I'm sorry

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Do un abbraccio finale ad Aaron prima di uscire dalla macchina. Mi ha chiesto svariate volte se voglio che mi accompagni dentro casa, ma io mi sono fermamente rifiutata. Non che mi piaccia camminare scalza sul marciapiede, ma è giusto che vada anche lui, abbiamo passato quasi due ore insieme, si sta facendo tardi.

«grazie ti voglio bene» sussurro uscendo dalla macchina.

«anche io bellissima, chiamami per qualsiasi cosa» mi sorride.

Apro la porta di casa con le mie chiavi, ma un secondo prima di attraversare la soglia scoppio a piangere di nuovo.

«che cazzo succede?» si gira mio padre nella mia direzione, trovandosi precedentemente sul divano.

«niente sto bene» scuoto la testa cercando di fermare le lacrime.

«bene? Ma se sei vestita come una scappata di casa, perché hai un asciugamano addosso? Di chi è questa maglietta? Lili sei pure scalza!» urla squadrandomi, mentre io mi fiondo semplicemente tra le sue braccia.

«mi stai facendo preoccupare seriamente, che hai?» ricambia la stretta titubante.

Io scuoto la testa e faccio per staccarmi, ma mi tiene ancora.

«vai a cambiarti, dopo parliamo» mi accarezza i capelli, ed io annuisco soltanto, per poi dirigermi verso le scale per andare in camera mia.

Entro in nella mia stanza stanca, e trovo dentro l'unica persona al mondo che in questo momento vorrei prendere a pizze in faccia.

«Lili dobbiamo parlare» sussurra Ben alzandosi dal mio letto, dopo un primo momento di shock quando mi ha visto.

Sta piangendo anche lui, ha gli occhi rossi e le lacrime secche sulle guance, ma non riesce a farmi pena comunque.

«chi ti ha aperto?» incrocio le braccia al petto.

«mi ha lasciato salire Tara» si avvicina cauto.

«e ti farà uscire Lili, FUORI» urlo forzando un  sorriso canzonatorio, mentre gli indico la porta.

«ti prego lasciami spiegare» mi supplica.

«hai avuto più di due mesi di tempo per farlo, adesso sparisci dalla mia vista prima che ti prenda a schiaffi» mi asciugo una lacrima che non sono riuscita a trattenere.

«piccola io-» prova a dire lui.

«esci Ben, non voglio sentire le tue inutili scuse» abbasso il mio tono di voce, non voglio dare spettacolo.

«ma io ti amo» sussurra disperato, provando ad abbracciarmi.

«no, non è vero, non mentire e non portar mal di rispetto ad una povera ragazza che ti ha aspettato per mesi» dico delusa, aprendo la porta.

«ti prego, dammi solo 5 minuti, 5 minuti e poi sarai tu a decidere» la richiude.

«ho già deciso» la spalanco di nuovo.

«Anche io, e non sono assolutamente disposto a cambiare idea» fa lui Ben serio, chiudendola ancora una volta, mettendosi poi davanti quest'ultima per bloccarla con il suo corpo.

«spostati» sono sull'orlo di una crisi di pianto.

«neanche per sogno» sostiene risoluto.

«lo hai voluto tu» sussurro prima di dargli una ginocchiata lì dove non batte il sole, che lo fa  accasciare leggermente, così da permettermi di aprire di nuovo la porta della mia camera.

«ti prego» continua guardandomi fisso negli occhi sofferente dal mio attacco.

«non sono dio, ed ora vattene se non vuoi che io gridi e ti faccia buttar fuori dalla mia famiglia» lo spingo fuori.

«vorrei potessi essere meno testarda, ma ti amo così come sei, scusa, ma non rinuncio, me lo hai insegnato tu» piange andando finalmente via, mentre io gli chiudo la porta in faccia, e mi butto sul letto scossa dai singhiozzi.

Una delle liti più calme che io abbia mai avuto, ma probabilmente la più dolorosa.

Mi addormento senza accorgermene, e quando mi risveglio sono le 2 di notte, ed io sono ancora in pessime condizioni, con vestiti che non potrebbero nemmeno essere definiti tali.

Prendo il telefono per farmi luce fino al bagno, così da farmi una doccia, ma prima di alzarmi vengo distratta da una serie di messaggi scritti da Ben.

Da numero sconosciuto
Lo accetto, non hai voluto parlare con me, hai tutte le ragioni del mondo per farlo, ma io non mi prendo un no come risposta, e conoscendoti so che leggerei l'intero messaggio, perché la tua curiosità è forse l'unica cosa che supera la tua testardaggine. Comprendi bene le mie parole, e ricorda che ti amo.
Mi sono fidanzato con Olive ormai 4 anni fa, il motivo non lo so nemmeno io, piaceva a mia madre, a lei non piace niente e nessuno, forse nemmeno il suo stesso figlio, ma quella è un altra storia. Olive nel corso di questo tempo mi ha tradito innumerevoli volte, ma non me ne è mai sinceramente importato nulla, come a lei del resto. Sono venuto in Italia senza il suo consenso, non ci siamo salutati prima che partissi, e ci siamo sentiti una sola volta, che tra l'altro era prima di conoscerti, la settimana dopo il mio arrivo a Roma. Quando ti ho incontrato per la prima volta non sapevo nemmeno sarebbe potuto succedere di nuovo, ed invece tu eri così insistente dal farmi passare le mie intere giornate a pensarti. Mi hai baciato tu la prima volta, che credo ricorderai perfettamente, ed allo stesso modo sei stata tu a chiedermi di fidanzarci, ed io sono stato troppo vigliacco per dirti la verità. Da quando stiamo insieme Olive è diventata l'ultimo dei miei pensieri. Io sono innamorato di te, non di lei, ma te ne avrei ovviamente parlato. Mi ha scritto ieri che sarebbe venuta in Italia a trovarmi, ed il mondo mi è letteralmente caduto addosso. L'ho lasciata tramite messaggi, mi sono sentito uno stronzo assurdo, ma l'ho fatto, e oggi te ne stavo per parlare a storia finita, invece lei è venuta a casa mia senza preavviso, rovinando tutto. Ora ti prego, non roviniamo quel che di bello c'è tra di noi, non voglio tornare a vivere senza di te.
Ti amo Lili.
Ti prego perdonami.

A numero sconosciuto
Quando mi hai scritto per la prima volta, ho deciso di non salvare il tuo numero, chissà, magari il sesto senso femminile. Sta di fatto, però, che per me sei stato davvero uno sconosciuto per tutto questo tempo, e le cose non cambieranno sicuramente ora.
Addio Ben.

Lollypops #wattys202Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora