GIORNO 16

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Il mattino seguente, Erik verso le 9.00 portò la colazione a Chloe e lanciò uno sguardo fuori, chiedendosi dove fosse Caleb. Sospirò e si mise a mangiare le sue uova strappazzate, accendendo la tv.
Quello che era successo il giorno prima e le parole di Chloe lo avevano scosso dentro. Pensò al suo amico e, dispiaciuto, sperò che lui la stesse almeno pensando.
Caleb infatti non fece altro che pensare a Chloe. Dormì molto poco, ma decise lo stesso di uscire. Passò davanti al fast food dove lavorava Clarissa e osservò la saracinesca ancora abbassata. Ripensò alle ultime parole pronunciate da quella donna e un sorriso amaro aleggiò sul suo viso. Forse valeva davvero zero, ma con Chloe accanto valeva un po' di più. Ma era disposto a far perdere valore alla ragazza che tanto amava? Questa era la domanda che lo tormentava da giorni.
Chloe nel frattempo addentò una fetta biscottata, lanciando uno sguardo a quella porta che la separava dal mondo, da Caleb e dalla sua voglia di correre da lui. Un sorriso malinconico attraversò il suo viso quando, inevitabilmente, il ricordo di lui che la svegliava facendo baccano saltò alla sua mente. Ingoiò quel boccone a fatica e sorseggiò il caffè, posando tutto sul comodino, poco dopo.
«Ovunque tu sia, io bacio il tuo cuore, Cal!» sussurrò tra sé, accarezzando il suo braccialetto di metallo. Si alzò e afferrò un palloncino quasi sgonfio posto in un angolo, accarezzandolo. Lì era contenuto il respiro dell'uomo che amava. Se lo portò al petto e chiuse gli occhi, disegnando con la mente il viso di Caleb «t-ti amo Cal...» disse sotto voce, restando lì per un tempo infinito.
Lui giunse a metà giornata, portando del cibo per i due. Prese la sua porzione e, senza dire nulla, si accomodò a tavola sfogliando il quotidiano.
Erik lo guardò ed evitò qualsiasi riferimento alla ragazza, ringraziandolo per il cibo. «Novità sul sequestro?!» gli chiese, rompendo il silenzio.
«Solo interviste a quello stronzo, che continua a vantarsi di avere il coltello dalla parte del manico» gli passò il giornale.
Lo afferrò e lesse un pezzo dell'articolo, scuotendo la testa. «Che grandissimo pezzo di merda! Osa dire che si è sempre comportato da padre esemplare, ma anche se questo gli costa molto non può cadere nella trappola dei sequestratori» scosse la testa schifato «a te importano solo i soldi, coglione!» spinse via il giornale, iniziando a mangiare la sua porzione «parleremo con la ex e vedremo se riuscirà a convincerlo».
«Sai la novità? Sono già iniziate le operazioni di demolizione dell'azienda dove lavoravamo. Ho saputo che apriranno un centro benessere».
«Che si fotta!» sbottò Erik«è solo un egoista del cazzo! Per il suo denaro ha perso tutto... Figlia, moglie, dignità. È avaro nell'anima» sbuffò «abbiamo gettato sangue e sudore per uno stronzo».
Sospirò, smettendo di mangiare. «Lei come sta?».
Bloccò la forchetta a mezz'aria, fissandolo. «Tu sai già la risposta. Non chiedermi di dartene certezza, Cal!» gli indicò un piatto accanto al lavello «la sua cena» disse, facendogli notare che avesse mangiato poco.
«Prima o poi il suo corpo sentirà il bisogno di mangiare» lanciò una breve occhiata verso il piatto di Chloe.
«Sicuramente...» ribatté, stringendo la mano in un pugno «Romeo non ha le braccia!» disse, lanciandogli una breve occhiata.
«Le acquisterò un nuovo peluche» bevve la birra.
Fece appello a tutto il suo autocontrollo, scuotendo la testa esasperato. «Assicurati che emani calore e la sappia stringere. Perché io non intendo abbracciare il suo corpo tremante ancora per molto! Se non ti importa nulla, a me importa eccome!».
«Cosa cazzo vuoi? Che vada da lei, dicendole che andrà tutto bene?» sbuffò «vado a comprare quel fottuto peluche!» si alzò e, ignorando le parole di Erik, lasciò il casolare.
«Sei una grandissima testa di cazzo, ma so quanto la ami!» disse lui tra sé, sorridendo.
Nonostante Caleb si ostinava a rifiutare l'idea che Chloe valesse più di ogni altra cosa, Erik vedeva nei suoi occhi l'amore. Lo stesso immenso sentimento che vedeva in quelli della ragazza. Si recò da lei e aprì la porta, scorgendo nella ragazza la voglia di ritrovarsi davanti Caleb. Lei, non appena vide Erik, sospirò con tristezza, sorridendogli.
«Il pranzo...» le disse, sedendosi al suo fianco.
Lei osservò quel cibo e capì immediatamente che Caleb era stato lì. «È qui, vero?» chiese, speranzosa.
Scosse la testa. «Non c'è!» rispose, notando nei suoi occhi l'infinita tristezza che ormai caratterizzava i suoi giorni senza di lui.
Si limitò ad annuire e si sforzò di mangiare, poggiandosi a Erik. «Grazie per essere qui...» gli disse, stringendogli la mano poco dopo.
«È mio dovere esserci, Chloe» le sorrise, invitandola a mangiare di più.
«Dimmi solo se sta bene, ne ho bisogno Erik» lo guardò, rattristandosi.
«Sta bene e sono sicuro che ti stia pensando» la rassicurò, restando accanto a quella donna fragile, fino a quando lei ne sentiva il bisogno.

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