«Amore, sono arrivati» urlò Chloe, notando l'auto di Erik percorrere il vialetto che conduceva al loro ranch. Lanciò uno sguardo a suo marito e sorrise teneramente, impaziente di incontrare nuovamente il suo migliore amico.
«Papino...Papino» esclamò Joshua, correndo goffamente davanti a suo padre.
«Ti acchiappo, monello!» Caleb lo rincorse, raggiungendolo e afferrandolo subito dopo «catturato!» girò su se stesso, riempiendolo di baci sul viso.
Joshua rise di gusto, arricciando il nasino. «Papino!» si aggrappò al suo collo, indicando con l'indice suo zio, accompagnato dalla sua nuova compagna.
Chloe fece un ampio sorriso e corse da loro, saltando addosso a Erik. «Sei qui...Sei tornato!» disse a gran voce, abbracciandolo fortissimo.
Lui scoppiò a ridere e le diede un bacio sulla guancia, stringendola forte.
«Benvenuti, abbiamo atteso con ansia il vostro arrivo!» proferì lei, rimettendosi in piedi. Guardò la compagna di Erik e abbracciò anche lei, presentandosi «sono sicura che ti piacerà vivere qui» le disse, sorridendo teneramente.
Layla annuì, ricambiando il suo sorriso.
«Zio Erik!» esclamò Caleb, raggiungendolo con Joshua sulle spalle. Lo mise giù e abbracciò il suo amico «mi sei mancato da morire».
Lo strinse forte, dandogli delle pacche dietro la schiena. «Non sai quanto sei mancato tu a me!» si staccò, rivolgendo uno sguardo alla sua donna «ti presento ufficialmente la mia compagna» disse fiero, guardandola con dolcezza.
La ragazza sorrise imbarazzata e allungò la mano verso di lui, presentandosi. «Erik mi ha parlato tanto di te. Sono davvero felice di conoscervi. Siete una famiglia stupenda».
«Vieni qui, ometto!» il ragazzo prese in braccio suo nipote, riempiendolo di baci «quanto mi sei mancato cuore mio!».
Il bimbo ridacchiò, gettandogli le braccia intorno al collo.
Chloe lo guardò e sorrise, accarezzando la schiena a suo figlio.
«Vi troverete bene in questa casa. L'ho progettata nei minimi dettagli. Un'abitazione condivisa, ma che dona la giusta privacy» spiegò Caleb alla ragazza «Erik mi ha spiegato che adori i cavalli...».
«Oh, sì! Da piccola mio padre mi portava a cavalcare tutte le domeniche» rispose, guardandosi intorno «so che avete una stalla qui».
«Certo, cara! Più tardi te la mostrerò, così lasciamo questi uomini ai loro discorsi noiosi» le fece l'occhiolino Chloe, facendola ridere.
«No, amore. Mostriamola subito!» Caleb invitò Layla a seguirlo. Si diressero alle stalle e lui si avvicinò a un meraviglioso cavallo bianco «questo si chiama Duster ed è il nostro regalo di benvenuto per te».
Spalancò gli occhi, portandosi le mani sul viso. Erik fece un ampio sorriso e lei si commosse, raggiungendo immediatamente il cavallo. «Oh, Cal...È bellissimo!» proferì sorpresa, accarezzando il suo muso.
Chloe sorrise e le andò vicino, accarezzando la sua spalla. «Siamo felici di averti nella nostra famiglia Layla».
La ragazza si voltò e l'abbracciò, dandole un bacio sulla guancia«siete meravigliosi... Davvero!»si diresse anche da Caleb, abbracciando anche lui«non so cosa dire, sono senza parole».
«Adesso potrai tornare a cavalcare, amore mio»disse Erik, accarezzando il suo viso.
«Bene! Lasciamo le donne da sole» esclamò al suo amico «abbiamo tante cose da raccontarci».
«A dopo, bellissime donzelle» Erik circondò le spalle di Caleb con il suo braccio, allontanandosi «allora, che ne pensi?» chiese, passandogli una sigaretta.
La afferrò. «Che non potevi scegliere di meglio» accese la sua sigaretta e quella di Erik «ha lo sguardo sincero e non fa altro che osservarti».
«Ne sono follemente innamorato, Cal! È bastato un suo sorriso e mi sono perso in lei. Sto provando così tante emozioni, da non riuscire a contenere la felicità» si accomodò sul dondolo «Avevi ragione, sai? Quando fai l'amore con chi ami, tutto acquisisce un sapore diverso. È tutto nuovo per me».
«Sono così felice per te! Lo meriti» sorrise «tua madre non riusciva a smettere di piangere per la gioia».
Scoppiò a ridere. «Mia madre ha pianto anche quando ha saputo della gravidanza di tua moglie. Ha praticamente la lacrima facile» fece una smorfia «è la donna della mia vita, me lo sento! Voglio sposarla e farci un figlio, non appena ci saremo sistemati qui».
«Posso darti consigli al riguardo» sogghignò «come prima cosa, non usare precauzioni».
Scoppiò in una grassa risata. «Seconda cosa, recarsi alla spiaggia conosciuta da Caleb Jones per una fecondazione immediata».
«Guarda, quello è il pezzo forte. Se vuoi ti presto la mia tavola».
Sogghignò«piuttosto... Cresce a vista d'occhio quell'ometto tutto suo padre» lanciò uno sguardo a Joshua, impegnato ad abbracciare sua madre «ha solo i colori di Chloe. Per il resto, ti somiglia ogni giorno di più».
Sorrise teneramente. «E pensare che volevo una femminuccia!».
«Tu la volevi, solo perché temevi che il maschio ti avrebbe rubato tua moglie» sogghignò «ed ora guardati...Vivi per lui! Dimmi un po', allargherete la famiglia o resterete solo con Joshua?».
Fece spallucce. «Al momento ci godiamo lui. In futuro chissà...» fece una smorfia a suo figlio che lo guardò «un altro figlio però mi piacerebbe».
«Dovevi ascoltarti quando mi esponevi le tue paranoie. Più si avvicinava il parto, più eri terrorizzato dall'idea di non farcela» rise al ricordo.
Il bimbo guardò suo padre e iniziò a correre verso di lui, inciampando poco prima di aggrapparsi al suo pantalone. Poggiò le manine per terra e alzò gli occhi verso di lui, ridacchiando. «Boom, papino!» esclamò, facendo perdere un battito ad Erik.
Appena lo vide ridere si tranquillizzò, scuotendo la testa divertito. «Trattiene il dolore come suo padre! È impressionante...».
Lo prese in braccio e lo riempì di baci. «È un leone. Impara in fretta» il piccolo scostò la camicia, facendo intravedere il tatuaggio di un piccolo gattino accovacciato.
«Io micio...no leone» lo indicò.
Erik scoppiò a ridere. «Sa pure dove lo hai tatuato eh?!» accarezzò i suoi capelli biondi, notando la straordinaria somiglianza con Caleb «è meraviglioso vedere quanto siete uguali anche nelle espressioni. Aggrotta la fronte come te!» baciò la sua manina.
«Io non aggrotto la fronte!» esclamò, osservando incantato il bambino «lo sai che sa già nuotare? L'ho portato sin da subito al mare. Non appena ho potuto, l'ho messo in acqua».
«Wow, diventerà un surfista bravo come te! È sveglio e intelligente. E possiede l'allegria di sua madre» sorrise, guardando il suo amico osservare Joshua con amore «Cal, sei completamente pazzo di tuo figlio! Adesso che ti ho davanti, posso dirti che i tuoi occhi brillano».
Gli rivolse un sorriso. «Lo amo da impazzire!» lo strinse a sé, tra le risate del piccolo «zio Erik, è vero che costruiremo una casa sull'albero a questo monello?».
«Assolutamente sì!» rispose, baciando il piccolo sulla guancia.
Joshua batté le manine, arricciando il naso. «Casetta papino, casetta alta!» indicò l'albero con il ditino.
«Sai, Cal...Dovresti fare un viaggio con Chloe! Non avete ancora avuto modo di fare il vostro viaggio di nozze. A questo piccoletto potremmo badare io e Layla».
«Non lo so...l'idea di stargli lontano mi terrorizza» sospirò «però mi piacerebbe tanto regalarle un viaggio. Da quando è nato lui, non abbiamo avuto molti momenti solo nostri. Non che mi dispiaccia, ma vorrei fare un regalo a Chloe».
«Dovresti pensarci seriamente, amico mio! I figli sono il dono più bello, ma levano anche tanto tempo ad una coppia. Io e quella pollastrella potremmo fare delle prove tecniche. Magari le faccio venire voglia di mollare subito la pillola» sogghignò.
Scoppiò a ridere, mettendo giù Joshua, che iniziò a rincorrere una farfalla. «Allora cercherò di convincere Chloe a lasciare il piccolo agli zii».
Gli diede una pacca sul braccio. «Tua moglie sta per farti un agguato! Sta arrivando alle tue spalle e credo voglia saltarti addosso. Fa finta di parlare» lo informò, gettando la cicca per terra.
Chloe si avvicinò piano e saltò sulle spalle di Caleb, urlando 'sei mio'.
Layla scoppiò a ridere e andò da Erik, cingendogli la vita con le braccia.
«Sei mio!» Joshua imitò sua madre aggrappandosi alla gamba di Caleb.
«Ok, ok! Sono di tutti e due» scoppiò a ridere.
Erik rise di gusto prendendo in braccio il piccolo, mettendoselo sulle spalle. «Tu sei di zio e zia, invece».
Layla accarezzò la sua gambina, sorridendo teneramente. «È un bambino bellissimo, complimenti!».
Chloe sorrise, dando dei baci sulla guancia di suo marito. «È tutto suo padre! Da me ha preso solo i colori».
«Nah! Ha preso anche la tua gioia» afferrò Chloe, facendola sedere sulle sue gambe «quando sorride è la tua fotocopia. Tanto da mandarmi in tilt».
«Amore mio dolce» gli diede un bacio sulla punta del naso, mettendosi comoda.
«Ragazzi, se non vi dispiace andrei volentieri a mostrare alla mia bellissima ragazza il nostro appartamento. Voi potete continuare a tubare, mio nipote viene con noi».
«Siete a casa vostra, sentitevi liberi. Tra poco si pranza, però! Caleb ha preparato dell'ottimo arrosto» li informò Chloe.
Erik piegò la testa di lato, fissando il suo amico interdetto. «E...Da quando cucini tu, Mr Jones?».
«Tra mia moglie e mia suocera, ho imparato a cucinare» fece spallucce «faccio anche un ottimo latte nel biberon!».
«Latte papino, buono!» esclamò Joshua, portandosi l'indice sulla guancia.
Chloe scoppiò a ridere, guardando suo figlio con dolcezza. «Il latte più tardi, amore mio. Tra poco c'è la pappa» gli mandò un bacio volante e Joshua provò ad imitare sua madre, baciandosi la manina.
«Oh, Chloe...È davvero un bimbo meraviglioso! È molto sveglio e attento» disse Layla, guardando il piccolo incantata.
«Sveglio come suo zio, ovvio!» ribatté Erik, sogghignando.
«Cerca di non deviare mio figlio!» sospirò rumorosamente.
Scoppiò a ridere e prese per mano la ragazza, allontanandosi con lei e Joshua.
«Sono proprio belli insieme vero, Mr Jones?» Chloe affondò il viso nel suo collo, mordicchiandogli la pelle.
«Sì...come noi» infilò una mano sotto la tua canotta «adesso che ci sono loro, che ne pensi se ti regalassi una luna di miele? Solo io e te».
Lo guardò sorpresa. «Dici sul serio?!» fece un ampio sorriso «e Joshua starebbe con Erik e Layla?».
«Joshua è grande abbastanza da badare a sé stesso» rispose sarcastico.
Scoppiò a ridere. «Disse il papà apprensivo e iperprotettivo» gli riempì il viso di baci «facciamo questa pazzia, Caleb Jones!» susseguì felice «magari partiamo in due e torniamo in tre» lo punzecchiò.
«Ricorda la pillola in valigia, amore mio!» ribatté.
Ridacchiò. «Va bene, ho capito!» gli mordicchiò il mento «e...Dove vorresti portarmi?».
«In un luogo esotico. Tipo le Maldive» sorrise.
Battè le mani felice. «Oh, Cal. Non desidero altro!» gli gettò le braccia al collo, stringendolo «sarà strano senza nostro figlio, ma abbiamo bisogno di un momento solo nostro! Sono cambiate così tante cose in questi due anni, da non aver avuto nemmeno il tempo per pensare».
«Mi dispiace, micetta» le accarezzò il viso «sei così giovane. Dovresti girare il mondo e invece ti ritrovi a fare la mamma a tempo pieno. Ma ti prometto che d'ora in poi ci prenderemo ogni anno un momento tutto nostro».
«Cal, non devi nemmeno pensare una cosa del genere! Io sono una donna completa. Ho un marito bellissimo e un figlio che amo più della mia vita! Ho la casa che ho sempre sognato ed ora avremo anche Erik con noi. Io non cambierei tutto questo, con nessun'altra cosa al mondo» gli posò un bacio sulle labbra «lavori così tanto per la tua famiglia...Le tue mani sono distrutte, ma tu sei sempre felice per ciò che riesci a darci».
«A me piacciono così» si guardò le mani «perché significa che sto lavorando per voi, per non farvi mancare nulla».
«Anche a me piacciono le tue mani, Mr Jones! Soprattutto quando le sento su di me...Quelle rare volte in cui riusciamo a restare svegli, dopo aver trascorso una intera giornata al lavoro e con l'uragano Joshua!» ridacchiò.
Sorrise. «Io te lo avevo detto di sfornare una femminuccia!» fece spallucce «tu non mi ascolti mai».
«Sarebbe stata una tempesta anche lei! I nostri figli tendono ad avere i tuoi geni» fece una smorfia e il piccolo si fiondò su suo padre, interrompendoli.
«Pappa, papino!» gli disse, facendo scoppiare a ridere sua madre.
«Ecco qui! Interrotti sul più bello...» esclamò lei divertita, accarezzando i suoi biondi capelli.
«Tutto sua madre invece!» lo prese in braccio e si alzò, sollevandolo in aria e facendolo urlare di gioia.
Chloe guardò suo marito con dolcezza, godendosi quell'amore tra padre e figlio. «Ti ama così tanto, Cal!» disse, beandosi della felicità che vedeva negli occhi di Joshua.
«Oh, è qui!» esclamò Erik, sospirando «l'ho messo giù un attimo ed è scappato via».
Scoppiò a ridere. «Sei scappato da zio Erik?» iniziò a fargli il solletico.
Il bimbo ridacchiò, dimenandosi. «Basta, papino...Basta!» disse tra le risate.
«Vuole ingurgitare cibo, caro Jones» precisò lui, facendo una smorfia «Layla sta mettendosi comoda, tra poco ci raggiungerà».
«Amore, dovresti dare la pappa a nostro figlio e riscaldare l'arrosto! Sai che Joshua preferisce te quando sei a casa».
Annuì, mettendolo a terra. «Andiamo a mettere energie!» esclamò, mostrando i muscoli a suo figlio.
Joshua lo fissò e si alzò la manica, imitando suo padre. «Forte come papino!» proferì, facendo scoppiare a ridere Erik.
«Non credo di potercela fare. È troppo divertente» disse, notando il piccolo mostrare il bicipite.
Chloe ridacchiò. «Per me non è una novità! Lo imita in tutto, ormai».
«E allora andiamo!» iniziò a correre a passo moderato, seguito da suo figlio.
«Amore, non sa ancora correre bene...» urlò Chloe, apprensiva.
«Lascialo fare, micina! Se cade, si rialza» la tranquillizzò Erik.
«Ti prendo, papino!» gridò Joshua, cercando di afferrare il pantalone a suo padre. Rise di gusto e allungò la manina verso di lui, con la gioia nel volto. Rallentò di poco, per dargli l'opportunità di farsi afferrare e, non appena sentì la mano di suo figlio, si fermò cadendo in ginocchio. «Mi arrendo, mi arrendo!» alzò le mani.
«Preso, papino! Sei in trappola» urlò il piccolo, saltandogli sulle spalle.
«Sono così belli insieme...» disse Erik, guardandoli incantato.
«È un super papà! Lavora tutto il giorno, torna distrutto, ma il tempo per noi lo trova sempre» disse lei, fissando suo marito con dolcezza.
«Se ripenso a tutte le sue paure iniziali, rido!» ribatté Erik, sorridendo.
«Vuole esserci per Joshua e io glielo lascio fare. È giusto che abbia i suoi spazi con nostro figlio» disse orgogliosa.
«E tu, dolce Chloe...Sei felice?».
«Ho tutto quello che desideravo costruire con lui, Erik. Sono più che felice. Stanca a fine giornata, ma felice! Il bimbo toglie parecchie energie» ridacchiò.
«Dai papino, sono il tuo zainetto» esclamò Joshua, aggrappandosi forte a suo padre.
Si rialzò, tenendolo ben saldo dalle gambe e rientrò in casa. Lo fece sedere sul suo seggiolone e afferrò il piatto di pastasciutta per il bambino.
«Quasi quasi questo piatto lo mangio io» sogghignò.
Gli lanciò un'occhiataccia. «No, papino! La pappa è mia, ok?» disse, dandogli un bacio sulle labbra «tu sei grande!».
Sorrise per quel gesto. «Va bene!» posò il piatto e, dopo aver acceso il forno, afferrò le posate e si sedette accanto a Joshua «sei proprio sicuro che non è per me questa pappa?».
Scosse la testa, ridacchiando. «Mamma dice che questa pappa fa diventare come te. Grande, grande» posò la manina su quella di suo padre, accarezzando le sue nocche «solo la tua pappa fa diventare alti, papino» gli spiegò, afferrando uno spaghetto con l'altra mano, portandoselo alla bocca.
Lo baciò sulla fronte. «Mastica bene!» tagliò il resto degli spaghetti e afferrò il cucchiaino, facendogli l'aeroplanino.
Joshua spalancò la bocca, pronto ad accogliere il cibo. «È buonissima, papino» si portò l'indice alla guancia.
«Sono bravo, allora» sorrise, aspettando che masticasse il tutto.
«Voglio stare sempre con te, papino! Mi manchi quando lavori per comprare le cose belle a me e mamma» disse, dopo aver ingoiato.
Erik arrivò da loro, accomodandosi di fronte a Caleb. «L'appartamento è bellissimo, Cal! Io e Layla staremo benissimo. Domani trasferiremo tutte le nostre cose qui».
Annuì, lanciandogli un breve sguardo e rabbuiandosi. «Amore, non ti piacerebbe passare qualche giorno solo con gli zii?».
Joshua guardò Erik e poi suo padre. Ci penso su e poi annuì. «Sì, papino! Voglio bene a zio Erik e lui mi compra anche le cose belle» fece spallucce.
«Ti somiglia proprio in tutto, vedo!» il ragazzo fece una smorfia, scompigliando i capelli al piccolo.
Si rilassò. «Allora ti piacerebbe restare qualche giorno con loro, mentre mamma e papà vanno a fare un viaggio per grandi?».
«Ci divertiremo ometto! E zia Layla ti regalerà anche l'auto elettrica che le hai mostrato sul giornale prima» gli strizzò l'occhio e il bimbo fece un ampio sorriso.
«Puoi andare papino! Io sono grande, ormai» fece spallucce.
Scoppiò a ridere. «Non iniziare a viziarlo, perché è facile da comprare questo ragazzino!» lo imboccò.
Sogghignò. «Mi spiace, amico mio! Gli zii sono nati per viziare i nipoti».
«Amore, dovevi riscaldare l'arrosto, non bruciarlo» proferì Chloe, entrando in cucina seguita da Layla.
«C-cosa?» sussultò, girandosi verso il forno «Chloe, non è colpa mia! Tuo figlio mi distrae...».
Alzò gli occhi al cielo, spegnendolo. «Se non avete nulla in contrario, c'è un po' di crosta leggermente carbonizzata sull'arrosto» disse lei, tirando fuori la pirofila.
Layla scoppiò a ridere, andando a sedersi sulle gambe di Erik. «Non importa, tesoro! Sarà buonissimo lo stesso» rispose la ragazza, divertita.
«Sei solo invidiosa delle mie doti culinarie» sbuffò rumorosamente, continuando a sfamare Joshua «vorrei informarti che il nostro ometto ci ha dato il via libera per il viaggio».
Fece un ampio sorriso. «È un bimbo intelligente, amore mio! Non avevo dubbi che avrebbe capito».
«Se per voi va bene, vorrei regalargli io la macchinina che desidera. Sarà davvero un piacere renderlo felice» esclamò Layla, guardando prima Chloe e poi Caleb.
«Parlane con la madre» sorrise, ripulendo le labbra di Joshua e riponendo il cucchiaio nel piatto ormai vuoto «bravo, amore!» batté le mani.
Batté le mani anche lui, aggrappandosi alle sue braccia. «Giù papà! Voglio scendere» disse, avvicinandosi col busto a lui.
«Grazie Layla, sei dolcissima! Per noi va bene» rispose lei, tagliando l'arrosto.
«Posso guardare i cartoni, ora? Ho fatto il bravo» chiese Joshua, guardando suo padre.
Lo afferrò, facendolo scendere. «Solo se dai un bacio a tutti».
Ridacchiò, avvicinandosi a Layla. Le diede un bacio sulla guancia e passò ad Erik, facendo la stessa cosa con lui. Si diresse da sua madre e si aggrappò al suo vestito, per farla abbassare. Chloe si piegò sulle gambe e lui le prese il viso tra le mani, dandole un bacio sulle labbra. In ultimo, guardò suo padre e corse da lui, afferrando la sua maglia. Non appena Caleb si piegò in avanti gli diede un bacio, accarezzando il suo viso.
«Ti amo, papino! Adesso posso guardare i cartoni?» chiese, impaziente.
«Sa come corromperti, Caleb Jones!» proferì Erik, sogghignando.
«Andiamo a mettere i cartoni!» si alzò, prendendolo per mano «te l'ho detto che somiglia a sua madre e non ha nulla di mio» esclamò al suo amico, uscendo di lì e andando in salotto.
Chloe scosse la testa rassegnata, adagiando le fette di arrosto su un piatto da portata. Erik l'aiuto con le bibite mentre Layla si occupò dei piatti. Si recarono in giardino e poggiarono tutto sul tavolo, attendendo Caleb.
«Potremo trascorrere molte serate estive qui fuori. Ci divertiremo!» disse Erik, apprezzando la sistemazione sotto un grande gazebo.
«Mio marito tende a curare tutto nei minimi dettagli. Sono davvero orgogliosa di ciò che è riuscito a creare» rispose lei, sorridendo.
«Vi amate davvero tanto, Chloe! Il vostro amore ha davvero superato ogni barriera» commentò Layla, guardandola con ammirazione.
«Già...» esclamò Cal arrivando da loro «la amo da impazzire e non posso farne a meno» si mise dietro Chloe e l'avvolse in un abbraccio, posando la testa sulla sua spalla «e ti regalerò la vacanza più bella e indimenticabile» le stampò un bacio sulla guancia.
Sorrise teneramente, accarezzando un lato del suo viso. «Grazie ragazzi, per averci permesso questo viaggio di nozze mai vissuto. Sono sicura che mia madre verrà a darvi una mano, appena le sarà possibile» disse lei, riempiendo il piatto a suo marito.
«Tranquilla, Chloe! Faremo le prove in attesa di un pargoletto nostro» ribatté Erik, sogghignando.
Layla arrossì, iniziando a mangiare. «Non appena ci saremo sistemati definitivamente, inizieremo a provare» proferì lei, dandogli un bacio sulla guancia.
Caleb si accomodò al suo posto. «Cerca di non perdere d'occhio mio figlio!» colpì la gamba di suo fratello «sbaglio o prima te lo sei lasciato sfuggire?» sogghignò.
Gli lanciò un'occhiataccia. «Tuo figlio ti somiglia molto! Tende a scappare spesso» fece una smorfia.
«Conosce queste mura meglio di me e suo padre! È facile perderlo di vista» lo difese lei, dando una pacca sulla gamba a suo marito «sfugge anche a me quando sente la tua auto avvicinarsi, amore mio!».
«Cosa vorresti dire? Che è colpa mia?» scoppiò a ridere.
Ridacchiò. «Certo che no, vita mia! La colpa è dell'amore che proviamo entrambi per te» gli fece l'occhiolino «la tua assenza rende questa casa vuota».
Le prese il viso e la baciò. «Se potessi, resterei tutto il giorno a bearmi della vostra presenza! Ma non si può» fece spallucce «e tra due settimane non potrai nemmeno tu, caro Erik Williams...» lasciò la frase in sospeso.
Lo fissò interdetto e poi spalancò gli occhi. «Mi assumono?» chiese incredulo e Layla accarezzò la sua schiena.
«Amore, ma è una notizia bellissima!» disse lei, guardando Erik con dolcezza.
«In realtà è una settimana di prova. Se dai il meglio, ti assumono» sorrise «un operaio va in pensione e cercano un sostituto. Io ho fatto il tuo nome».
«Oh, Cal...Non so davvero come ringraziarti!» si avvicinò, abbracciandolo «non è facile per me ricominciare. Ti prometto che farò tutto il possibile per farmi assumere» tornò al suo posto, baciando la sua donna «così, finalmente, potremo pensare anche noi al matrimonio» le accarezzò il viso e lei annuì.
Chloe li guardò con dolcezza, stringendo la mano di Caleb nella sua. «Mi sorprendi sempre, cuore mio» gli sorrise, dandogli un bacio sulla guancia.
«Questo arrosto è delizioso, Cal!» prese parola Layla, mangiando con gusto.
«È una ricetta di sua madre» sorrise «lei mi ha insegnato a cucinare, mentre Chloe era impegnata con le sue mostre».
«Oh, a proposito. I tuoi quadri sono bellissimi. Adoro i colori che donano alle pareti. Il tuo ritratto è stupendo, Cal!» si complimentò la ragazza.
«Layla è rimasta davvero colpita dal tuo modo di disegnare tuo marito, Chloe!» disse Erik, sorridendo.
«Sì, si evince il tuo amore per lui. È come se, mentre lasciavi scorrere la matita sul foglio, lo stessi venerando» susseguì lei, guardando i due con tenerezza.
Caleb sorrise con imbarazzo. «Ok, cambiamo argomento?» si passò una mano tra i capelli.
Layla rise nel notare il suo imbarazzo. «Non c'è nulla di più bello di questo, Cal! Vi siete amati profondamente, in una circostanza particolare».
«Lo dipingerò ancora, ma stavolta senza vestiti» disse lei, addentando l'ultimo pezzo di arrosto.
«E dopo concepiranno il secondogenito» esclamò Erik, sogghignando.
A Caleb gli andò di traverso un pezzo di pollo e iniziò a tossire.
Scoppiarono a ridere tutti e tre e Chloe gli diede delle pacche dietro la schiena.
«Respira amore mio, sarai padre entro l'anno. Erik ti ha nuovamente predetto il futuro» esclamò divertita.
«Volete piantarla?» esclamò dopo aver bevuto un sorso d'acqua «e tu impara a tenerti le cose dentro!» puntò il dito contro Erik.
«Che ho detto di male? Ti piace molto fare il papà» lo prese in giro.
«Dovreste renderci voi due zii, vero amore?» disse Chloe, accarezzando il viso di suo marito.
«Oh, finalmente! Lei ha detto una cosa molto saggia!» esclamò in maniera plateale «quando vi decidete a sfornare un pargolo?».
«Io lo farei immediatamente! Layla vuole attendere ancora un po'. Preferisce prima sistemarsi qui» rispose lui, accarezzandole una spalla.
«Sì, vorrei aspettare ancora qualche settimana. Anche perché devo organizzarmi con il nuovo lavoro» sorrise.
«Bene! Almeno i propositi ci sono!» lanciò uno sguardo a suo marito «possiamo tirare un sospiro di sollievo amore mio».
«Esattamente! Visto che loro lo fanno molto volentieri, noi possiamo fermarci a Joshua» mostrò un ampio sorriso.
Gli lanciò un'occhiataccia. «Non iniziare, Cal! Posso aspettare un altro anno, dopodiché vorrei mettere al mondo un altro Jones» ribatté lei, inserendogli una patatina in bocca «tu parli troppo».
Borbottò qualcosa di incomprensibile, masticando la patatina.
Chloe gli diede uno schiaffo sul braccio. «Sei davvero pessimo, Mr Jones!» alzò gli occhi al cielo.
«Cal, non posso procreare solo io. Questa casa ha bisogno di pargoletti allegri e vivaci» continuò a prenderlo in giro Erik.
Layla rise divertita, notando Caleb brontolare. «Non dargli retta, Cal! Per tutto il viaggio verso qui, non ha fatto altro che dirmi quanto ti avrebbe dato fastidio su questo argomento» confessò, tra gli sguardi truci del suo compagno.
«E non gli hai ancora tappato la bocca?» sbuffò rumorosamente «o siete solo bravi a zittire me?».
Chloe gli infilò un'altra patatina in bocca. «Parli ancora troppo, cuore mio!» ridacchiò, riempiendogli la guancia di baci «il mio maritino brontolone e bellissimo».
Layla fece lo stesso con Erik, mettendogli in bocca un pezzo di pane.
«Noi eravamo dei ragazzacci, amico mio! E guarda ora come ci trattano queste donne, pur di zittirci» esclamò lui, masticando.
«Lei si sta solo vendicando di tutte le volte che le ho tappato io la bocca» sogghignò.
Ridacchiò. «Mi conosce bene! Pensa che il nostro primo bacio è nato proprio per zittirmi» disse lei, rivolgendosi a Layla «questa frase ci appartiene sin dall'inizio» susseguì, ricordando con dolcezza quei momenti.
«Che storia emozionante la vostra! Erik mi ha raccontato tutto. Nel dramma, avete visto il vostro amore nascere» rispose la ragazza, guardandoli con tenerezza.
«Il peggio è stato starle lontano. Sono stati due anni difficili. Sembravano interminabili».
«Avete avuto davvero molto coraggio. Entrambi! Non deve essere stato facile» rispose lei, osservandoli.
«Io cercavo di occupare il mio tempo il più possibile. Tornavo a casa distrutta e lo facevo di proposito! Per essere sicura di non gettarmi nel dolore» raccontò Chloe, poggiando la testa sulla spalla di Caleb «andavo ogni settimana a trovarlo e gli scrivevo lettere, per non fargli pesare la mia assenza».
Erik ricordò quei giorni, annuendo. «Per fortuna ci hanno messi nella stessa cella dopo un anno. È stato più facile per entrambi sopportare quella situazione».
Layla lo guardò e accarezzò il suo viso, posandogli un bacio sulla guancia. «Adesso siamo qui, però! Tutti insieme e innamorati. La vita vi ha anche regalato Joshua».
«In realtà ce lo ha regalato la spiaggia» esclamò Caleb divertito.
«E l'astinenza...» aggiunse Erik, sogghignando «rivista dopo due anni e impollinata subito».
Chloe ridacchiò. «L'unica volta in cui non ha pensato alle precauzioni!».
Layla scoppiò a ridere. «Dite che dovremmo andare lì anche io ed Erik per ricevere lo stesso regalo?».
«Io una capatina la farei» le fece l'occhiolino «anche se lui non sa surfare».
«Vorrà dire che li accompagnerai tu e li andrai a riprendere, ad atto terminato» ribatté Chloe, ridacchiando.
«Opteremo per la vasca idromassaggio che è nel nostro appartamento» disse Erik, facendo una smorfia.
«Amore, adesso che ci penso, non l'abbiamo mai adoperata in quel senso noi due» ci pensò su lei, lanciando uno sguardo a suo marito.
«Hai visto che ho fatto bene a mettere le pareti insonorizzate?» si pavoneggiò «e tu che insistevi sul fatto che erano inutili! Questi due si accoppieranno come conigli».
Scoppiò a ridere. «Lasciali fare amore! Noi non abbiamo avuto il tempo di accoppiarci ovunque!» gli diede un bacio sulle labbra «vorrà dire che recupereremo in luna di miele» gli strizzò l'occhio.
«Noi dobbiamo riprodurci, Caleb Jones! È un atto dovuto» lo punzecchiò Erik.
«Certo, voi dovete riprodurvi. Noi abbiamo già dato».
«Beh, se loro devono riprodursi noi possiamo optare per notti appassionate senza fecondazioni varie» lo punzecchiò Chloe «non ti alletta l'idea?» sbatté le ciglia.
Layla la guardò e rise, addentando una fragola.
«Questa idea mi alletta fin troppo» si avvicinò a lei «mi piace quando usi al meglio la tua testolina».
Lo fissò in cagnesco. «Io uso sempre la mia testolina in modo impeccabile, Mr simpatia!» ribatté acida.
«Siete troppo carini insieme! Sono stata davvero fortunata ad incontrare tutti voi» lanciò uno sguardo a Erik e gli posò un bacio sulle labbra.
«Amore mio, tu sei una grande donna...Esattamente come la mia sorellina» rispose lui, facendo l'occhiolino a Chloe.
«I miei non hanno accettato la mia storia con Erik. È stato anche per questo che ho preferito accelerare i tempi e andare a convivere sin da subito con lui» ammise Layla.
«Purtroppo non hanno un passato semplice da raccontare. Ma se hai scelto l'amore ai pregiudizi, non posso che ammirarti» proferì Chloe, accarezzando la sua mano «sono sicura che saremo felici qui tutti insieme».
Annuì. «Chloe ha superato davvero l'inferno. Suo padre arrivò a minacciarla di rinchiuderla in un ospedale psichiatrico. Ma non fece in tempo perché arrivò prima la richiesta del cambio del cognome e si è ritrovato fottuto» sogghignò Caleb «per fortuna quella storia in pochi la ricordano, perciò puoi star tranquilla!».
«Avevo delle prove contro di lui! Samuel mi minacciava e io lo ricattavo» fece spallucce.
«Hai avuto molto coraggio, Chloe! Ti sei ritrovata sola contro il mondo e hai lottato per il tuo rapporto con Caleb» disse Layla, guardandola con ammirazione.
«Oh, no! Non ho fatto nulla di impossibile. È stato l'amore a guidarmi. Sono solo stata fortunata ad avere molti soldi. Mi hanno permesso di superare diversi ostacoli» lanciò uno sguardo a lui, strofinando il naso contro la sua guancia «e di riportarlo a casa prima del tempo. Sia lui che Erik».
«La fortuna di avere i soldi dalla nostra parte. Secondo voi perché l'ho sposata?» la prese in giro.
Ridacchiò, dandogli uno schiaffo sulla spalla. «Io ti ho sposato sicuramente per i tuoi addominali» ribatté, facendogli una linguaccia.
Layla rise. «Però, nonostante la ricchezza, avete deciso di vivere in modo umile. È molto bello questo!».
«Io le avevo proposto un attico a Los Angeles. Ma lei insisteva per venire qui» sospirò con finto dispiacere.
«Non farci caso, Layla! Si diverte ad atteggiarsi da imbecille» gli lanciò un'occhiataccia «abbiamo sognato di vivere qui, non appena ci siamo resi conto che il nostro non era solo un momento. C'era un amore folle alla base».
«Già...Questi due mi hanno fatto salire il diabete un sacco di volte» proferì Erik, ripensando a quei giorni «non ho mai visto Caleb tanto coinvolto in una relazione! Durante la nostra detenzione, non faceva altro che parlare di lei. Aspettava il giorno di visite, come un bimbo aspetta il Natale».
«Che tenero!» Layla lanciò uno sguardo a Caleb, sorridendo teneramente «il vero amore è questo, in fondo».
Chloe annuì. «La paura di non poter resistere a quei due anni c'era sempre. Però poi mi bastava incontrarlo e il nostro amore si rafforzava».
«Nah! Sono tutte invenzioni di questi due. Io non sono tenero...».
Chloe sospirò rumorosamente, alzandosi. «Se non fosse tanto idiota, non credo che potrei amarlo» proferì, collegando il suo telefono ad una cassa Bluetooth presente su un mobiletto. Scelse la canzone del loro primo ballo dalla playlist e tornò da suo marito, porgendogli la mano «posso avere l'onore di ballare con lei, Mr Jones?».
Erik sogghignò. «Ottima idea, sorella!» le fece l'occhiolino, afferrando la mano di Layla «apriamo le danze, amore! Non abbiamo ancora ballato insieme da quando ci conosciamo».
Lei rise e lo accontentò, allontanandosi di poco dal gazebo. Si strinse a lui e si lasciarono trasportare da quelle note, baciandosi di tanto in tanto.
«Sei bellissima come il primo giorno che ti ho incontrata» le sussurrò all'orecchio.
Sorrise teneramente, stringendosi a lui, non appena le cinse la vita con il braccio. «Ti amo, Caleb Jones! Ti ho sempre amato tanto...» incontrò i suoi occhi, come il giorno in cui si videro per la prima volta «sarai per sempre la parte più bella di me. Quella più preziosa e pura!» disse, posandogli un dolce bacio sulle labbra, cullati da quella canzone che parlava di loro.
Ed ecco che tutto era finalmente al proprio posto. Un amore nato da un errore, aveva unito per sempre le loro anime.
E, proprio come accade nelle favole, Chloe e Caleb avevano finalmente il loro lieto fine.
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35 DAYS OF YOU
ChickLitSacramento. California. Samuel Morgan, un ricco uomo spietato, decide improvvisamente di chiudere la sua azienda metalmeccanica vendendola per una cospicua somma e licenziando senza spiegazioni gli ottanta operai. Tre di loro, Caleb Erik e Joseph, o...