo nemmeno 5 minuti per poi alzarsi incazzata dal tavolo, portando con se tutti i libri. 

Finisce sempre così: lei si riduce all'ultimo, ed a noi toccano settimane di agonia contagiati dalla sua ansia. In questi casi, se vai per aprire la bocca sei morto, e per paura di essere la sua prima vittima reale, preferisco non chiederle scusa e volgo la mia intera attenzione verso il mio telefono.

Da Aaron
Liliii
Ho bisogno di te
Chiamami
Sono senza credito
Sbrigatiii

Sono passati 3 minuti dall'arrivo dei messaggi, mi auguro di non essere troppo in ritardo, e sopratutto che non sia niente di importante, anche se conoscendo Aaron sicuro si tratta di qualche cazzata inutile che ha fatto il gatto della sua vicina.

«ue dimmi» dico appena Aaron risponde alla chiamata.

«Lili qua la situazione è grave» sussurra.

Mi chiedo cosa intenda il mio amico per "grave".

«indovino...» inizio io con tono scherzoso.

«nono non c'è tempo, sono super di fretta, devo uscire con Emily, devo andare a casa della sua famiglia, ma qui Ben sta una merda, ed anche se lui non lo ammetterebbe mai, servi tu» mi spiega frettolosamente.

«arrivo, a più tardi» annuisco attaccando.

Sono ancora in pigiama, non c'era scuola oggi, essendo 2 giugno, e ne ho approfittato, come mio solito ultimamente, per rimanermene nel letto tutto il giorno.

Sono due giorni ormai che non vedo Ben, due giorni in cui ho avuto modo di pensare alla mia cotta per lui, e cavolo mi fa così strano ammetterlo, ma si, mi piace quello scorbutico inglese, e non so come potrà essere stare vicino a lui con questa nuova consapevolezza.

Salgo le scale del suo condominio per quella che è solo la seconda volta, eppure mi sembra di salire questi scalini con confidenza tale da essere quelli del palazzo di Charlie.

Busso alla porta e mi apre un Ben in pigiama, con una faccia che non nasconde tristezza e segni di lacrime lasciate correre sulle guance.

«ehi che ti succede?» chiedo abbracciandolo, non riuscendo a frenare l'istinto di stringerlo a me.

Non mi piace vedere la gente soffrire, i miei amici non lo meritano, Ben non lo merita.

Il mio abbraccio viene ricambiato da lui, che chiude la porta dietro di noi e mi porta sul divano mentre siamo ancora attaccati.

Sono sorpresa anche io dalla agilità con la quale sono riuscita a camminare, io che cado anche da ferma.

Gli accarezzo i capelli staccandomi leggermente da lui per guardarlo bene negli occhi gonfi.

«ti va di parlare?» gli chiedo incerta della risposta che riceverò, dopotutto è passato solo un mese dal nostro primo, strano, incontro, e so che è una persona riservata.

Ben annuisce solamente, e dalla dolcezza con cui lo fa, capisco che dovrò farmi molta forza per non scoppiare a piangere con lui.

«ho appena litigato con mio padre» mi spiega guardandomi, ed io aspetto che continui senza mettergli fretta, esattamente come aveva fatto lui a suo tempo con me.

«voglio cambiare facoltà, non mi importa nulla di comunicazione, mi interessa medicina, voglio fare il dottore» mi dice non interrompendo il contatto visivo.

«gli ho confessato che sto pensando di lasciare Roma per tornare in Inghilterra ed iniziare al più presto»

Io cerco di trattenere lo stupore come posso; non sapevo volesse tornare in Inghilterra.

Vorrei poter pensare che se il suo desiderio è questo, allora questo è ciò che deve fare, ma la parte più egoista di me, quella che non riesco mai a uccidere completamente, morirebbe al solo pensiero.

«non sapevo volessi andartene» lascio per sbaglio scappare le parole.

«non vorrei infatti, qua sono felice, siete tutti così simpatici, mi sono affezionato, ma qui si parla del mio futuro» mi spiega calmo, per poi accarezzarmi uno zigomo.

Ogni volta che mi tocca, anche in maniera impercettibile, mi ricordo del nostro discorso sull'affetto, e mi rendo conto di quanto valore lui dia a quel piccolo gesto, che diventa importante anche per me.

«se questo non sei tu, allora non puoi continuare a vivere una vita che non ti appartiene, non è giusto nei tuoi confronti, tu meriti di meglio» mi faccio forza a dire.

A volte fare la cosa giusta fa male, ma per quanto mi sia difficile ammetterlo a me stessa; Ben ha il dovere ed il diritto di essere felice e di stare bene con se stesso, e anche se questo significa che non lo vedrò più, mi va bene comunque.

«grazie» sussurra Ben riprendendomi tra le sue braccia, per quella che mi sembra essere la prima volta da quando lo conosco.

«ora però dobbiamo mandare via tutta questa tristezza» mi alzo dal divano e prendo Ben per un braccio per far tirare su anche lui.

Devo tornare al mio solito tono allegro.

«che proponi?» chiede regalandomi un piccolo sorriso.

«hai una cassa per la musica? Anzi meglio, dove tiene la cassa bluetooth Aaron?» rido trascinandolo per il salotto senza una meta.

«cosa?» chiede lui confuso.
«la cassa Bluetooth» ripeto.

Lui apre un cassetto della scrivania e mi passa ciò che gli avevo chiesto, io connetto il mio telefono alla cassa ed apro il mio amato Spotify per far partire la mia playlist preferita in questi casi: "fiestaaaa".

Prendo un telecomando ed un profumo, e passo quello più fragile a Ben, che nel frattempo continua a guardarmi come se mi fosse spuntato improvvisamente un fiore dall'orecchio.

Inizio a cantare ed a muovermi per la stanza, ridendo e ballando contemporaneamente sulle note di fireworks della magica Katy Perry.

Ben all'inizio è titubante, ma quando vede la mia voglia di mettermi in imbarazzo da sola, inizia a saltare con me facendomi ridere.

'«Cause baby you're a firework
Come on show 'em what your worth
Make 'em go "Oh, oh, oh!"
As you shoot across the sky-y-y» Urliamo noi insieme davanti lo specchio proprio come due dive.

O almeno ci proviamo, diciamo che per quanto io possa avere un inglese accettabile, in confronto al suo sembro più che altro un'anatra che prova ad abbaiare.

«ADOROOO» grido io quando mi accorgo che la seconda canzone che sta per partire è dei one direction.

Cantiamo "what makes you beautiful" a squarciagola, in piedi sul divano. Io improvviso ciò che ricordo del balletto di just dance.

«you know you're beautiful, and that's what makes you beautiful» Ben sorride cambiando Il testo della canzone.

La vicinanza, i one direction, il cambio di testo, non possono che mandarmi il cervello in pappa, e la mia bocca si muove in modo automatico verso la sua, in un bacio che non ho mai dato prima d'ora in vita mia.

Lollypops #wattys202Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora