|| chapter 17 ||

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23 coltellate al petto, diamo a cesare quel che è di cesare

Mi tolgo i vestiti e mi metto a letto, 'senza farlo apposta'.

Sento Luca che si sdraia.

Non faccio nulla di provocatorio, ma per sbaglio vado un po indietro e trovo il petto di Luca.

Subito mi sposto ma sento la mano di Luca che mi cinge la vita e mi fa aderire al suo petto.

Io sorrido senza saperlo.

Non so se sono sensazioni giuste, ma mi fa stare meglio.

"Mi consumi così" dice con voce maledettamente sexy.

"Scusa"

"Non ti scusare... è in senso positivo." dopo un po aggiunge: "vorrei baciarti, vorrei farti mia. Vorrei avere un bambino che ti chiama mamma, vorrei vivere con te mattina e sera. Starti vicino e innamorarmi di te ogni volta che mi sveglio alla mattina..."

Non rispondo. Sono terrorizzata.

Luca si addormenta e mi stringe di più a se.

Io non riesco ad addormentarmi, penso alle parole di Luca.

Penso ancora che sia il tipo da una botta e via.

Caccio giù un conato di vomito. Poi un'altro.

Mi alzo e corro in bagno, apro la tavoletta del wc e vomito.

"Amore..." dice Chiara prendendomi i capelli e tirandoli indietro "che è successo?"

Le lacrime mi rigano il viso, le racconto un po tutto, vomito ancora un paio di volte poi mi lavo i denti.

"Andiamo a prendere una boccata d'aria" dice.

Mi vesto e andiamo fuori.

Ci sediamo sulla panchina.

"Perché non ci vuoi provare?"

"Mi spaventa. Non voglio passare di nuovo quell'inferno."

"E' questo che ti blocca? Hai ancora il cuore a pezzi?"

"Si. Se succedesse qualcosa..."

"Se il tuo cuore è a pezzi, come possono ferirti di nuovo?"

Prendo un respiro con le lacrime che mi rigano il viso.

"Chi potrebbe convincerti?"

"il mio idolo" dico mentre due lacrime mi rigano di nuovo il viso.

"Aurora... fatti aiutare. Non potrai sempre evitare di innamorarti. Al cuore non si comanda. Anche tuo fratello, guardalo. Ha perso la sua ragazza eppure dopo quattro mesi è di nuovo fidanzato."

"Chiara tu non puoi capirlo. Non c'eri tu o qualcun'altro a urlarmi di denunciarlo quando avevo il viso caldo dalle botte, quando le lacrime non cessavano. Non c'eri tu, non c'era Aya, non c'era Luca e non c'era mio fratello. Non c'era Elia o Gionata c'era solo un ragazzo, dall'altra parte del mondo, a qualsiasi ora con la sua musica. Mi drogavo di lui, era la mia vita. Io e Aya dovevamo andarlo a vedere. " dico scendendo in spiaggia.

"Forse non ti capisco ma..." dice lei.

"Nessuno mi capisce. Cazzo! Non capite che mia madre si è suicidata quando avevo cinque anni, mi sono messa con un ragazzo e solo per volere di Dio, ne sono uscita da quell'inferno fatto da calci e tagli, non capite che la mia migliore amica è morta a causa mia e del mio lavoro! Non capite che l'unica mia ragione di vita è stato ammazzato?" urlo da lontano piangendo.

Cosa ti aspettavi? || Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora