LIBERTÀ

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Chloe, come promesso, pagò la cauzione per Caleb e Erik, concedendo ad entrambi la riduzione di pena. A distanza di due anni, infatti, Caleb poté finalmente dire addio a quella brutta esperienza.
«Ehi, Jones...» esclamò un poliziotto, avvicinandosi alla sua cella «sei pronto per il trasloco?».
«Cos'è non mi volete più tra i piedi?» fece una smorfia, lanciando un'occhiata ad Erik, divenuto compagno di cella da oltre un anno.
Scoppiò a ridere. «Devi andare dalla tua gatta, non ti conviene restare qui!» ribatté Erik, alzandosi dal suo letto.
«Prepara i bagagli, torno tra un po'» lo informò la guardia, allontanandosi.
«Ti concedo un periodo di sesso sfrenato, ma non ti permetterò di sposarti senza di me, Jones».
«Cercherò di rimandare per un altro anno» promise, indossando i suoi abiti «non posso mica sposarmi senza testimone» sospirò «è giunto il momento di separarci».
Annuì, guardandolo in silenzio. Si avvicinò ancora e lo tirò a sé, stringendolo forte. «È giusto così, ragazzone! Devi tornare da quella splendida biondina» gli diede alcune pacche dietro la schiena, mascherando la tristezza.
«Devo controllare cosa ha combinato in questi ultimi anni» scoppiò a ridere «ti verrò a trovare tutte le settimane! Non ti lascio solo».
«Lo so! Voi uomini preferite sempre noi amanti» sogghignò «adesso sei solo, Cal! Vedi di comportarti bene con lei...Anche perché non potrò esserci io ad ascoltare le tue paranoie. A dire il vero, ora che ci penso, le mie orecchie potranno finalmente riposare» fece una smorfia.
«Sta tranquillo, ti tormenterò ogni venerdì» gli diede una pacca sulla spalla «farò il bravo e mi rimboccherò le maniche. Troverò un lavoro e inizierò a progettare la nostra casa».
«Ti concedo un anno di tempo per metterla incinta! Voglio un nipote, caro Jones...» fece una smorfia «potresti iniziare già da ora a non comprare preservativi. Dopo nove mesi, vedresti che miracoli può fare la vita» provò a persuaderlo.
«Quasi quasi resto qui» ci pensò su.
Scoppiò in una grassa risata. «Ci rinuncio!» scosse la testa divertito, abbracciandolo un'ultima volta. La guardia tornò da loro e aprì la cella, lasciandolo passare.
«Ricordati di darle un bacio anche da parte mia. E dille che le sarò sempre grato per ciò che ha fatto per me» disse Erik, facendogli l'occhiolino.
Annuì. «Ci vediamo presto e non frequentare brutta gente» gli fece un cenno di saluto e andò via, verso la libertà desiderata da tempo.
Chloe guardò quel cancello più volte, camminando nervosamente avanti e indietro. Fece grandi respiri per calmare l'ansia e attese impaziente la sua uscita, desiderosa di stringerlo forte a sé.
La guardia accompagnò Caleb fino all'ingresso e poi lo salutò, stringendo la sua mano.
«Apro il cancello, Jones. Non farti rivedere mai più!» gli disse, accennando un sorriso. Premette il tasto e il cancello automatico iniziò ad aprirsi, catapultandolo in una realtà finalmente felice.
Lui osservò nervosamente le porte che si aprivano e vide la sagoma di Chloe che attendeva dall'altro lato. Uscì di lì e improvvisamente lasciò cadere la sua borsa, correndo verso l'amore della sua vita. La prese in braccio e iniziò a riempirla di baci. «Amore mio bellissimo».
Scoppiò in lacrime, abbracciandolo più forte che poteva. Salì a cavalcioni sui suoi fianchi e sorrise, lasciandosi coccolare. «Amore mio, amore mio, amore mio...» disse più volte, stringendo i suoi capelli in una mano. Lo guardò un attimo e lo baciò intensamente, tornando a vivere. I suoi polmoni, sembrarono ricevere nuovamente ossigeno «è finita, Cal! Ora sei qui..Sei qui con me».
«D'ora in poi non ti lascio più andare. Sei mia, per sempre» inalò il suo profumo «ti amo!» la baciò ancora.
«Ti amo così tanto...È stato il periodo più interminabile e difficile di tutta la mia vita. Ma ne è valsa la pena! Ti ho tra le mie braccia e so che sarà per sempre, adesso!» sorrise, riempiendo il suo viso di baci «voglio portarti al mare. Su quella spiaggia!».
Annuì. «Andremo ovunque tu voglia» la rimise giù, scostandole i capelli «quanto mi era mancato toccarti».
«Mai quanto tu sei mancato a me, amore mio!» lo guardò ancora incredula e si asciugò le lacrime, sentendosi pervadere da una felicità indescrivibile. Prese il suo borsone e lo infilò nel portabagagli, lanciandogli un altro sguardo «pronto per l'avventura, Caleb Jones?».
Scoppiò a ridere. «Così? All'improvviso?».
Sorrise, passando le dita sullo sportello della sua cabriolet. «Ho acquistato quest'auto per noi, Mr Jones. Se non hai impegni per i prossimi anni, vorrei dare vita ai nostri sogni!» gli strizzò l'occhio.
Scosse la testa divertito. «A patto che ogni settimana mi riporti qui. Ho già programmato i miei appuntamenti col mio amante» si mise alle sue spalle «questa macchina è davvero bella» la baciò sul collo «siamo sicuri che la sai maneggiare?».
«Sarai qui ogni fine settimana, promesso!» poggiò la nuca sul suo petto «e...Anche se ti sorprenderà saperlo, sono un'ottima guidatrice! So maneggiare lei, tanto quanto saprei maneggiare il mio biondino preferito».
«Ti ritrovo sfacciata come al solito» la baciò sulla nuca e fece il giro, entrando in auto «vediamo quanto sei brava!».
Ridacchiò, salendo su anche lei. Mise in moto e gli lanciò uno sguardo, premendo sull'acceleratore per dare gas. «Questa bimba ama farsi sentire, Mr Jones!» proferì, godendosi la sua espressione incerta «bentornato a casa, amore mio!» gli sorrise, allontanandosi da quel luogo che aveva rappresentato per mesi la loro sofferenza.
Le sorrise di conseguenza e guardò dritto davanti a sé. «Fammi vedere quanto ti somiglia questa tigre» batté la mano sul cruscotto e si mise comodo.
Rise a quella affermazione, immettendosi nel traffico. Appena imboccò una strada a scorrimento veloce, accelerò, lasciando che il vento scompigliasse i loro capelli. Lo guardò ancora e cacciò un urlo liberatorio, respirando a pieni polmoni quella sensazione di pienezza, che la faceva sentire viva accanto al suo uomo.
«Libertà!» esclamò lui, alzandosi e aprendo le braccia «libertà!» ripeté urlando.
Chloe lo osservò un istante e fece un ampio sorriso, inserendo la freccia a destra, per effettuare una deviazione. Era giunto il momento di ridargli ciò di cui sapeva aveva bisogno. «C'è un cambio programma, Mr Jones!» lo informò, facendogli l'occhiolino.
Corrugò la fronte, ritornando al suo posto. «Non mi metterai la manetta al dito adesso, vero?».
Scoppiò in una grassa risata. «Oh, sì! Non vorrei che tu ci ripensassi...» lo punzecchiò, rallentando. Svoltò per una stradina e proseguì per quella via, evitando di rivelargli dove lo stesse portando. Dopo altri minuti si guardò intorno e parcheggiò, levandosi la cintura di sicurezza «devo mostrarti una cosa» gli sorrise teneramente «ti fidi di me?».
Scese anche lui, guardandosi intorno. «Hai comprato casa?» sogghignò, avvicinandosi a lei «mi sono sempre fidato di te».
Alzò gli occhi al cielo. «Sei sempre il solito curiosone!» strinse la mano di Caleb nella sua e attraversarono la strada, entrando in un palazzo.
«Sebastian, potresti dare un'occhiata alla mia auto gentilmente?» chiese, rivolgendosi al custode.
«Certamente Miss Wilson!» le rispose lui, lanciando uno sguardo al ragazzo accanto a lei.
La ragazza lo ringraziò ed entrò con Caleb in ascensore, premendo il tasto desiderato. Lo guardò un istante e, ancor prima che Caleb potesse fare domande, si avventò sulle sue labbra, prendendosi prepotentemente quel sapore che le era mancato da morire.
«Gran bel metodo per tenermi zitto!» sogghignò e la baciò ancora, sollevandola da terra.
Si aggrappò a lui e lo baciò con estrema passione, stringendo i capelli nelle sue mani. Respirò contro quella bocca e lo riempì di baci su tutto il viso, godendosi finalmente il suo uomo, senza più alcun timore. Il suono delle porte che si aprivano li interruppe, facendola sussultare . Si staccò dalla sua presa e ridacchiò, uscendo da lì.
«Lei mi fa uno strano effetto, ragazzaccio del mio cuore!» si fermò davanti ad una porta e inserì la chiave nella toppa, aprendola «benvenuto a casa Wilson» disse, scostandosi per farlo passare.
Entrò in casa e fece un fischio di apprezzamento. «A proposito di Wilson...» le rivolse uno sguardo «non eri Miss Morgan?».
«Questa è una delle cose più belle successe in questi due anni» gli sorrise, precedendolo «ho assunto il cognome di mia madre! I miei hanno preso un accordo a tal proposito e...Ho detto addio a quel verme, definitivamente».
Fece un ampio sorriso e la strinse a sé. «Sono felice per te».
«In attesa di diventare una Jones, ovviamente!» schioccò le labbra, prendendo la sua mano. Gli fece fare un giro della casa e poi aprì la porta della sua stanza, facendo comparire davanti agli di Caleb la tavola da surf, poggiata alla parete di fronte «aspetta te da ben due anni...» proferì, pronta a godersi la sua reazione.
Spalancò gli occhi e si avvicinò. «La mia bambina! La mia meravigliosa bambina» accarezzò il legno «ha avuto un fantastico restyling! E non scherzavi sul nome» esclamò divertito.
Sorrise con dolcezza, avvicinandosi a lui. Accarezzò la sua schiena e si beò della sua gioia, poggiando la guancia sul suo braccio. «Sono sicura che ha tanta voglia di farsi possedere...Ed è per questo motivo che andremo in spiaggia e mi mostrerai quanto sei bravo!».
Annuì entusiasta. «Non desidero altro!» continuò a fissare incantato la sua tavola «e sono certo che anche lei non vede l'ora».
«Ho prelevato tutte le tue cose da casa tua. Sono in quell'armadio» glielo indicò «prendi ciò che ti serve e se vuoi cambiarti, puoi farlo qui».
«Che impertinente!» sogghignò e andò a prendere gli abiti necessari. Si voltò verso Chloe e iniziò a spogliarsi.
Spalancò gli occhi e tossì appena, deglutendo a vuoto. «C-Cal...intendevo dire che...» si portò una ciocca dietro l'orecchio, evitando di guardarlo «non riesco a restare lucida se ti vedo in tutta la tua bellezza» ammise, sedendosi sul bordo del letto.
«Sei tu che mi hai detto che potevo cambiarmi qui!» sfilò il boxer e glielo lanciò contro, indossò il costume e la muta da surf, che segnava ogni sua forma.
Si tolse il boxer dal viso, lanciandogli un'occhiataccia. «Vuoi essere seriamente molestato, Mr Jones?» scosse la testa divertita e osservò il suo fisico, facendo una smorfia di apprezzamento «sei così bello. fatico a credere che tu sia tutto mio!» si alzò e andò ad aprire il suo armadio, afferrando un bikini, dei pantaloncini e una canotta bianca. Lo guardò e sfilò tutti gli indumenti, restando nuda davanti a lui «non dovresti provocare una gatta, Mr Jones!» lo provocò, indossando il bikini.
Sussultò e si allontanò di lì. «Non ci provare o si vedrà tutto!» la ammonì, afferrando la tavola. Uscì dalla stanza e trasalì, ritrovandosi di fronte Samantha «s-signora Wilson...».
La donna sgranò gli occhi, portandosi una mano sulla bocca. «Oh, cielo! Sei qui...T-tu sei qui?» lo fissò incredula e osservò il suo abbigliamento, facendo un ampio sorriso «Caleb, averti di fronte a me è un'emozione indescrivibile».
Sorrise, nonostante l'imbarazzo. «G-grazie. Anche per me è un emozione indescrivibile tornare a respirare la libertà» passò una mano tra i capelli.
Si avvicinò e accarezzò il suo viso, con fare materno. «Sei davvero bello. E sono molto felice di vederti, finalmente» lo abbracciò istintivamente, facendogli sentire il suo affetto.
«M-Mamma...» esclamò Chloe, arrivando da loro «credevo fossi al lavoro».
Si staccò, sorridendole. «Sono uscita prima per fare delle commissioni» lanciò un altro sguardo a Caleb «suppongo stiate andando al mare».
«Sì! Ha un talento da mostrarmi» le spiegò lei, accarezzandogli il braccio.
Lui fece spallucce. «In realtà lei non vede l'ora che io mostri la mia nuova tavola» diede un bacio sulla guancia a Samantha «grazie per tutto!».
«Caleb, potresti smetterla di darmi del 'lei' chiamandomi Wilson?» lo ammonì «sono Samantha da oggi, ok?».
«Ok!» rise imbarazzato «va bene, Samantha».
Gli diede una pacca sulla spalla, lanciandoli andare. Chloe fece un ampio sorriso e mandò un bacio volante a sua madre, uscendo di casa poco dopo.
«Dovremmo bloccarla, adesso!» gli disse, una volta arrivati davanti all'auto.
«Sta tranquilla!» infilò la tavola sui sedili posteriori, bloccandola sotto quelli anteriori. Afferrò la cintura di destra, agganciandola a sinistra e fece lo stesso con l'altra. Diede un piccolo colpo per vedere se si muovesse «perfetto!» esclamò soddisfatto.
Lo guardò stupita. «Tratti questa tavola come se fosse una donna, Caleb Jones! Dovrei seriamente esserne gelosa» ridacchiò, salendo in auto «sappi che immortalerò ogni minimo dettaglio di ciò che farai».
Scoppiò a ridere, accomodandosi accanto a lei. «Voglio proprio vedere se immortalerai tutto! Comprese le mie fan».
Si bloccò, lanciandogli un'occhiataccia. «Sei un uomo quasi sposato, Jones! Comportati da tale e nessuna di loro dovrà vedersela con me» lo avvertì, dirigendosi alla spiaggia «ricordati di sfoggiare il mio disegno davanti a quelle smorfiosette».
«Va bene, va bene» alzò le mani in segno di resa «però dovrai salire sulla tavola insieme a me».
«Cal, non mi sembra il caso...Non saprei nemmeno cosa fare» fece spallucce «rischierei di risultare una completa frana, davanti a tutte quelle donne desiderose di essere rapite da te» fece una smorfia.
«Resteranno insoddisfatte, perché non farò più nulla di illegale» accarezzò i capelli «e poi non hai alternative! L'unico modo per raggiungere la famosa spiaggia, è salendo sulla mia ragazza parcheggiata qui dietro».
Spalancò la bocca. «Stai scherzando, vero? Non mi avevi rivelato questo particolare!» gli diede uno schiaffo sul braccio «sei davvero incoreggibile!» svoltò a sinistra, seguendo le indicazioni «posso salirci anche se indosso solo un bikini e non una di queste mute?».
«Certo! Non ti porto a cavalcare le onde più pericolose...non sei pronta».
Si rilassò annuendo. «E allora, sarò ben lieta di salire con te su questa ragazzaccia!» accarezzò la sua gamba, notando il lontananza il mare «oh, siamo quasi vicini!» fece un ampio sorriso «la scorsa estate sono andata spesso in spiaggia, immaginando ci fossi tu al mio fianco. Adesso tutto ha un senso diverso! Sono tornata a vivere, quando quel cancello ti ha condotto da me».
«Il mio profumo preferito!» inalò a fondo l'aria «oltre il tuo» mostrò un ampio sorriso.
Sorrise teneramente e proseguì lungo la strada che conduceva alla spiaggia. Arrivati nei dintorni, parcheggiò e scese dall'auto, aiutandolo a sganciare la tavola. «Mi sento un po' nervosa a dir la verità...Sono emozionata e, allo stesso tempo, agitata».
«Da cosa?» corrugò la fronte, avvolgendo le sue spalle col suo braccio.
«Non lo so! Immagino tutte quelle donne e tu bello come il sole, ed io...Beh, io la tua ragazza! Mi guarderanno tutte e si chiederanno come sia possibile».
«Dovrebbe essere il contrario in realtà. Come può una meravigliosa creatura come te, stare con uno come me?» la baciò sulla fronte «sta tranquilla. Pensa che cavalcherò l'onda solo per te».
Gli rubò un bacio sulle labbra. «Io sono fiera dell'uomo che ho scelto!» gli sorrise «andiamo a far conoscere il mio dipinto a quelle donne, Caleb Jones!» strinse la mano nella sua, respirando a fondo l'odore del mare.
Annuì e si avviarono verso la spiaggia. «Wow! È rimasta sempre la stessa» si guardò intorno, felice come un bambino.
Lo osservò, incantandosi davanti a quella espressione pura che aveva assunto. «Dovresti guardare il tuo viso in questo momento, Cal! È la cosa più bella che i miei occhi stanno ammirando! Sembri un bimbo. Lo stupore nel tuo sguardo fa davvero bene al mio cuore» lanciò uno sguardo alla spiaggia e si perse in quella meraviglia, tranquillizzandosi immediatamente. Vide altri surfisti impegnati a cavalcare le onde, circondati da un pubblico femminile al quanto strepitante «wow, sanno come accogliervi, noto!» fece una smorfia.
«Sta tranquilla! Io penserò solo a te» la baciò «andiamo!» la prese per mano e si avviarono a passo spedito verso la riva.
«C-cosa devo fare?!» chiese, sbottonandosi il pantaloncino, mentre alcune donne si accorsero della sua presenza. Urlarono immediatamente il suo nome e lo acclamarono, cercando di attirare l'attenzione su di loro.
«Si ricordano di me...» sogghignò «rilassati, amore mio. Loro saranno qui per me, ma io sono qui per te» affondò la tavola nella sabbia e le prese il viso, baciandola con passione.
Alcune donne smisero di urlare, confuse per ciò che stavano guardando.
Chloe sorrise contro quella bocca e morse il suo labbro, guardandolo con dolcezza. «Ti amo!» sussurrò, strofinando il naso contro il suo «muoio dalla voglia di entrare nel tuo mondo. Questo è tutto ciò di cui hai bisogno, adesso!».
Mostrò un ampio sorriso. «Questa te la dedico, amore mio» afferrò la tavola e corse in acqua. Si mise steso su di essa e iniziò a nuotare verso il largo. Si sedette e attese la giusta onda. Salutò Chloe con la mano e, non appena giunse il momento, si mise in piedi sulla tavola da surf e iniziò a cavalcare l'onda come se non si fosse mai fermato.
Lo guardò incantata e si commosse inevitabilmente, felice per ciò che era riuscita a regalargli. Per la prima volta, si accorse di quanto Caleb fosse davvero se stesso su quella tavola. Osservò il suo modo di surfare e ne restò colpita, innamorandosi ancora una volta di quel ragazzo finalmente libero. Ripensò a quei due anni trascorsi lontani e ringraziò il cielo per non aver separato i loro cuori.
«Quanto sei bravo, vita mia» sussurrò tra sé, perdendosi in lui.
Cavalcò altre tre onde in modo impeccabile e alla quarta si tuffò. Risalì su di essa e si riavvicinò a riva. «Beh? Piaciuto lo spettacolo?».
Gli corse incontro e gli saltò addosso, bagnandosi anche lei. «Sei il migliore, amore mio! Mi hai regalato infinite emozioni» gli riempì il viso di baci, aggrappandosi forte a lui.
Rise spensierato, lasciandosi coccolare. «Ti conviene prendere le tue cose. Mettile nella mia sacca, è impermeabile».
«Oh, sì!» ripose il telefono nella tasca dei pantaloncini e infilò gli indumenti al suo interno, sistemandosi i laccetti del bikini «raggiungiamo la famosa spiaggia?» chiese euforica.
Annuì e si scostò un po' più dietro. «Salta su, micetta» batté la mano sulla tavola.
Fece come le fu detto e si posizionò davanti a lui, lanciandogli uno sguardo«sto davvero amando questo momento!» esclamò, sentendo l'adrenalina scorrere nelle vene.
«Tieniti forte, micetta. Dovremo assaggiare qualche piccola onda!» iniziò a sbracciare, spostandosi al largo.
Si aggrappò saldamente, non riuscendo a smettere di sorridere. Non appena arrivò un'onda, strinse di più la tavola tra le mani, cacciando un urlo. «Cal, mi sta piacendo troppo!» disse divertita, dopo averla superata. Si scostò i capelli bagnati dal viso e ridacchiò, in attesa della prossima onda.
«In queste cose ci vuole un pizzico di follia, amore mio» urlò, accorgendosi di un'altra onda in arrivo «ci riproviamo?».
Annuì, pervasa dall'euforia. «Non aspetto altro, Cal!» rispose, piegandosi in avanti per attutire il colpo. Non appena l'onda arrivò da loro, restò ben salda alla tavola, ridendo di gusto per la gioia che stava provando in quel momento.
Caleb cavalcò l'onda come se l'accarezzasse e alla fine raggiunsero la piccola spiaggia. Si sedette a cavalcioni e gliela indicò. «Eccola! Piccola e intima. E tutta nostra» le sussurrò all'orecchio, iniziando a sbracciare.
La guardò incantata e sorrise teneramente, ricordando il giorno in cui sognarono di essere lì. «Sono la prima che porti qui?!» chiese, mentre il cuore sembrò scoppiarle dentro.
«Sì! La prima e l'ultima» si fermò e le afferrò il mento, facendola voltare verso sé «non avrei mai potuto portare una delle tante in un posto così intimo. Né l'avrei fatta salire sulla mia tavola» sorrise e la baciò con passione.
Si lasciò trasportare da quel bacio che sapeva di lui, di salsedine e dell'amore che li univa più di ogni altra cosa. «Sono così fortunata ad averti!» sussurrò contro la sua bocca, mordendola delicatamente «ho trascorso così tanto tempo senza di te, che mi sento come se fosse la prima volta...».
«In effetti questa è una prima volta. Non abbiamo mai vissuto la libertà» le stampò un altro bacio e si tuffò, spingendo la tavola e raggiungendo la spiaggia «eccoci qua!» abbassò la zip, sfilandosi la parte superiore della muta.
Scese dalla tavola e si guardò intorno, amando quello che stava ammirando. Si avvicinò a lui e poggiò le mani sul suo petto, accarezzandolo lentamente. «Quanto sei bello, Cal! Non sai quanto ho desiderato tornare ad amare il tuo corpo. Nessuno sarà mai te!».
Le scostò dal viso una ciocca bagnata. «Sono tutto tuo. Io ti appartengo».
«Sarai per sempre mio! Ho resistito a quell'inferno, per vivere tutto questo...» posò alcun baci sulla sua pelle, scendendo lungo tutto il suo addome, piegandosi sulle ginocchia. Lo guardò dal basso e strofinò il naso contro il suo ombelico, percorrendo con la lingua i punti baciati poco prima. Passò le dita lungo la sua schiena e si alzò nuovamente, slacciandosi la parte superiore del bikini. Prese la sua mano e la poggiò sul suo seno, chiudendo gli occhi per un attimo «ti desidero da morire».
«Quanto ti ho desiderata!» le sfilò lo zaino dalle spalle e lo gettò, facendola stendere sulla sabbia «finalmente posso averti tutta per me» la baciò, accarezzando quel corpo che aveva bramato per mesi.
Portò la testa all'indietro, stringendo in una mano i suoi capelli bagnati. «Oh, Cal...» ansimò, sentendo le sue dita, toccarle il seno, lo sterno, l'inguine «ti amo così tanto!» sollevò il bacino istintivamente, sfiorando il suo pube «mi sei mancato come l'aria» sussurrò, premendo le labbra sulle sue, baciandolo con veemenza. Affondò la lingua nella sua bocca, liberando quel desiderio soffocato per mesi.
Caleb si sentì finalmente felice e capì di aver vinto una battaglia ardua. Ricambiò quel bacio con desiderio e la fece sua, donandole tutto l'amore di cui aveva bisogno.
Chloe soffocò un gemito nella sua bocca e si aggrappò alle sue braccia, lasciando i loro corpi liberi di amarsi.
Dopo tutto quel dolore, erano nel posto che avevano sognato nel giorno più importante della loro vita. Il piacere si fece sempre più inteso e li catapultò in un vortice di sensazioni incontrollabili, rendendoli incapaci di opporsi a tutta quella passione. Si baciarono, accarezzarono, strinsero. Si sussurrarono tutto l'amore che provavano l'uno per l'altra e, all'improvviso, sentirono il piacere esplodere, trascinandoli in una spirale di emozioni contrastanti.
«Quanto mi è mancato tutto questo!» esclamò lui, coprendo entrambi con il telo mare «ti amo» la strinse forte a sé.
Affondò il viso nel suo collo. «È bellissimo non avere più paura, Cal! Sono finalmente libera di viverti alla luce del sole. E potrò farlo per sempre».
Annuì, guardando l'orizzonte. «Ti è piaciuto cavalcare l'onda?».
«Da morire!» sorrise al ricordo «sei stato bravissimo, amore mio. Sembravi così felice mentre eri nel tuo mondo. Mi hai fatto sognare. Non vedo l'ora di imparare da te! Ho sentito l'adrenalina scorrere nelle vene e mi sono sentita viva».
«Avrai una tavola tutta tua e diventerai bravissima» la baciò sulla fronte.
«Disegnerò su di essa una luna che riflette sull'acqua e, al centro, scriverò il tuo nome» alzò il viso verso di lui per guardarlo «ti amo, Caleb Jones! Sei stato e sarai sempre il mio tempo migliore» posò un bacio sul suo petto, lasciandosi cullare dal battito del suo cuore.
«È appena iniziata la nostra avventura chiamata vita».
«Ce lo siamo meritati, Mr Jones!» mordicchiò il suo mento, stringendosi forte a lui, come se non volesse più liberarsi da quella presa.

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