"Ci siamo tutti? Okay, perfetto. Umh... non sono bravo con le parole, mettiamolo in chiaro. Allora. Siamo tutti qua, per una persona, veramente importante, per tutti qua i presenti, penso. Questa persone è la mia migliore metà. Mi ha aiutato veramente molto, soprattutto quando avevo poca autostima e pensavo di essere sbagliato. Oggi vorrei chiedere tanto scusa, perché era a pezzi ma ha aiutato me, che avevo solo una piccola crepa. Ora come ora, quella persona è bellissima. Ha aiutato me, come tantissime altre persone, che conosciamo entrambi. Quella persona la volevano principessa, ma è nata guerriera. Farebbe di tutto per suo fratello Charlie, farebbe di tutto per Chiara, una sua cara amica, e farebbe di tutto per Elia, un fratello ormai per lei e spero con tutto il cuore, che farebbe di tutto anche per me. Questa persona ne ha veramente passate tante, e spero che non gliene capiti più. Ha perso la ragione dei suoi sorrisi circa tre settimane fa. Ora è un po che non la vedo sorridere a trentadue denti. Vorrei che prendesse a farlo, perché il suo sorriso è uno di quelli contagiosi. Siamo molto uniti, abitando nella stessa casa da ormai cinque anni, con tutti gli altri, ma ogni volta che la vedo piangere, sono felice ma in un certo senso anche vuoto. Vuoto perché è bruttissimo vederla piangere, mi si spezza il cuore, pensare a tutte le volte che ha pianto, e toccava a me, consolarla, perché aveva scelto me. Sceglieva e sceglie sempre la persona meno indicata, perché non so mai cosa dire. Non so se parlare. Non so se stare zitto. Non so mai se sto parlando troppo, se invece le servono parole, per capire che anche io mi sento come lei. Ma lo farò questa sera. Felice perché...non felice... più che altro onorato, che abbia scelto me. Non sarò il massimo, lo so, ma se ogni tanto ridacchia o accenna un ghigno,pur qualcosa le farò. E niente, ho detto all'inizio che non sono bravo con le parole, ho chiuso di merda un discorso apparentemente bello e ora non so più che cazzo dire. Auguri alla parte migliore di me." dice, mentre io sono consolata da Chiara. Sono in lacrime.
"Il trucco, deficiente" dice Chiara.
Gionata scende dal palco e mi raggiunge.
Mi abbraccia, mentre la folla applaude.
"Adesso basta con questa stronzata" dice una voce roca e maschile.
"Luca?!" dice Gionata.
Alzo gli occhi al cielo.
"Hai intenzione di rovinarmi il compleanno oltre che la vita?" dico guardandolo. Non è in sé, ha gli occhi rossi.
"Sei tu che mi hai rovinato il compleanno!"
"Io?"
"Sì tu! sono tutti qua. Al mio compleanno ci saranno una quarantina di persone."
Mi guardo in giro. Ci saranno una cinquantina di persone, niente di più.
"Ma non è di questo che volevo parlarti. Volevo parlarti in privato... Ma ora lo farò qui, davanti a tutti... no non dirò niente di smielato. Racconterò solo la tua storia"
"Azzardati" dico mentre passa per andare sul palco.
"Quanti di loro, Aurora, conoscono la tua storia? tre? quattro? Ora la sapranno tutti".
Ho di nuovo le lacrime agli occhi.
"Aurora... perché ti chiami così? A tuo padre fa schifo il nome Aurora. In teoria dovevano chiamarti Arianna, anzi, ti chiami Arianna, ma a tutti hai detto che ti chiami Aurora. Perché questo? Quando tua madre è morta, aveva chiesto a tuo padre di chiamarti Aurora. Io la conoscevo tua madre, una donna fantastica, con un cuore d'oro. In realtà, non è morta alla tua nascita. Lei si tagliava, nessuno lo sapeva, fino a quando, che è morta, e la polizia ha dichiarato che era suicidio."
"Luca basta" dico per quel che riesco.
"Oh, no... è solo l'inizio. Non hai mai avuto tante amicizie. Solo Aya, la tua migliore amica. Vita amorosa pari a zero... Ma parliamo meglio di questa Aya? La parte migliore di te, come ha detto prima Gionata. E' morta tre settimane fa. Adesso, io ti ritrovo da una settimana neanche. Ma una cosa la sò. Sei una codarda senza le palle. E non posso dire perché Aya è morta altrimenti lo avrei già detto."
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Cosa ti aspettavi? || Capo Plaza
FanfictionAurora e Paolo Alberto Monachetti, Charlie Charles, dopo essere stati abbandonati dalla madre, prendono tra le mani l'attività del padre. Quest'ultima, consisteva nel fare giustizia, con le buone o con le cattive maniere. A loro, si aggiungono Giona...