|| chapter 28 ||

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Luca's pov

Oggi aiutiamo il papà di Aurora a trasferirsi.

Faremo a turno, per stare con lui la notte.

Riguardo ad Aurora... questa notte, è forse la prima notte che passiamo da soli.

La sveglia suona, facendo scappare Aurora, dalla mia presa.

Mi metto a pancia in su. Sento un peso, sopra il mio 'amico'.

"Amore svegliati" dice lei dolcemente, mentre si abbassa per baciarmi.

Mi metto a sedere, continuando a baciarla. Non potrei chiedere di meglio.

"mh... non puoi svegliarmi così, uno. E due, non si vede molto" dico indicando una chiazza viola che se ne sta andando.

"Mh, io penso che sia chiaro a tutti che sono tua"

"Per sicurezza..." mugolo per poi iniziare a mordicchiare il suo lobo.

Scendo lasciando baci umidi sulla mascella.

Mi fermo in un punto preciso, iniziando a mordicchiare.

"Perfetto" dico io, ammirando il capolavoro.

Metto le mani sul materasso, ammirandola ancora.

"Sì, okay, perfetto magnifico ora è chiaro a tutti che sono tua. Ma non mi sembra chiaro che tu sei mio."

Inizia a baciarmi.

"Cazzo, tu sai come uccidermi"

Mi succhia il lobo, e poi non perde tempo. Inizia subito a lavorare sul mio collo.

Intanto continua a fare avanti e indietro con il bacino, continuando a far sfregare le nostre intimità.

"Aurora" mugolo io.

"Mh?" fa lei guardandomi con aria innocente.

La guardo per un po, ma smetto quando mi sorride.

Adagio la mia schiena sul letto, cercando di placare l'ormone.

Cosa che però, Aurora non mi aiuta a fare, visto che inizia a tracciare linee immaginarie sui miei addominali.

Traccia le linee dei tatuaggi, poi si stende su di me, continuando il suo lavoro.

Trattengo un gemito e Aurora se ne accorge perché ridacchia.

"Ti odio" dico baciandola.

"Convinci prima te stesso, poi ne riparliamo."

"Scusate eh, ma non ho proprio intenzione di diventare zio, quindi... datevi una mossa" dice Elia, entrando in camera.

Aurora gli fa il medio e lui le manda un bacio volante.

Ci vestiamo, facciamo colazione e poi ci dirigiamo verso casa dei Monachetti.

Imballiamo la maggior parte delle cose, e iniziamo a caricarle sulla macchina, riempiendo in poco il baule e i sedili posteriori.

Elia ed Aurora li portano via.

"Luca, puoi andare a imballare le foto che ci sono di sotto sopra il comodino?" chiede.

"Sì" rispondo io.

Scendo nel seminterrato e con uno scatolone e con lo scotch mi dirigo verso il comodino.

Inizio a prendere le foto.

Le prime sono ingiallite e rovinate.

Raffigurano un uomo, vicino alla sua macchina, fiero. Le altre sono più che altro di amici o parenti defunti. 

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