|| chapter 35 ||

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Capisco da come mi abbracci che 

Hai avuto più giochi che baci

Mi sveglio con un peso dietro la mia schiena, Gionata.Mi alzo non curandomi che potesse svegliarsi. Scendo e trovo mio papà intento a fare la colazione, che parla con Chiara. Saluto entrambi con un bacio sulla guancia.

Dopo che il mio ragazzo e quello di Chiara si sono svegliati, decido di svegliare il ragazzo dai capelli rossi e gialli. Dico a Chiara di registrare, sulle storie. Metto un po di panna montata sulla mano di Elia. Gli passo una ciocca di capelli sotto il naso. Come previsto, la panna si schianta contro il suo viso. Inizio a correre, sapendo di averlo alle calcagna. Corro fuori dalla casa e salgo la collina ridendo e guardandomi le spalle. Solo che Elia è più veloce di me, e mi raggiunge, buttandosi. Dopo cinque secondi, mentre sto riprendendo fiato, inizia a farmi il solletico.

"Tregua!" urlo io in mezzo alle risate.

"Okay dai, ma solo perché sono buono e oggi quando esci mi prendi i cereali e le lattine" dice

"Li hai già finiti? Te li ho preso quattro giorni fa!" dico mentre mi tende una mano per rialzarmi.

"Ma tu sshh. Dai andiamo a mangiare."

*

Alla fine abbiamo mangiato una carbonara, cucinata da mio papà e da Chiara.

Ora io, Elia, Shiva e Chiara stiamo passeggiando per le vie del centro. Troviamo biberon, passeggino, pannolini e vestiti premaman.  Sì, alla fine abbiamo preso un gelato mentre Elia era in un supermercato con i miei soldi.

Torniamo a casa sfiniti.

"Chi mi accompagna alla serata?" chiede Gionata.

Io mi alzo, mi faccio un caffè e dopo essermi preparata salgo in macchina. Guida Gionata e io sono sul sedile del passeggero. Dietro Elia sta dormendo e Charlie ha la testa china sul telefono. Dopo mezz'ora di strada arriviamo al Fabrique.

Entriamo sul retro e i ragazzi vanno a cambiarsi, mentre io scrivo con Nicolò a.k.a Tony Effe.

Dopo circa mezz'ora con la coda dell'occhio scorgo una testa riccioluta nel corridoio, seguita da alcuni ragazzi.

Alzo lo sguardo dal telefono e scorgo Nicolò, Umberto, Dylan, Arturo e Luca B. Nicolò guida i ragazzi con passo sicuro. Appena alza lo sguardo sorride e io gli vado incontro. Mi abbraccia e mi solleva da terra.

Poi abbraccio Umberto, Dylan, Arturo e per un po di più anche Luca B.

"Che ci fate qui?" chiedo andando nel camerino, insieme ai quattro ragazzi.

"Per tenerti d'occhio, principessa" mi risponde Luca B."Avvisare no?" chiedo

"Non era necessario..." dice ghignando Nicolò.

Versa champagne in nove bicchieri diversi.

Poco dopo Elia, Gionata e Charlie entrano.

Ci mettiamo tutti seduti intorno allo champagne a parlare del più e del meno.

"Non vi esibite, quattro dell'ave maria?" chiedo.

"No. Te l'ho detto, siamo venuti per tenerti d'occhio" dice Luca B.

"Riguardo a cosa?" chiedo io incrociando le braccia al petto.

"A te. A cosa se no? No apparte gli scherzi. Ci mancavi, e dovevamo usufruire del tuo fantasmagorico talento" dice tranquillo Nicolò.

Elia inizia a fare una storia

"Che vuoi, leccaculo?"

"Una copertina, Fiore del male" dice rollando una canna.

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