|| chapter 13 ||

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Andai a dormire, con la certezza che quel peso si sarebbe tolto l'indomani.

Mi sveglio ma sento ancora quel peso. Mi schiaccia, e avrei voglia solo di piangere.

Scendo e trovo tutti addormentati sul divano, la casa che è una merda e il tempo bellissimo.

Vado nella vasca idromassaggio, sperando con tutto il cuore nessuno si svegli per le prossime due ore.

Avevo voglia di sigarette e ne presi due, una me la misi sopra l'orecchio, come si mettevano le penne a scuola, per sembrare un architetto.

"Ehy tesoro!" mi saluta pimpante Chiara

"Ciao" dico atona.

"Qualcosa non va?"

"No tutto okay..."

"Mh... vuoi la colazione?" scuoto la testa e lei grazie a Dio rientra.

Accendo la prima sigaretta.

"Buongiorno"

"Ciao"

"Che c'hai?"

"niente..."

"Niente ma fumi. Niente ma ti droghi, niente ma sei persa, niente ma ti tagli, niente e sei triste, niente e piangi, niente e stai di merda, niente e hai gli occhi lucidi, niente e sei vuota, niente e sei stanca, niente e vuoi farla finita, eppure niente... non hai niente"

"Ti ho detto che non ho niente cazzo! Luca... lasciami in pace"

"Io non ti lascio sola."

Una lacrima mi riga il viso.

"Che c'hai, principessa?"

"non chiamarmi principessa" dico distaccata.

Lui entra nella vasca idromassaggio e si avvicina.

"Luca se mi stai vicino ti fai male" dico indietreggiando, ma fermandomi poiché sono già all'angolo.

"Io non ho paura di te"

"Io! Io ho paura di me! ho paura di me stessa e di quello che posso farti! Non è questione di fidarsi degli altri, è questione di fidarsi di se stessi, credere in se stessi"

"Asciugati, ti porto in un posto che ho visto poco distante da qua" dice uscendo dall'acqua. "Portati il costume e un cambio -continua- ti insegno a fidarti di te stessa. Hai paura dell'altezza?"

"Abbastanza"

Ghigna appena e dopo mezz'ora siamo in macchina.

Arriviamo e sembra di essere in sardegna, dove al posto delle spiagge, c'è la roccia che da sul mare.

Mettiamo i teli e Luca aspetta in piedi.

"Vieni qua"

"Luca io da qua non mi butto, saranno dieci metri!"

"Perché non ti vuoi buttare?"

"Perché non credo di potercela fare"

"Sbagliato. Non credi in te stessa. Hai creduto a babbo natale per otto anni, ora credi in te stessa per due minuti

Mi trascina verso la fine.

"Ora, ti fidi di me?"

Annuisco piano.

"Guardami... andrà tutto bene l'ho fatto altre volte e sono ancora vivo"

"Sì ma guarda come sei messo"

Lui ridacchia abbassando la testa

"Hai ragione, sono messo male... sì, sono un disastro. Ma mi piace esserlo. Ora guardami, e saltiamo al tre... uno... due... tre!"

Cosa ti aspettavi? || Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora