IL VERDETTO

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Altre settimane trascorsero da quell'incontro. Ryan non abbandonò un solo istante suo fratello e lo rassicurò in vista del processo. Chloe andò solo un'altra volta a trovare Caleb, ma la sua voglia di rendere il suo ritorno migliore non si assopì mai. In quei giorni lasciò l'università e si dedicò a realizzare diversi quadri, intenzionata a mostrarli al suo amico, per poter ottenere un suo parere. Il ragazzo ne restò colpito e le promise che avrebbe esposto alcuni dipinti nella sua galleria. Nonostante il dolore per l'assenza di Caleb, la vita tornava lentamente a sorriderle. La notte antecedente il processo, Chloe dormì poco e si svegliò più volte, travolta dalla paura. Il mattino arrivò in fretta e lei cacciò via tutti i pensieri negativi, pronta ad affrontare l'ennesimo ostacolo.
Samantha le preparò i suoi waffle preferiti e l'accompagnò in tribunale, allontanando ancora una volta i giornalisti. Verso le 11.00 anche Caleb, Erik e Joseph, raggiunsero la struttura e, appena tutto fu pronto, il processo ebbe inizio. I tre furono interrogati e, dopo una serie di arringhe, arrivò anche il turno di Chloe. La ragazza mantenne fede alla sua versione dei fatti, senza mai contraddirsi. Come previsto, tutto sembrava andare contro Joseph.
Al termine, il giudice e la giuria popolare si ritirarono per deliberare. Dopo circa un'ora tornarono ai loro posti ed era arrivato il momento di esporre il verdetto finale.
«L'imputato Caleb Jones si alzi in piedi» esclamò il giudice Parker «questa giuria la dichiara colpevole del reato di sequestro con estorsione e la condanna ad anni venti di detenzione» la gente iniziò a borbottare e il giudice batté un paio di volte il martello pretendendo il silenzio in aula «di questi venti anni c'è una riduzione di pena di cinque anni per collaborazione con le indagini, compreso il caso dell'aggressione a Samantha Wilson. Inoltre c'è un'ulteriore riduzione di pena di anni cinque per la resa e la liberazione della signorina Chloe Morgan» voltò pagina «in conclusione l'imputato Caleb Jones è condannato ad anni dieci di detenzione e dopo lo sconto di anni due potrà richiedere di scontare il resto della pena attraverso servizi socialmente utili, o pagare una cauzione del valore di trecentocinquanta mila dollari. L'imputato può accomodarsi».
Chloe si poggiò al tavolo, portandosi una mano sulla fronte. Chiuse gli occhi per un momento e si sentì mancare la terra sotto i piedi, lanciando uno sguardo al suo uomo.
«Tranquilla amore, risolveremo tutto» la rassicurò Samantha, circondandole le spalle.
Lei si limitò ad annuire e restò in silenzio, trattenendo a stento le lacrime.
Caleb si voltò e le lanciò un'occhiata piena di paura e rassegnazione. Sospirò nel vedere il suo dolore e, su consiglio di Ryan, si ricompose tornando a guardare avanti.
Il giudice, dopo qualche istante, passo al secondo capo d'accusa. «L'imputato Erik Williams si alzi in piedi» il ragazzo si alzò «questa giuria la dichiara colpevole del reato di rapimento di Chloe Morgan ed estorsione nei confronti del padre Samuel Morgan. Inoltre l'imputato ha dichiarato di aver messo a disposizione dei suoi complici un casolare di sua appartenenza, dove Chloe Morgan ha passato trentacinque giorni di reclusione. Perciò questo tribunale la condanna ad anni venti di reclusione. Di questi venti anni, ottiene uno sconto di pena pari a tre anni per aver sventato la violenza nei confronti della ragazza da parte di Joseph Brown, e un'ulteriore sconto di pena pari a cinque anni per essersi arreso e aver liberato la signorina Morgan» batté nuovamente il martello, in seguito ad altri borbottii e proseguì «in conclusione l'imputato Erik Williams è condannato ad anni dodici di detenzione e, dopo anni tre potrà richiedere di scontare la pena attraverso i lavori socialmente utili, oppure pagare una cauzione pari a cinquecentosessanta mila dollari. L'imputato può accomodarsi».
Erik impallidì e si sedette, contraendo la mascella. Lanciò uno sguardo a sua madre che scoppiò in lacrime e sospirò, dispiaciuto per quel dolore che le stava causando.
«Il mio bambino...» sussurrò disperata, soffocando un singhiozzo contro un fazzoletto.
Chloe si voltò verso lei istintivamente e le posò una mano sulla spalla, accarezzandola. «Pagherò io la sua cauzione! Non deve temere nulla» la tranquillizzò, riuscendo a sorriderle. La donna la guardò con angoscia e baciò quella mano, stringendola nella sua.
«L'imputato Joseph Brown si alzi in piedi!» esclamò il giudice, ottenendo l'attenzione di tutti i presenti «questa giuria la dichiara colpevole del reato del rapimento di Chloe Morgan, con estorsione nei confronti del padre Samuel Morgan. Inoltre la dichiara colpevole del reato di tentata violenza sessuale nei confronti di Chloe Morgan e del reato di aggressione nei confronti di Samantha Wilson. È anche accusato del tentato omicidio nei confronti dell'imputato Caleb Jones. Perciò è condannato al massimo della pena pari a trentacinque anni di reclusione, senza possibilità di richiedere una cauzione e/o un'affidamento ai servizi socialmente utili».
Joseph spalancò gli occhi, incredulo di fronte a ciò che aveva appena ascoltato. Si voltò subito verso Chloe e la fissò con malvagità, iniziando a sbraitare. «Lurida puttana, dovevo tagliarti la gola quando ne ho avuto occasione! Avrei dovuto scoparti senza pietà, fino a quando non avresti perso i sensi» urlò fuori di sé, tra gli sguardi attoniti dei presenti.
Il giudice batté più volte il martelletto e lo invitò a tacere, chiedendo alle guardie di allontanarlo immediatamente dall'aula. Lui si dimenò e continuò ad inveirle contro, minacciando anche Caleb ed Erik.
La ragazza lo guardò sconcertata e si asciugò le lacrime, andandogli vicino. «Crepa, lurido verme!» gli urlò contro, battendo una mano sul banco. Samantha la tirò a sé e fissò Joseph scioccata, mentre in aula si stava pian piano creando il caos.
Il giudice continuò a pretendere il silenzio e pregò le guardie di portar via anche gli altri due imputati.
Caleb si girò verso Chloe e la guardò con il dolore negli occhi. «Mi dispiace, amore mio! Aspettami, ti prego...non lasciarmi andare».
Chloe incontrò i suoi occhi e si diresse nella sua direzione, senza pensarci due volte. Allungò la mano verso di lui e riuscì a toccare la manica della sua maglia, scuotendo la testa. «Non ti lascio, Cal! Hai capito? Io sono tua...» proferì, poco prima di essere allontanata dalle guardie.
«Ti amo, Chloe!» le urlò prima di uscire definitivamente dall'aula.
Lei si poggiò alla parete e scoppiò in lacrime, incurante della gente che la fissava confusa. Si toccò il petto e chiuse gli occhi, rendendosi conto di quanto tempo avrebbe vissuto senza di lui. Ryan le andò vicino e le accarezzò il viso, notando quanto fosse pallida.
«Vieni, Chloe! Andiamo via...Hai bisogno di aria».
Samantha le afferrò il braccio per darle sostegno e uscirono dall'aula, evitando i giornalisti. La ragazza si asciugò le lacrime e si ricompose, decisa a pagare entrambe le cauzioni. Lanciò un pensiero a Caleb e fece un grande respiro, ritrovando la forza nell'amore che sentiva per lui.
«D-Devo vederlo, Ryan. Fai in modo che io possa fargli visita, ok?» disse con un filo di voce, salendo in auto con sua madre.
«Sta tranquilla, ci penso io!» la rassicurò, stringendo quella mano tremante.
Lei si accasciò sul sedile e annuì, restando in silenzio e accarezzando quell'anello che rappresentava il suo futuro con Caleb.

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