"Aurora, piccola, andiamo in ospedale..." dice Elia
Le lacrime solcano veloci e calde il mio viso mentre le ambulanze iniziano a suonare ed a lampeggiare.
Sento solo le braccia di Arturo e di Elia che mi accompagnano in macchina.
Sono in stato di trance e mi sveglio solo quando realizzo tutto.
Scoppio a piangere e mi abbandono tra le braccia di Elia.
"Piccola stanno bene, si sono presi solo due spari a testa non hanno neanche avuto un'emorragia..."
Non rispondo e aspetto solamente di arrivare in ospedale mentre il ragazzo dai capelli rossi e gialli mi accarezza piano la testa.
"Sick e Vincenzo arrivano domani... loro stanno bene, racconteranno tutto agli altri..." sussurra.
Arturo si ferma ed io spalanco la portiera seguendo i paramedici che corrono.
"Sono parente di entrambi"
"Stia al nostro passo."
"Vi prego non voglio perderli"
"Non lo farà, glielo promettiamo." mi sorride un signore anziano.
Corro dentro seguendo la barella di mio fratello.
"Elia, Arturo andate con Gionata vi prego" dico mentre stringo la mano a mio fratello.
Ha il viso sporco di terra, sudato e ferito.
"Charlie non mi lasciare ti prego"
"Non succederà" sussurra debole lui.
Lo lascio quando entra in sala operatoria. Gli dovranno togliere i bossoli che ha nel corpo, anche a Gionata.
Sto per cadere quando due braccia forti mi prendono.
"Piccola devi mangiare qualcosa" dice la voce roca di Arturo.
"Non fino a quando Giona e Charlie stanno bene" sussurro.
"Elia! Prendi qualcosa alle macchinette -urla- ehy se fai così non ti faccio fare il tatuaggio eh" dice lui ridacchiando.
Ci sediamo, poco dopo arriva Elia ed inizio a mangiare.
Appoggio la schiena al muro e i brividi mi pervadono la pelle. Ho solo bisogno di piangere.
Lo faccio.
Alla fine Vincenzo e Luca sono arrivati dopo mezz'ora circa.
"Piccola come stai?" chiede Nicolò.
E' seduto sui talloni davanti a me, aspetta solo che io alzi lo sguardo.
"Come sto? Starei anche meglio se tu non ti fossi tirato indietro e non ci avessi voltato le spalle" dico alzandomi contemporaneamente a lui.
"Piccola ti posso capire ma-"
"Ma un cazzo Nicolò. Noi te ne abbiamo fatti di favori, quando qualcuno ti stava tra i piedi ricordi?"
"Erano altri tempi..." dice
"Altri tempo? sette mesi fa erano altri tempi? Non credo più alle tue cazzate, Nicolò" dico.
"Aurora scusami... Solo che ho pensato che durante la missione potessi perderti e non mi andava che tu lo facessi sotto i miei occhi... Ho solo avuto paura della morte, della tua morte." dice guardandomi.
Quando lo fa è sincero. Fin troppo.
"Okay. Scusami... è solo il momento"
"Ma certo piccola" dice dandomi un bacio sulla fronte. Poi mi sorride.
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Cosa ti aspettavi? || Capo Plaza
FanfictionAurora e Paolo Alberto Monachetti, Charlie Charles, dopo essere stati abbandonati dalla madre, prendono tra le mani l'attività del padre. Quest'ultima, consisteva nel fare giustizia, con le buone o con le cattive maniere. A loro, si aggiungono Giona...