I fantasmi.

822 92 249
                                    

Come sempre, anche questa giornata inizia con la sveglia, che comincia a suonare alle 05.00 e rimbomba nelle mie orecchie facendomi spalancare gli occhi.

Succede che: la suora cattiva entra in stanza con tre campanelle, e comincia a cantare il Padre nostro e ti tocca per forza alzarti.

«Buongiorno.» Esclama il nuovo arrivato e ricambio il buongiorno.

«Stanotte non sono riuscito a dormire. Sentivo dei rumori strani.» Spiega abbracciando il cuscino.

«Ti è mai capitato?» Continua a chiedere ed io mi alzo dal letto.

«È capitato solamente le prime volte.» Spiego e preparo la divisa per vestirmi.

«La mia divisa dov'è?» Comincia a lamentarsi cercandola con gli occhi. La prendo e gliela lancio.

«Questa divisa è decisamente schifosa e si attacca addosso e dà prurito.» Continua a lamentarsi.

«Ma la smetti di lamentarti?»

«E se questo posto fosse infestato dai fantasmi?» Chiede e comincia a togliersi il pigiama.

Ecco: sapevo che l'avrebbe detto. Quando ero bambino non credevo ai mostri, non credevo a nulla, non guardavo nemmeno i cartoni animati, ma il mio unico pregio era che stringevo amicizia con qualunque persona mi passasse accanto. Sì, era esattamente cosi, tanto tempo fa.

Ma come gli spiego a questo ragazzino che non esiste nulla, neanche noi e che siamo solo delle cose, degli oggetti che fluttuano nell'aria?

«Non fare il bambino, i fantasmi non esistono.» Rispondo ridendo.

«Facciamo una cosa, dato che sei coraggioso stanotte ti sfido a restare sveglio con me!» Esclama ironico come se mi stesse prendendo in giro.

«Davvero fai?» Domando sconvolto.

«Si, che c'è? Hai paura?» Cerca di provocarmi.

«La paura è per i perdenti, stronzo.» Borbotto mentre ci mettiamo in fila con gli altri.

«Quindi?»

«Quindi cosa? Sei un amico di stanza. Non un amico di avventure collegiali!» Aggiungo.

«Siamo nella stessa camera e ti ho chiesto solo un favore, ma non preoccuparti per me, eh!»

«Di cosa parlate?» Si intromette un ragazzo dietro di noi.

«Sono cose che non potresti capire. Sei piccolo.» Rispondo senza guardarlo.

«Abbiamo la stessa età, voglio sapere di cosa parlate!» Comincia ad insistere, mi giro verso di lui. È di colore, alto e parecchio muscoloso.

Se mi giro verso di lui e lo prendo a pugni?
Potrei risolvere qualcosa?

«Senti amico, sono cose private ma se hai così tanta curiosità nel saperlo te lo dico. Io sono nuovo e non sono riuscito a dormire questa notte, sentivo strani rumori e ho chiesto a Mister Muscoli di restare sveglio con me per capire da dove provengono quei rumori, ma non ha intenzione di aiutarmi, quindi la questione finisce qui.» Spiega velocemente il nuovo arrivato.

Ho la strana sensazione che stanotte devo restare sveglio.

«Credi ci sia qualcuno?» Chiede l'altro.

«Si, due dinosauri! Idiota, siamo in un collegio, chi potrebbe mai esserci oltre le suore?» Ironizzo e comincio a ridere da solo...

«Vabbè. Questa sera a che ora?» Aggiunge.

«Alle 02:00 okay?» Ordino sbuffando e lui annuisce.

Arriviamo in giardino, dove il giovedì facciamo quasi sempre atletica. Mi siedo seduto al solito posto da solo con un nuovo libro tra le mani e da lontano guardo tutti gli altri saltare e girare attorno ad una palla. Il nuovo arrivato ha un fisico pazzesco e riesce a saltare più in alto di tutti e Sorella René applaude ogni volta che lo fa.

Devo prepararmi psicologicamente per la notte che sta per arrivare, vorrei che ora in questo preciso momento potessi provare il piacere anche io di correre con gli altri ma non posso: vedo avvicinarsi il nuovo arrivato con l'altro ragazzo, mi alzo e mi incammino con loro.

«Come vi chiamate?»

«No no ragazzi, quando si deve scoprire qualcosa non si devono sapere i nomi.» Spiego in modo serio.

«E come ci chiameremo, scusa?»

«Ma qui siete tutti etero giusto?» Chiede d'un tratto il mio compagno di camera e noi annuiamo.

«Bene, quindi guardate lì!» Il nuovo arrivato indica il cancello e noi giriamo lo sguardo: da lontano vedo entrare una ragazza.

«È la solita biondina.» Sbuffo.

«Ciao» Mi saluta un'altra nel frattempo.

«Quindi non ci sono solo suore qui?» Ci voltiamo tutti e tre nella stessa direzione e c'è quella ragazza.

«Un collegio è composto da ragazzi come una nave è composta da pirati.» Rispondo e lei mi guarda.

I miei occhi si posano su di lei, dalle gambe fino ai capelli. È abbastanza alta, magra ma ha le forme al posto giusto, i suoi capelli sono di un biondo chiarissimo e si posano giusto sul fondoschiena. I suoi occhi sono azzurri, azzurri come i delfini che vediamo in tv. Indossa già la divisa del collegio e mi rendo conto che le sta abbastanza bene. Noto che sul braccio ha due tatuaggi: una stella, per meglio dire una stella cadente e una figura della mitologia greca: Medusa.

«Di che stanza siete?» Chiede avvicinandosi a noi.

«Numero ventinove.»

«Io sono nuova e sono nella numero trentuno, dormitorio femminile...»

«Benvenuta.» Il nuovo arrivato la saluta e si dirige nella camera.

La cena di questa sera è assai migliore delle altre e ho mangiato un cucchiaio in più di pasta, appena finito ci dirigiamo in camera e mi siedo sopra il davanzale della finestra per guardare il mondo, per guardare questo cielo che per me oramai non è più azzurro da una vita.

Prendo esempio da te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora