GIORNO 17

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Quella mattina Chloe si svegliò, ritrovandosi Caleb ancora aggrappato a sé. Sorrise teneramente e accarezzò il suo braccio, voltandosi molto lentamente verso di lui, per poterlo avere di fronte. Si mosse piano e, non appena riuscì a guardarlo, si perse ad ammirare quello spettacolo che amava contemplare più di ogni altra cosa al mondo. Osservò il suo viso rilassato, le sue labbra disegnate, il suo naso, le sue orecchie. Si soffermò sui capelli raccolti in un elastico e sorrise con estrema dolcezza. Quello che le si stava presentando agli occhi, era tutto ciò che avrebbe voluto amare per sempre. Abbassò lo sguardo verso il suo petto e si lasciò cullare dal suo respiro lento, posando delicatamente la mano in direzione del cuore, per poter sentire il suo battito.
«Sei così perfetto...» sussurrò, guardando Caleb con tutto l'amore che aveva dentro.
Lui corrugò appena la fronte e, rilassandosi subito dopo, aprì gli occhi incontrando quelli di Chloe. «Buongiorno» sussurrò assonnato.
«Ciao...» sorrise, avvicinandosi e unendo le sue labbra a quelle di lui «mi piace la tua acconciatura» disse, strofinando il naso contro il suo.
Le sorrise teneramente. «Grazie» la portò più verso sé, affondando il viso nel suo collo e inalandone il profumo a pieni polmoni.
«Mi sei mancato da morire!» ammise, stringendolo a sé «non mi importa quanto tempo abbiamo, Cal. Io questo tempo voglio viverlo con te» accarezzò il suo braccio «grazie per l'orso. Lo amo infinitamente».
Annuì, guardandola teneramente. «Mi dispiace. È solo che...» sospirò, rabbuiandosi «niente. Hai ragione tu» sorrise «non è stato difficile trovare un orso piccolo quanto te!».
Lo fissò truce, dandogli uno schiaffo sul braccio. «Se non fossi così romantico, temo che dovrei preoccuparmi» alzò gli occhi al cielo «io non sono bassa, Caleb Jones! Sei tu che sei troppo alto» fece spallucce, ridacchiando poco dopo.
«No, io sono normale» scoppiò a ridere e le andò sopra «hai pianto troppo, micetta. D'ora in poi mi assicurerò che questo viso non venga bagnato dalle lacrime» la baciò.
Lo guardò da quella posizione, accarezzando il suo viso libero da ciocche di capelli. «Sei bello... Tu sei l'uomo più bello che i miei occhi abbiano mai potuto vedere. Amo come mi guardi, amo quando il sorriso illumina il tuo volto, amo osservare le tue labbra, mentre mi parli» alzò il bacino verso il suo «io non potrò più essere felice senza tutto ciò che sai darmi, Cal!» scese con le mani fino alle sue braccia muscolose e strinse la sua presa «mai nessuno potrà farmi sentire così viva».
La ascoltò attentamente e sorrise nell'intuire le sue mosse. «Cosa stai facendo, mia dolce micetta?».
«Ti sto chiedendo di farmi entrare nella tua anima, Caleb Jones» alzò la testa dal cuscino, baciandolo con estrema passione «voglio essere tua. Totalmente tua» sussurrò contro le sue labbra, soffiandoci su poco dopo.
«Chloe, Chloe. Sei davvero brava con le fusa, ma...» si alzò di scatto «adesso ho bisogno di fare colazione!» le fece l'occhiolino, andando via e lasciandola lì stupita e insoddisfatta.
Si alzò sui gomiti, restando spiazzata da quella reazione. Sbuffò e gettò nuovamente la testa sul cuscino, sorridendo poco dopo. «Sei proprio un idiota! Un meraviglioso idiota» disse, toccandosi le labbra con le dita.
«Alla fine ce l'hai fatta» esclamò Erik, non appena lo vide entrare in cucina.
«A far cosa?» si fermò sullo stipite della porta.
«Forse... Ad andare da lei?» rispose, passandogli il caffè «sei proprio un imbecille, Caleb Jones! Non avevo dubbi che il tuo cuore ti avrebbe riportato da lei».
«Ora capisco perché voi due siete diventati subito amici!» afferrò la tazza «avete la stessa identica lingua lunga».
Sogghignò. «Tu sai quello che ti fa provare, Cal! E so quante paure hai, ma hai il diritto di viverti questa storia» mise da parte un cornetto per Chloe, addentando il suo.
«Vorrei poterle assicurare la protezione che lei cerca» si sedette accanto a lui «ed è questo ciò che mi spaventa davvero».
Sorrise, nel vedere quanto lui tenesse a Chloe. «Non puoi darle certezze, ma torni sempre da lei. Mentre la tua mente si oppone, il tuo cuore sa che strada seguire, Cal! Se è Joseph il problema, sappi che io non starò a guardare se dovesse avvicinarsi a lei».
«Lui è solo uno dei motivi» si alzò «devo andare in città!».
Erik gli lanciò uno sguardo, corrugando la fronte. «Per fare cosa?!» chiese, osservandolo attentamente.
«Mi servono...protezioni!» sogghignò «portale la colazione!» andò via.
Erik spalancò la bocca, scoppiando a ridere poco dopo. «Hai finalmente capito come trascorrere il tempo, Caleb Jones!» disse tra sé, portando a Chloe la sua colazione.
«Ehi micina, sei pronta per la tua super colazione?!» chiese, entrando in camera.
«Mr. Simpatia ha preferito scappare ancora?» sbuffò lei, sedendosi sul letto.
«Diaciamo che... Aveva delle commissioni da sbrigare!» tagliò corto, sapendo esattamente di cosa si trattasse.
«È tornato Erik... Ieri mi ha detto le parole più belle che potessi mai desiderare» sorrise teneramente, addentando il suo cornetto «amo come mi fa sentire. Mai nessuno era riuscito a farmi essere donna tra le sue braccia. Con lui mi sento completa».
«E lui lo è con te, Chloe! Sono convinto che mai nessuna gli abbia dato quello che riesci a dargli tu!» le accarezzò il viso, sorridendole. Nonostante le paure, i timori, l'angoscia, Caleb aveva deciso di restare. Aveva deciso di darle l'unica cosa che poteva. Il suo tempo.

35 DAYS OF YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora