NOTIZIE INASPETTATE

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Trascorsero quattro mesi da quel giorno. I due iniziarono a progettare la loro casa e andarono a trovare Erik tutti i fine settimana, assicurandosi che stesse bene. Nel mentre, però, qualcosa di inaspettato e magico cambiò leggermente i loro piani.
«Amore...» esclamò Chloe, raggiungendo Caleb nel capannone dove era ormai solito lavorare al loro progetto.
«Ehi, micetta» alzò lo sguardo «stai meglio?».
Si portò una ciocca dietro l'orecchio. «I-in realtà, ho capito cosa mi fa stare male...» rispose, toccandosi nervosamente l'orecchino.
Corrugò la fronte. «Niente di grave, spero» le si avvicinò.
Lo guardò, mordendosi il labbro più volte. «N-no, anzi!» sorrise appena «diciamo che...Ho dato per scontato la cosa più ovvia» sfilò dal taschino posteriore dei jeans un test di gravidanza, mostrandoglielo «due linee, quattro mesi di malesseri vari» susseguì, osservando la sua reazione.
Spalancò gli occhi, trattenendo il respiro. «S-sei...sei incinta?» afferrò il test, fissandolo.
Annuì. «Cal...lo so che, probabilmente, non sei pronto. I-io ho sempre avuto un ciclo irregolare e lo stress degli ultimi mesi credevo stesse contribuendo a farle tardare. Fino a quando non mi sono sentita male con più frequenza e ho capito che poteva essere questo» gli spiegò, toccandosi la pancia istintivamente.
Si sedette su una poltrona, portandosi una mano sulla fronte e continuando a fissare quelle due linee. «Ma sei sicura che questo aggeggio funzioni?».
«Ne ho fatti due, in realtà! E sono risultati entrambi positivi» lo informò, andandogli vicino «c'è un Jones qui» si accarezzò il ventre, sorridendo teneramente.
«Cazzo...» proferì, guardando la sua pancia «io non so nemmeno badare a me stesso e adesso diventerò padre?» la avvicinò ancora e posò le labbra sulla sua pancia «che ci fai tu qui dentro?».
Accarezzò i suoi capelli, passando le dita tra le ciocche. «Tu saprai amarlo e proteggerlo! Esattamente come hai fatto con me...» gli posò un bacio sulla testa, guardandolo con dolcezza «lui è il frutto di ciò che ci siamo donati, Cal! Sarai un padre meraviglioso».
«Hai capito cosa sta dicendo questa pazza? Che io sarò un padre meraviglioso» proseguì «chi ti manda? Eh?».
Rise di gusto. «Sicuramente il destino, Caleb Jones! E penso che, a questo punto, sia stato concepito su quella spiaggia il giorno che sei tornato da me».
«Oh, cazzo!» si staccò, fissandola «non abbiamo preso precauzioni quel giorno» deglutì a vuoto «perché non mi hai detto che eri così fertile?».
Ridacchiò, godendosi ogni sua reazione. «Ma io come potevo saperlo? Con un ciclo sballato, non so mai quando ovulo» gli spiegò, alzando gli occhi al cielo «zio Erik sarà felicissimo. Hai appena avverato un suo sogno» lo punzecchiò.
«Già! Quel bastardo avrà pregato giorno e notte» si riavvicinò alla sua pancia «ti crescerà lui, visto che ci tiene tanto. Mi hai sentito?».
«No, amore! Lo crescerai anche tu. È tuo figlio...Non sei contento? Avremo un Caleb junior o una principessina».
Si accasciò. «Sei proprio sicura, sicura, sicura?».
Annuì lentamente, prendendogli la mano e poggiandola sulla sua pancia. «Tra cinque mesi lo avrai tra le braccia. E quando accadrà, il tuo cuore sarà stracolmo di amore per lui o lei».
Un sorriso comparve sul suo viso. «Mi hai sconvolto, lo sai? Ma non potrei mai dire di no al mostriciattolo qui dentro» la tirò a sé, facendola finire sulle sue gambe «ti amo, gattina».
Sorrise teneramente. «Ha sconvolto anche me, in realtà! Stiamo progettando la nostra casa ed ora arriverà un gattino a stravolgere la nostra vita. Ma io non potevo desiderare gioia più bella di questa» posò la mano sulla sua, dandogli un dolce bacio sulle labbra «ti amo, papino capriccioso!» strofinò il naso contro il suo.
«Non sono ancora padre» brontolò «pensi che dovrò tatuare un micino accanto a te?».
«Penso che dovresti!» confermò, gettandogli le braccia intorno al collo «non potrei essere più felice di così. Lui ascolta tutto, sai? Potresti dirgli qualcosa di bello, ora che hai immagazzinato la lieta novella» fece spallucce.
«Sono ancora sotto choc in realtà!» sospirò «a tua madre lo annunci tu. Io non voglio responsabilità».
Scoppiò in una grassa risata. «Di cosa hai paura, amore mio? Che scopra che hai fatto sesso prima del matrimonio?».
«Nah! Che ti ho messo un alieno qui dentro, in realtà».
Scosse la testa divertita. «Sei sempre il solito...» si accarezzò la pancia «tranquillo gattino mio, lui ti ama già infinitamente. Ha solo bisogno di un po' di tempo per metabolizzare» esclamò al piccolo, rivolgendo uno sguardo al suo uomo «grazie, Cal! Grazie per essere entrato nella mia vita, per avermi rubato il cuore, per avermi protetta, amata, rispettata. Grazie per il tempo che mi hai donato e per questo piccolo cuoricino che batte in me. A te devo tutto ciò che sono» accarezzò il suo viso, guardandolo con dolcezza «grazie, per avermi appena resa la donna più completa a questo mondo. Ti prometto che sarò una degna madre per tuo figlio».
Sorrise e la strinse forte a sé. «Guarda cosa mi tocca fare per amore» esclamò divertito, alzando la maglia di Chloe e baciando la sua pancia «diventerai una balenottera».
Lo schiaffeggiò sulla gamba. «Sarò semplicemente una gattina incinta di un micino o, magari, di due micini» trattenne una risata, pronta a godersi un'altra sua reazione.
«Oh per favore, no!» si portò una mano sul volto «cerchiamo di sfornarne solo uno, ok?».
Rise, annuendo. «Rilassati Cal! Ora ti sembra impossibile pensarlo, ma quando arriverà tutto ti verrà naturale. Il tuo istinto ti dirà sempre cosa fare e il tuo cuore lo amerà più di quanto immagini» passò le dita nei suoi capelli «ogni suo sorriso e abbraccio diverranno il tuo punto debole. Sarai il papà che ho sempre sognato per i miei figli!» gli spiegò, tranquillizzandolo «lo amerai più di quanto ami me. E se solo lo saprai in pericolo, tu non esiterai un solo istante a proteggerlo».
«In pratica sarò un uomo rovinato e che farà i capelli bianchi già da ora» sospirò poggiando la testa sul suo petto «ehi, però qui stai già diventando più morbida!».
Ridacchiò. «E sono destinate a crescere ancora, sai?» alzò gli occhi al cielo divertita «per la tua gioia, mi avrai prosperosa per un bel po'. O, magari, resteranno grandi anche dopo...».
«Wow!» guardò prima lei e poi la sua pancia, posandoci la sua mano «ehi, mostriciattolo...impegnati come si deve e io e te andremo d'accordo».
«Amore, ma è il nostro micino...Non un mostriciattolo» scosse la testa rassegnata «cosa devo fare con te, Mr Jones?!» lo guardò dall'alto, con estrema dolcezza «tanto lo so che lo ami già immensamente. Quando sentirai il suo cuoricino battere, ti renderai conto di che miracoli può fare la vita».
«Gli insegnerò a fare surf non appena sbuca fuori!» sogghignò.
Lo osservò attentamente. «Stai già iniziando a parlare come un papà, Mr Jones!» arricciò il naso, piegandosi sulle ginocchia. Lo guardò dritto negli occhi e prese il suo viso tra le mani, posandoci un bacio delicato sulle labbra «non cambierà quello che siamo io e te. Semplicemente, avremo questo micino che ci legherà per sempre».
«Miao!» strofinò il naso col suo «c'è sempre la soluzione di farlo crescere a tua madre...».
«Caleb Jones, nostro figlio sarà cresciuto da noi!» ribatté severa «avrà l'amore di una nonna, di uno zio e dei suoi genitori. E dovrai baciare molto spesso questo pancino» se lo accarezzò «perché lui deve sapere quanto lo ami, sin da ora».
«Stai pretendendo troppo da un uomo poco affettuoso» cercò di restare serio.
Alzò un sopracciglio. «Io ti ricordo come un orsetto dolcissimo» fece spallucce, saltellando fino al tavolo dove c'erano i fogli da disegno «adesso dovrai inserire anche la sua nursery sul progetto» lo guardò divertita.
«Perché?» li afferrò «può benissimo dormire in un cassetto del comò. Poi, quando sarà ormai troppo grande, lo mandiamo dalla nonna».
Spalancò la bocca. «Caleb, sei davvero pessimo!» gli mollò uno schiaffo sul petto «smettila di fare il duro, ormai è già nella tua anima questo gattino!» poggiò le mani sul tavolo e ci saltò su, sedendosi. Allungò la mano verso di lui e lo afferrò per la maglia, portandolo verso di sé «sarai un papà molto sexy...» gli posò diversi baci sul collo, accarezzando con le dita la sua schiena.
«E tu una sexy balenottera» le sollevò la maglia, facendola stendere «ti amo» posò le labbra sulla sua pancia e iniziò a baciarla con estrema dolcezza.
Chiuse gli occhi per un istante, godendosi quel gesto dolcissimo. «Ti amo tanto, amore mio!» sussurrò, alzando la testa per guardarlo. Sorrise teneramente e accarezzò la sua nuca, pervasa da una gioia mai provata prima «sei felice almeno un po'?!».
«No, per niente!» sogghignò, posando l'orecchio sul suo ventre «come dici? No mi spiace, tu non mi ruberai la mamma!».
Scoppiò a ridere, portandosi una mano sulla fronte. «Hai un papà alquanto stupidino, vedo!» lo guardò divertita «state già comunicando, però. È un buon segno! C'è altro che vuoi fargli sapere già da ora?».
Ci pensò su. «Oh sì! Cerca di essere solo uno, femmina preferibilmente...» la guardò «così non potrà rubarti a me!» fece spallucce «e le tette di mamma sono mie».
«Se ti piacciono le cose strane, vorrà dire che allatterò entrambi» lo punzecchiò «nessuno mi ruberà a te, Mr Jones! Sarò sempre la tua gattina maliziosa, ma con un po' di tette in più e un pargoletto da accudire».
Scoppiò a ridere e salì anche lui sul tavolo. «L'ho detto io che è un mostriciattolo!» la baciò con passione.
Infilò le dita nei suoi capelli e lo portò di più contro di sé, donandogli tutto l'amore che provava per lui. «Sarò sempre tua. Entrambi lo saremo» poggiò la mano di Caleb sulla pancia, mordendo le sue labbra «ora so dare una spiegazione alla mia voglia irrefrenabile di uova e bacon preparati da te!» fece una smorfia.
«Vorresti dire che ami la mia colazione solo per le voglie?».
«No! Io amo la tua colazione. Ma devi ammettere che, ultimamente, mangiavo anche il tuo piatto» ridacchiò «a lui piace molto, caro papino».
«Sarà una lei. E ha già capito chi comanda!» esclamò vantandosi.
«Mh...Mi sa che dovrei essere io quella gelosa! Forse è seriamente innamorata di te. Come darle torto, d'altronde!» lo prese in giro, baciandolo su tutto il viso «quando ci sposeremo sarà già con noi, Cal!» lo guardò sognante.
«Tua madre non è estremamente religiosa vero?».
Scoppiò in una grassa risata. «Hai più paura di mia madre che di diventare padre» si alzò sui gomiti, scuotendo la testa «si sentirà male solo un paio di volte ma...Andrà tutto bene! Sono sicura che ne sarà entusiasta».
Annuì. «Bene, non appena si sarà ripresa mi farò vedere» le stampò tanti baci sulle labbra.
«Ehm...C'è un piccolo problema, Cal!» lo guardò, mordendosi un labbro «le ho chiesto di portarmi gentilmente delle vitamine. E quindi sta venendo qui».
«Cosa?» scese immediatamente dal tavolo, iniziando a muoversi nervosamente per la stanza «e...e glielo dirai adesso?».
«Cal, calmati! No, non lo farò se non vorrai» scese anche lei, andandogli vicino «scusami, non volevo arrecarti fastidi e le ho chiesto un favore. Stai lavorando tanto ultimamente e preferisco non stressarti con le mie richieste. Purtroppo non sto bene, mi gira spesso la testa e siamo un po' lontani dalla città. Ci sarei andata io, ma a quanto pare non mi è possibile».
Sospirò, accarezzandole il viso. «Forse non ti è chiara una cosa! Io voglio solo sapere se tua madre mi ammazzerà se scopre che ho messo un mostriciattolo nella tua pancia prima del matrimonio».
Scoppiò inevitabilmente a ridere. «No, amore! Se ha risparmiato me dopo il rapimento, non mi lascerà senza un padre per nostro figlio» si avvicinò ancora, poggiando la fronte sul suo petto «sono spaventata tanto quanto te per questa gravidanza! Ma, allo stesso tempo, sono felice. Ne abbiamo passate tante, Cal! Ci meritiamo un po' di gioia».
Annuì. «Io sono felice, Chloe! Terrorizzato, vecchio, ma felice» la avvolse in un abbraccio, posando le labbra sulla sua testa «ti amo e amerò anche il mostriciattolo femmina».
«E se sarà un maschietto cosa farai, lo rispedirai alla cicogna?» chiese divertita, avvolgendo la sua vita con le braccia.
«Cal, Chloe, siete qui?» urlò Samantha dall'esterno, facendoli trasalire.
«È arrivata!» sussurrò lei, staccandosi da quell'abbraccio «s-sì mamma. Siamo nel capannone» proferì, deglutendo a vuoto. Lanciò uno sguardo alla poltrona e si fiondò su di essa, nascondendo il test.
«Oh, ecco i miei due figlioletti preferiti!» fece capolino, sorridendo.
«Ciao, mamma!» Caleb le andò incontro, abbracciandola e baciandola.
«Ciao amore mio!» gli diede un bacio sulla guancia «ti ho portato un bel panino, dal tuo fast food preferito» gli diede una pacca sul braccio «stai lavorando troppo, tesoro! Hai bisogno di forze».
«Ciao, mamma» Chloe le si avvicinò, abbracciandola.
«Come stai oggi, piccola mia? Sarà questa influenza che c'è in giro a debilitarti. Ti ho portato delle vitamine, alcuni integratori del tutto naturali e un buonissimo panino con patatine» le spiegò, sorridendole.
La ragazza guardò Caleb un istante e la ringraziò, scostando i fogli presenti sul tavolo per fare spazio.
Caleb si sedette sul tavolo e iniziò a gustare il suo panino. «Amore, vuoi un morso?».
Sospirò. «No amore, ti ringrazio!» accarezzò la sua mano, addentando una patatina.
«Allora, ragazzoni bellissimi, come procedono i lavori?» chiese Samantha, accarezzando la spalla di suo genero «stai facendo un ottimo lavoro, tesoro mio! La casa già sembra prendere forma».
«Lo so! Ma adesso dovrò aggiungere un'altra stanza» sogghignò «e la colpa è solo di tua figlia. Io le ho detto che va bene il cassetto del comò».
Spalancò la bocca, lanciandogli un'occhiataccia. «Grazie, amore! Sei sempre molto delicato nel dare notizie» ribatté acida.
Samantha li guardò entrambi stranita e corrugò la fronte, osservando i disegni. «Un'altra stanza per cosa?! Oh, avrai un tuo personalissimo studio per dipingere?» chiese, continuando a non capire.
Chloe la guardò e scosse la testa, non sapendo come dirglielo. «N-no mamma...» giocherellò con la patatina, visibilmente agitata.
«Figlia mia, ti prego. L'ultima volta che ho visto questa espressione sul tuo viso, è stato per dirmi di essere innamorata del tuo sequestratore» esclamò, iniziando a preoccuparsi.
«M-Mamma, non ho preso alcuna influenza! Quello che ha cercato di dire quell'idiota che sto per sposare è che...Ci servirà una nursery!» proferì di getto.
La donna la fissò incredula e spalancò gli occhi, portandosi una mano sulla bocca. «S-sei incinta?» chiese con un filo di voce, andando a sedersi sulla poltrona per non cadere.
«Te l'ho detto io che era una notizia shoccante!» fece spallucce, continuando a gustare il suo panino come se nulla fosse «non è colpa mia!».
Samantha lo fissò sconvolta e spostò lo sguardo su sua figlia, non riuscendo a dire nulla. Si toccò la fronte e cercò di incassare il colpo, facendo lunghi respiri.
Chloe lo fissò truce e gli lanciò contro una carta stropicciata, scuotendo la testa. «No, certo che no! Lo sanno tutti che i bambini li porta il postino» sbuffò, osservando sua madre.
«D-di quanto sei?» chiese dopo un po', abbassando lo sguardo sulla sua pancia.
«Quasi quattro mesi...» rispose, toccandosi nervosamente l'anello di Caleb.
«Quattro mesi?! Quattro?» urlò, accasciandosi sulla poltrona «oh, cielo! Ma avete deciso che dovete farmi morire voi due?».
«Sta tranquilla, mamma» lasciò il panino e scese dal tavolo, avvicinandosi a lei «mi prenderò cura di Chloe e del bambino. Non so come si fa, ma proverò ad essere un buon padre. E quando anche Erik sarà libero, la sposerò. Mi prenderò tutte le mie responsabilità» le fece un sorriso rassicurante.
«Puoi scommetterci che lo farai, caro genero! Altrimenti dovrai vedertela con me» sospirò rumorosamente «ma...Quattro mesi fa non uscivi dal carcere tu?» chiese, riflettendoci.
«Okay...» si alzò «sarà meglio che vi lasci sole» baciò Chloe «riferiscile che il mostriciattolo sarà femmina!» afferrò il panino e sgattaiolò fuori di lì.
«Quando andrai via lo ammazzerò, mamma!» scosse la testa rassegnata.
Samantha la osservò e si alzò dalla poltrona, scostandole una ciocca di capelli dal viso. «Me lo hai nascosto per tutto questo tempo, Chloe. Non ti fidi più di me?».
«No, mamma! L'ho scoperto oggi. Ho fatto il test due volte ed è risultato positivo... Quando ti ho chiamato, per la questione delle vitamine, stavo guardando la scatolina. Sapevo che dovevo togliermi questo dubbio, ma avevo paura. Sai che ho sempre avuto ritardi. Quando mi ha rapita, non ho avuto il ciclo per due mesi» sospirò «non ti nego che mi ha sconvolto inizialmente, ma non ho avuto alcun dubbio. Io voglio questo figlio! Lo vogliamo entrambi, anche se lui si ostina a fare l'imbecille».
La donna ascoltò sua figlia e sorrise teneramente, poggiando la mano su quel pancino quasi invisibile. «Oh, Chloe...Sei così piccola e sarai mamma!» si commosse, portandola contro di sé per stringerla forte «sei cresciuta così in fretta in questi ultimi anni» le riempì il viso di baci «io ci sarò, ok? Faremo tutto quello che è necessario per questa creatura. Dovrai andare dal ginecologo e vedere se sta bene. Ora conta solo questo».
Annuì. «Sì, più tardi contatterò il medico e prenderò un appuntamento» la rassicurò, lanciando uno sguardo a Caleb che era seduto sull'amaca «è terrorizzato, mamma! All'inizio non so come l'abbia presa...Sembrava spaventato».
Samantha sorrise e le posò un bacio sulla fronte, andando da lui.
«Ehi genero! Temi una mia reazione, per caso?» lo guardò divertita, facendosi seria poco dopo «sono sicura che sarai un buon padre, Cal! Mia figlia è fortunata ad averti» lo guardò con dolcezza «so che l'idea ti ha spaventato. Ma so anche che potrete contare sul mio aiuto. È un dono arrivato all'improvviso e devi reputarti fortunato».
Sospirò. «Sono un casino completo. Come fate a pensare che sarò un bravo padre?».
«Caleb, non voglio che tu dica questo!» lo ammonì, sedendosi accanto a lui «hai pagato per i tuoi errori ed ora sei un uomo diverso! Hai giurato che ti saresti rimboccato le maniche e così hai fatto. Sei un ragazzo molto protettivo e forte. Mia figlia è felice da quattro mesi e lo sarà per molti, moltissimi anni. Stai costruendo la vostra casa e lo stai facendo con tutta la tua anima. Più ti guardo, più vedo un uomo che ha imparato dai suoi sbagli. Un figlio ha bisogno di questo. Di un padre che sappia insegnargli la giusta strada da seguire. E sono sicura che tu saprai farlo, perché hai conosciuto il male prima del bene».
«Io voglio solo insegnargli cose belle. Ma non so cosa significa l'amore di un genitore» guardò verso il cielo «cosa potrò insegnargli davvero? Quando dovrò fargli una carezza, o sgridarlo...come festeggiare i suoi compleanni...aiutarlo con lo studio. Io tutte queste cose non le so fare».
Gli prese la mano, stringendola nella sua. «Nessuno è pronto a fare il genitore, Caleb. Chloe l'ho voluta fortemente, pur sapendo che suo padre avrebbe preferito che abortissi. Ero terrorizzata tanto quanto lo sei tu! Ma la differenza è che io ero sola, pur avendo un marito. Tu, invece, potrai contare su di lei, me ed Erik. Chloe saprà sostenerti e guidarti in questo nuovo cammino. Festeggerai i suoi compleanni e lo riempirai di amore. Lo proteggerai e se sarà il caso lo sgriderai per il suo bene. Tu gli darai tutto ciò che ti è mancato, tesoro mio! E lo farai, perché dentro di te vorrai solo il meglio per lui. Ti assicurerai che non soffra e che sia felice».
Annuì. «Cercherò di dare il massimo, te lo prometto» la guardò «posso chiederti un abbraccio?».
Sorrise teneramente aprendo le braccia. Non appena lui si avvicinò lo strinse forte, amandolo come fosse davvero suo figlio. «Ti voglio bene, Caleb! Sei il figlio che non ho avuto, ma che avrei voluto con tutta me stessa! Sono orgogliosa di te e di ciò che sei» disse al suo orecchio, posandogli un bacio sulla guancia «ce la farai! Hai un cuore grande e c'è posto per mia figlia e questa creatura che il cielo vi ha donato».
«Grazie! Voi mi avete dato una ragione per non arrendermi...» chiuse gli occhi «non vi farò mai mancare nulla».
«Caleb, tu tendi sempre a proteggere tutti e a cercare di dare qualsiasi cosa a chi ami. So che ti risulta difficile accettarlo, ma lasciati amare e proteggere anche tu ogni tanto! Hai bisogno di tanto amore, figlio mio! Non devi assumerti per forza ogni responsabilità, facendoti carico di qualsiasi cosa. Hai delle spalle forti ma sei anche fragile» si staccò, accarezzando il suo viso «sei bello anche quando mostri queste fragilità. Sei umano e sei un uomo meraviglioso».
«Chloe non ha bisogno delle mie fragilità...Chloe ha bisogno delle mie spalle larghe, anche se ammaccate» sorrise «grazie. Mi ha fatto davvero bene questo momento».
Accarezzò i suoi capelli e annuì. «Ho detto a mia figlia di contattare un medico. Dovete sapere se il bimbo cresce bene, ok?!» gli posò un altro bacio sulla guancia, alzandosi «la prossima volta, quando decidete di farmi collassare, avvisatemi in tempo. Porto con me un paramedico» fece una smorfia.
Scoppiò a ridere. «Oh beh, io glielo avevo detto!» la vide arrivare «hai altre notizie nascoste?».
Corrugò la fronte. «Sì, amore mio. Ma lei lo sa già! Le ho detto che ti ammazzerò una volta soli» sbatté le ciglia e Samantha scoppiò a ridere.
«Ok, ragazzoni! È tempo che questa nonna torni a lavoro» baciò Chloe sulla fronte, dando una pacca sulla spalla a suo genero «fate i bravi e non riproducetevi troppo».
«Come? Lei mi minaccia di morte e tu vai via?» si finse terrorizzato.
Samantha ridacchiò. «Sono sicura che saprai difenderti, Mr Jones!» gli fece l'occhiolino e dopo avergli dato un bacio sulla fronte, andò via.
«Andate molto d'accordo voi due! Bacia più te che me» fece una smorfia, sedendosi con difficoltà sull'amaca.
«Avevo bisogno di un po' di affetto materno» fece spallucce e mise la mano sulla sua pancia «non vi deluderò. Sarò un padre super presente!».
«La mamma ti ha fatto riflettere, eh?! Lei ci riesce meglio di me» sorrise teneramente, poggiando la mano sulla sua «non ho mai avuto dubbi, Cal! Tu amerai questo bimbo incondizionatamente» sospirò «adesso voglio solo assicurarmi che stia bene e che sia sano. Ho contattato il medico mentre parlavi con mamma. Domani abbiamo un appuntamento con lui e, magari, potresti portare ad Erik l'ecografia. Ne sarebbe davvero felice».
«Molto volentieri» sorrise «voglio proprio vedere a chi assomiglia questo esserino qui».
«Sono sicura che sarà la tua fotocopia, Cal! Un biondino bellissimo come te» passò le dita sulle sue nocche «da me prenderà il carattere, invece!» lo punzecchiò.
Avvicinò il viso alla pancia. «Non ascoltare la mamma! Lei vuole solo scherzare».
Scoppiò a ridere, prendendogli il viso tra le mani. «Passerei la vita a ridere delle tue battute, Caleb Jones! Non so cosa io abbia fatto di buono per meritarti, ma ringrazierò sempre il cielo per averti condotto da me» premette le labbra sulle sue, baciandolo con estrema passione. Lo strinse forte a sé e lo coccolò, sentendo il cuore scoppiarle di gioia. Quella notizia improvvisa aveva stravolto i loro piani, cambiando in un attimo la loro vita.

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