Trascorsero due settimane da quell'incontro tra Caleb e Chloe. Gli agenti, come da accordo, ebbero i sessantamila dollari che la ragazza aveva promesso loro. Questo fece in modo che Caleb venisse trattato finalmente con rispetto, rendendo la sua detenzione più facile da sopportare. Lei nei giorni successivi riuscì a recarsi nella casa del suo uomo e prelevò da essa la tavola da surf, riuscendo anche a farla riparare. Erik confessò al suo amico il regalo che aveva fatto Chloe a sua madre, rendendo Caleb un uomo orgoglioso della sua donna per la sua infinita generosità e dolcezza. Ryan, invece, si occupò di raccogliere più prove e materiale possibile in attesa del processo.
Una mattina, però, Chloe decise che era arrivato il momento di affrontare suo padre. Si alzò come ogni giorno alle 7.00 e, dopo essersi preparata, raggiunse sua madre in cucina. Fece colazione e verso le 9.00 si recò nella sua vecchia casa, senza dire nulla a Samantha. Notò i giornalisti davanti alla villa e optò per l'entrata sul retro, recandosi nello studio di Samuel.
«Salve, Mr Morgan!» esclamò, spalancando la porta, facendo sussultare suo padre e la donna che sedeva sulle sue gambe. Chloe osservò la scena senza battere ciglio e la ragazza si abbassò immediatamente la gonna, uscendo da quella stanza a testa bassa e rossa in viso.
«Non si usa più bussare?» sbottò infastidito, sistemandosi la cravatta.
«Bussare? Io busso solo alle porte di chi rispetto, Mr Morgan! E tu non sei tra quelli che stimo» ribatté velenosa, fissandolo con astio «chi è, un'altra fantomatica tirocinante alla quale hai promesso una carriera rosea pur di portartela a letto?».
«Come ti permetti? Cos'è il rapimento ti ha resa nervosa?» la scrutò «a proposito, perché non sei tornata a lezione? Il rettore mi ha informato che non ti sei ancora presentata. Non pago l'università per delle lezioni saltate».
«Le tue rette puoi infilartele dove non batte il sole, Mr Morgan. Hai chiuso con me! Hai smesso di gestire la mia vita, quando hai preferito il tuo dannato denaro a tua figlia. Potevo morire lì dentro e tu non hai pensato minimamente alla mia esistenza...Lascio l'università, caro Samuel Morgan! E, come ti avevo già annunciato, ti rovinerò la vita se proverai a fermarmi» rispose, mantenendo un tono di sfida.
«Non osare parlare con me in questo modo!» batté violentemente le mani sul tavolo, alzandosi «sei sotto la mia tutela e decido io per te. Primo, non osare parlare così a tuo padre...secondo, tu partirai al più presto per l'università di Londra. Qui sei capace solo di darmi grattacapi. Ho gestito io il gioco di quei tre cani bastardi. A modo mio e senza sacrificare nessuno».
«Senza sacrificare nessuno?!» alzò il tono di voce, andandogli vicino «se non sono morta, lo devo proprio a due di loro. Se fosse stato per il terzo uomo, a quest'ora non sarei qui a sputarti contro tutto il mio disprezzo!» afferrò dei fascicoli dalla borsa, gettandoglieli in faccia «sei soltanto un ricattatore. Hai pagato il giudice per avere la mia custodia. Hai pagato il capo della polizia, obbligandolo a trattare male il ragazzo che è stato sparato. Hai fatto la stessa cosa con gli agenti del penitenziario, affinché arrivassero a picchiare Caleb Jones al suo primo gesto di ribellione. Quelle carte testimoniano quanto fai schifo. Lì sopra ci sono tutti i conteggi che hai falsificato negli anni, per arricchirti a discapito di chi lavorava per te! Persino l'azienda metalmeccanica è stata chiusa per opera tua. La tua segretaria non riusciva più a far quadrare i bilanci e gli ottanta operai sono stati sottopagati per anni. Tu sapevi i motivi, perché eri tu a manomettere quelle cifre. E ti muovevi silenziosamente, fingendo di non saperne nulla. Ti ho scoperto, caro Morgan. Ed ora sei tu ad essere in gabbia...Nella mia gabbia!» esclamò minacciosa, andandogli vicino col viso «non oserai fare più nulla, altrimenti questo materiale andrà nelle mani di qualcuno che non si lascerebbe corrompere».
«Come cazzo fai ad avere quel materiale?» la fissò rabbioso e all'improvviso le sferrò un sonoro schiaffo «sei la vergogna della famiglia. Tu non dovevi nascere, ma quella troia di tua madre insisteva a mandare avanti la gravidanza. E invece no, devo ritrovarmi la vergogna che porta il tuo nome».
Voltò la testa per il colpo ricevuto e gli rivolse nuovamente uno sguardo, raddrizzandosi sulla schiena. «I soldi possono farti ottenere tutto, Mr Morgan!» si toccò il labbro, notando che sanguinava «adesso ti dirò io come andranno le cose...Starai al tuo posto, senza muovere più un solo dito. Non ricatterai più mia madre e ti dimenticherai della mia esistenza. Perché, se non farai quello che dico io, ti rovinerò! Se ci tieni al tuo denaro, ti converrà non farmi guerra. Per te sono morta!» si tamponò il piccolo taglio con un fazzoletto «sai, Mr Morgan, l'uomo che amo mi ha insegnato tanto» gli mostrò un piccolo registratore, sorridendo beffarda «sarebbe un vero problema se le tue parole finissero nelle mani dei giornalisti!» susseguì sarcastica.
Spalancò gli occhi, sconvolto da ciò che gli si presentava davanti.
«Sparisci per sempre dalla mia vita. Il mio cognome lo dovrai dimenticare. Tu sei solo un fottuto errore» le andò vicinissimo «sei solo una bastarda» si allontanò, andandosi ad accomodare «fuori di qui!».
Lo fissò con odio, andandogli vicino a passo spedito. Lo guardò un istante e gli sputò in faccia, lanciandogli contro un bicchiere pieno d'acqua, presente sulla scrivania. «Il tuo cognome mi fa schifo esattamente quanto te! Sono orgogliosa di ciò che sono e di chi sposerò. D'ora in avanti, ricordami come Chloe Jones...Perché sarà quello il nome che porterò con fierezza!» gli diede le spalle, lasciando apparire un sorriso cinico sul viso.
Finalmente era riuscita ad annientare suo padre, consapevole di tenerlo in pugno per sempre.
Samantha, ignara di ciò che aveva fatto sua figlia, attese il suo ritorno per poter usufruire dell'auto. Pranzarono insieme verso mezzogiorno e si preparò, comunicandole di avere delle commissioni da sbrigare. Chloe annuì e continuò a dipingere la tavola di Caleb, totalmente concentrata sul disegno che stava realizzando.
Verso le 15.00 la donna raggiunse il carcere, chiedendo di poter far visita a Caleb Jones. Gli agenti non esitarono un solo istante e si recarono da lui, per informarlo.
Samantha nel frattempo si sedette e si guardò intorno nervosamente, battendo i tacchi sul pavimento, agitata.
«Mr Jones, una visita per lei» disse l'agente Trevor, sorridendogli.
«Non c'è bisogno di fingere» disse precedendolo.
L'agente tossì a quella affermazione e si portò una mano dietro la nuca, imbarazzato. «N-non sto fingendo, Mr Jones!» deglutì a vuoto, accompagnandolo in sala visite.
«Sarà...» entrò in sala e restò colpito nel vedere la madre di Chloe. Sospirò e, dopo un po' di esitazione si accomodò, afferrando la cornetta.
Lei lo osservò con attenzione e lanciò uno sguardo alla cornetta, afferrandola. «S-salve, Caleb Jones» proferì, rapita dal suo sguardo.
«Salve!» la osservò teso.
Lo fissò, restando in silenzio per alcuni secondi. «Chloe mi ha parlato tanto di te. Mi ha raccontato quello che c'è tra voi e che hai intenzione di sposarla» sospirò «non ti nego che mi è risultato difficile accettare questa cosa. Mia figlia ha solo ventidue anni e tu...Beh, tu sei più grande e l'hai rapita» susseguì, senza staccare gli occhi dai suoi «ti ho conosciuto attraverso i video sul tuo cellulare e attraverso i racconti di mia figlia. Per quanto io abbia cercato di farle capire che eri sbagliato per lei, ti confesso che non l'ho mai vista così innamorata di qualcuno. I suoi occhi si illuminano quando pronuncia il tuo nome e se solo ti pensa piange perché le manchi. Chloe è una ragazza in gamba e determinata. Se ha scelto te e continua a farlo, significa che l'hai resa felice».
Sorrise. «Lei mi ha cambiato, mi ha reso migliore. Io odiavo cose tipo il matrimonio...eppure, quando ho rischiato di perderla, ho capito che voglio passare il resto della mia vita con lei» si passò una mano tra i capelli «io la amo davvero. E non voglio arrecarle dolore».
Ascoltò quelle parole e il suo sguardo si addolcì. «Sai cosa mi ha detto spesso? Che quando avrei guardato i tuoi occhi, avrei visto quello di cui si è innamorata lei. Io ti sto guardando e vedo un uomo molto bello, con uno sguardo dolce e allo stesso tempo sofferente. Per quanto tu possa risultare sbagliato per lei, so che sarai un bravo marito. Nei tuoi occhi vedo l'amore che provi per mia figlia e mi basta questo. Hai un animo nobile, Caleb...Ed io sono fiera di affidarti la mia unica ragione di vita» gli sorrise, rassicurandolo.
«Non la ringrazierò mai abbastanza. La renderò felice, glielo prometto. Sono arrivato ad accettare una manetta al dito per lei...» sogghignò.
Non poté fare a meno di ridere, per quell'ultima affermazione. «Si chiama fede, Caleb...Credo tu possa farcela a chiamare quell'anello col suo nome» scosse la testa divertita «è vero che hai un tatuaggio dedicato a lei?».
«In realtà ne ho due» si slacciò un paio di bottoni, mostrando il gattino «questo l'ho realizzato a sua insaputa quando ho capito di amarla. Gattina è il nomignolo che le ho dato...» sollevò il pantalone e le mostrò il polpaccio «...questo invece è un disegno realizzato da Chloe. Sono le nostre mani».
Samantha deglutì a vuoto, rendendosi conto di quanto fosse bello e possente. Si portò una ciocca dietro l'orecchio e schiarì la voce, osservando il disegno. «Ha deciso di lasciare l'università. Me lo ha comunicato ieri sera, mentre stavo provando ad addormentarmi» gli disse, cambiando discorso «ho visto anche il ritratto che ti ha fatto. Quello che hai messo in una cornice» lo guardò «ti svelo anche un segreto...Sta dipingendo la tua tavola».
«Co...?» spalancò gli occhi «ma...era rotta!».
Scosse la testa. «È come nuova, futuro genero!» si beò della sua espressione stupita «l'ha fatta riparare diversi giorni fa. Appena siamo andate a ritirarla, ha iniziato a dipingerla» sorrise «è davvero se stessa mentre disegna. È giusto che insegua i suoi sogni! Ed è giusto che al suo fianco ci sia tu...».
«Le ho consigliato di coltivare questa sua passione» sorrise «bisogna sempre fare ciò che si ama».
«So anche questo!» fece spallucce, osservandolo ancora «anche lei ha un tatuaggio ora!» fece una smorfia di disapprovazione «sappi che il suo corpo era privo di inchiostro, prima di te!» sospirò «sa essere così testarda a volte! Se decide di fare una cosa, non c'è verso di farle cambiare idea! Non era così prima di te».
«Lo so» fece una smorfia «so del tatuaggio. E so quanto sia testarda. Ma è davvero una ragazza in gamba».
«Caleb, sono venuta fino qui per dirti che sarò ben felice di averti nella nostra vita. Soprattutto in quella di mia figlia» lo guardò con dolcezza «non mi importa più se sei più grande, se l'hai rapita, se sei pieno di tatuaggi e se sei un fumatore incallito. Non mi importa del tuo passato e dei vari errori che hai commesso. Sono certa che mia figlia sarà serena al tuo fianco...E sono convinta che non le farai mancare nulla. Non posso volere per lei un uomo ricco o più vicino alla sua persona. Perché ora so che avrà il marito migliore che potessi desiderare per lei! E se mai qualcuno oserà giudicare la tua persona, allora dovrà vedersela con me».
Restò colpito dalle sue parole. «G-grazie...grazie davvero. Le prometto che non la deluderò» sorrise.
«So che non lo farai!» ricambiò il suo sorriso «voglio mostrarti una cosa...» prese il cellulare e cliccò su un video, posando lo schermo sul vetro. Nel filmato appariva Chloe mentre dipingeva la sua tavola da surf, ignara di essere ripresa da sua madre «ieri, alle 2.00 di notte accadeva questo. Non si è accorta di nulla» gli spiegò, sicura di renderlo felice.
«Amore mio...» osservò incantato la sua donna immersa in ciò che la rendeva felice «è così bella quando fa ciò che ama» sorrise dolcemente.
Annuì. «Lei è più bella da quando ci sei tu, Caleb!» ripose il cellulare in borsa «le manchi tanto e ti ama moltissimo. Mi parla sempre di te. Non c'è giorno in cui non rivolge un pensiero a te. Ci tengo che tu lo sappia» lanciò uno sguardo all'orologio «adesso devo andare. Le darò un bacio da parte tua».
«Dille che la amo e che la penso sempre».
Annuì. «Lo farò!» gli sorrise, mandandogli un bacio. Si alzò e ripose la cornetta, lanciandogli un altro sguardo dolce.
Non appena uscì da quella sala, si toccò la collanina di Chloe, sentendo il cuore più sereno. Conoscere Caleb le confermò tutto quello che in lui aveva visto sua figlia. Un uomo buono, con un passato difficile e un grande cuore. Un ragazzo ferito dalla vita e pronto a rimediare ai suoi errori. E se un tempo era preoccupata per lo scandalo che questa storia avrebbe creato, adesso era pronta a difendere quel ragazzo a qualunque costo.
Tornata a casa, confessò a Chloe dove era stata e la ragazza la strinse forte, travolta dalla felicità. Pian piano, tutte le cose stavano assumendo nuove forme, dando vita a un futuro decisamente migliore del presente.
Mentre tutte le cose sembravano al proprio posto, c'era ancora un tassello del puzzle da risolvere. Joseph Brown cercava disperatamente un modo per vendicarsi e sperava di aver fatto fuori Caleb Jones.
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35 DAYS OF YOU
ChickLitSacramento. California. Samuel Morgan, un ricco uomo spietato, decide improvvisamente di chiudere la sua azienda metalmeccanica vendendola per una cospicua somma e licenziando senza spiegazioni gli ottanta operai. Tre di loro, Caleb Erik e Joseph, o...