Fernando.
«Oi ma che succede?» chiede Raul chiudendo la porta.
«Sto male» rispondo sedendomi sul letto.
«Cosa ti succede?» Chiede e si siede accanto a me ma non rispondo.
«E a proposito, cosa c'era in quello scatolo?» Mi chiede forse cercando di cambiare discorso.
«Nulla. Tutte stronzate!»
«Tua madre vero?» Si alza e si guarda allo specchio.
«Cosa hai contro di lei?»
«Io odio quella donna!» Borbotto convinto.
«Va bene, vogliamo fare un gioco, io ti racconto un mio segreto e tu mi racconti uno tuo?» Esclama battendo le mani ed io comincio a ridere.
«Quando vivevo ancora nel mio paese, cioè parlo di un anno prima di venire qui. Io ed un mio amico fecimo un gioco. "Chi conquista prima Serena"... Io quella ragazza certo che non la volevo, non mi piaceva. Però lei voleva essere sempre precisa su tutto ed infatti mi confessò il suo amore. Eravamo piccoli però io senza il suo consenso la toccai. Diciamo che fu una violenza sessuale. Non volevo ma l'istinto prese il sopravvento. I miei zii lo scoprirono ed è per questo che sono qui, e questo pensiero mi tormenta.»
«Il tuo invece?» Mi chiede.
Non lo giudico, non voglio giudicarlo.
«Io invece, della mia famiglia ho pochi ricordi. Come sai, non tutti i bambini vivono favole da sogno ed io ero uno di quei bambini. Mia madre ha scelto al suo fianco, il compagno e non suo figlio, cioè me. Questo è il mio segreto...» Racconto cercando di nascondermi dalla realtà.
«Tu sei malato, bambino di merda!» urlò il compagno di mia madre.
«Per fortuna che non ti rivedrò più» concluse sputandomi addosso.
«Io non sono un amico Raul, io non sono vero, io non sono un amico, io tradisco. Io vi abbandono. Non sono un amico!» Ed ecco che un nuovo attacco di panico si fa strada dentro di me. Ma questa volta è diverso, questa volta Raul mi abbraccia. Per la prima volta ho chiamato Raul con il suo nome e non più con il cognome...
«Hai ragione, non sei un amico! Sei un fratello.»
«Ti va di raccontarmi la tua storia?» Chiedo esausto.
«Ehm sai difficilmente riesco a parlare di me, ma potrei provarci. Io sono nato e vissuto a Cracovia. Per me è sempre stato fondamentale avere un rapporto con mia madre. Lei era la mia salvezza. Poi sai alcune volte il destino gioca sporco, li ho persi in un incidente. Ho perso papà, mamma, tutta la mia famiglia!»
«Mi racconti invece della tua?» Chiede Raul.
«Cosa vorresti sapere?»
«Come ti sentivi?» Continua a chiedere.
«Mi sentivo un peso. Mi sentivo un peso in tutti i sensi. Mi dispiaceva dover abbandonare mia madre, mi dispiaceva farla soffrire! Ma a lei non è dispiaciuto, ho vissuto col suo compagno in casa per circa tre mesi, erano botte su botte e poi dopo archittettai un piano, cosi da cercare di far andare via quell' uomo, ma tutto si capovolse. Quello che voleva fuggire ero io, volevo fuggire e lasciare tutto. Lasciarla per sempre nelle mani di quel viscido, arrogante e presuntuoso. Ed è per questo che io sono cosi, più cerco di non esserlo più cado infondo, più cerco di salvarmi più mi ci perdo. È da tanto che ormai va avanti questa storia, è da tanto che sprofondo, è da tanto che non dormo più la notte. La scelta di mia madre fu veloce. Andai via, mi portarono qui. Povero me, o per meglio dire fortunato me. Sapevo di chiamarmi Ferdinando, ma per dimenticare tutto mi feci chiamare Fernando. Io non riesco a darti l'amicizia che tu desideri ricevere ed è meglio che tu lo sappia. Io non sono sano ed è per questo che devi starmi lontano.» Concludo mentre lo sguardo di Raul è fisso su di me.
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Prendo esempio da te.
Adventure(COMPLETATO- IN REVISIONE) In un posto molto ma molto lontano da qualunque paese, si trova un collegio. Un collegio vero e proprio, con delle suore e delle punizioni severe. Un collegio dove sei ragazzi si incontrano senza averlo previsto e nella l...