Caleb trascorse la notte in ospedale, sorvegliato continuamente dagli agenti. I suoi parametri vitali restarono stabili, senza complicazioni.
Erik e Joseph invece passarono la loro prima notte in carcere, entrambi in una cella di isolamento, in due aree del penitenziario distanti l'una dall'altra.
Chloe, distrutta, si addormentò verso le tre del mattino, ascoltando la voce di Caleb presente in uno dei suoi tanti video. Verso le 8.00 di quella mattina, sobbalzò spaventata lanciando uno sguardo alla porta e rendendosi conto di essere a casa. Sospirò e gettò nuovamente la testa sul cuscino, prendendo consapevolezza della realtà. Si alzò da quel letto e raggiunse sua madre in cucina, sedendosi su uno sgabello.
«Ciao, mamma!» proferì, lanciando uno sguardo fuori dalla finestra.
«Buongiorno, tesoro» sorrise teneramente «stai meglio questa mattina?».
Annuì, sforzandosi di sorridere. «Non preoccuparti per la colazione, mi basta anche solo una mela e uno yogurt» le disse, recandosi davanti al frigo. Lo aprì e tirò fuori un vasetto, accomodandosi nuovamente sullo sgabello, dopo aver preso un cucchiaino «ho bisogno dell'auto, mamma. Non credo di potermi muovere a piedi, senza attirare l'attenzione dei giornalisti su di me. Ormai saranno qui sotto da ore».
«Chloe, ti prego» sospirò e la osservò «solo se torni entro un paio d'ore» le scostò una ciocca «cosa devi fare di così importante?».
«Non chiederlo, mamma. Fidati di me e basta, ok?» le posò un bacio sulla guancia «sarò qui per l'ora prevista, non preoccuparti. Ho bisogno di respirare nuovamente. Se resto tra queste mura, non risolvo nulla».
Annuì. «Fa attenzione, per favore» le porse le chiavi.
Le afferrò immediatamente, sorridendo. «Sono un'ottima guidatrice, lo sai!» le fece l'occhiolino, prendendo una mela dal portafrutta «la mangerò strada facendo»lasciò lo yogurt sul tavolo e le mandò un bacio volante, recandosi in camera e aprendo l'armadio. Prese un jeans skinny chiaro e un maglioncino rosa antico, iniziando a vestirsi frettolosamente. Si recò in bagno e aprì il suo beauty case, estraendo il mascara e un rossetto nude. Si truccò velocemente e legò i capelli, infilandosi le scarpe da ginnastica. Indossò una giacca in pelle e si guardò allo specchio, facendo un grande respiro. Aprì il cassetto e tirò fuori da una busta lettere cento dollari, uscendo di casa velocemente. Scese nel garage e si diresse all'auto di sua madre, salendoci su. Mise in moto e strinse il volante tra le mani, riacquistando il pieno controllo. Uscì all'esterno e notò i giornalisti davanti al palazzo, optando per una strada secondaria. Circa venti minuti dopo, arrivò all'ospedale dove si trovava Caleb e parcheggiò sul retro, dirigendosi all'interno. Si guardò intorno e riconobbe uno dei paramedici che avevano soccorso Caleb, fermandolo immediatamente.
«B-buongiorno...» disse, provando a restare calma «ho bisogno di parlare con lei, riguardo le condizioni di salute di Caleb Jones».
«E lei sarebbe?» la osservò e spalancò gli occhi, riconoscendo la ragazza «Miss Morgan? Che ci fa qui?».
«I-io...» lo guardò imbarazzata, scuotendo la testa «la prego, non mi chieda nulla. Ho solo bisogno di sapere come sta Mr Jones!» lo fissò, sperando in una sua informazione.
«Non potrei parlarne, ma per lei farò un'eccezione» sospirò «è in fase di miglioramento. Non sono stati toccati organi vitali. Potrebbe uscire domani stesso, ma stia tranquilla» sorrise «quel criminale non le arrecherà nessun altro problema. È piantonato in continuazione. Non c'è pericolo».
Quelle parole la rasserenarono immediatamente, ignorando la parte finale del discorso. «La ringrazio, dottore! Avevo bisogno di saperlo. Non dica a nessuno che sono venuta fin qui, per favore. Vorrei tenere lontano i giornalisti il più possibile» disse, facendo un sospiro di sollievo. Una infermiera passò di lì e notò Chloe, corrugando la fronte. Non capì i motivi della sua presenza e la osservò pensierosa, andando da Caleb per il cambio flebo.
Lui la vide entrare e osservò ogni minimo movimento, restando in silenzio. Lanciò un'occhiata all'esterno e notò le guardie. Sospirò e distolse lo sguardo, rivolgendolo verso la finestra.
La ragazza lo guardò e continuò a pensare a Chloe. Gli cambiò la flebo e fece un sospiro.
«Miss Morgan è qui!» gli comunicò, osservando la sua reazione.
Spalancò gli occhi, irrigidendosi. Abbassò lo sguardo e sospirò. «Come sta?».
«Mi chiedo come possa una donna che ha vissuto l'inferno essere così indulgente nei confronti del suo carnefice» ribattè, recandosi alla porta «nonostante la sofferenza sul suo viso, riesce ad essere comunque bella. Non sta bene e si nota!»terminò, rispondendo alla sua domanda.
Le rivolse uno sguardo. «Lei non sa nulla. Quindi eviti di pronunciare parole insensate, o potrebbe pentirsene» disse a denti stretti, volgendo subito dopo nuovamente lo sguardo al cielo.
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35 DAYS OF YOU
ChickLitSacramento. California. Samuel Morgan, un ricco uomo spietato, decide improvvisamente di chiudere la sua azienda metalmeccanica vendendola per una cospicua somma e licenziando senza spiegazioni gli ottanta operai. Tre di loro, Caleb Erik e Joseph, o...