Dopo dei mesi.«Ma a cosa pensi? Vieni a giocare con noi!» Mi urla da lontano Raul.
«Con l'aiuto del buon Dio, stando sempre attenti al lupo, attenti al lupo, ye!» Cominciamo a cantare tutti insieme quella canzone che ha dato inizio a tutti.
Cantavo questa canzone perché mi dava speranza, mi dava voglia di provare a vivere anche se ero solo, ma poi non so come, quella canzone è diventata una canzone da cantare insieme agli altri ed il mio cuore ha ripreso a funzionare come da bambino.
«E ti ricordi quando suonava l'orologio e dovevamo correre nelle camere?» Ridiamo a crepapelle tutti.
«Oppure quando suor azzurra è caduta in cucina!»
«Quando ci hanno tagliato i capelli.» Ridiamo come pazzi.
«Di cosa parlate?» Si avvicina un bambino.
«Della nostra infanzia» Rispondo.
«Posso sedermi accanto a voi? Io sono solo, mio fratello è in collegio.» Tutti noi ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
«Cosa avete da ridere?» Chiede.
«Abbiamo vissuto anche noi in un collegio.» Rispondiamo io e Raul.
«Siete vissuti, quindi!»
«Per poco!» Risponde Adelaide e cominciamo a ridere.
«Spero che vedrò mio fratello ben presto.» Si siede.
«Guarda che tutti noi umani, vivremo a lungo!» Rispondo.
«Si, ma solo se non viaggi per Chicago, perché non c'è un bagno!» Ironizza Markus e il bambino comincia a ridere, tutti noi lo seguiamo.
«Fernando, dai andiamo a casa, hai giocato troppo con il pallone!» Urla sua madre.
Fernando?
«Anche io mi chiamo Fernando!» Urlo mentre lui va via, si gira e torna indietro.
«Anche a te piacciono le rane?» Chiede.
O mio Dio.
«Si.» Rispondo.
«Siamo uguali!» Urla dalla gioia e ci abbracciamo.
«Per caso, giocate a pallone?» Chiede a tutti noi.
«Si, siamo dei mostri!» Urla Markus allungando la i.
«Domani ci incontriamo qui e giochiamo?» chiede ridendo e io annuisco, si allontana con il pallone sotto braccio e corre dalla mamma, ricordo quando mia madre mi chiamava da piccolo ed io sorridendo correvo tra le sue braccia, fin quando poi tutto è cambiato, lei è diventata la reginetta considerata da tutti e suo figlio, cioè io, era rimasto in solitudine.
«Quel bambino sembravi tu!» Dice Amelina.
«Lo so» rispondo.
«Ci vediamo domani, quindi?» Si alza Raul e Markus lo segue.
«Domani ci divertiremo!»
«Ragazzi, ma se quel collegio ci fosse d'aiuto e la fortuna era questa?» Chiede Daisy.
Sorrido, ha ragione, questa era la fortuna.
Mi dirigo a casa e sul letto trovo una lettera gigante, la apro:
Figlio mio, quando leggerai queste parole io forse sarò già su un treno, che mi porta lontano da te o forse sarò solamente al cimitero, seduta sulla tomba di tuo padre, in tal caso vorresti perdonarmi, riguarderai la nostra foto e mi dirai scusa.
Mi dispiace per la prima volta che ho distrutto il tuo cuore, mi dispiace per averti lasciato solo in un collegio ma se non fossi stato lì... Avresti trovato mai Amelina, Daisy, Markus e Raul?
Figlio mio, credo che la mia vita è quasi conclusa, ma la tua è ancora lungamente lontana.
Ed io vorrei che vicino a te stessi io.
Vorrei rifare tutto ciò che non ho fatto prima con te, con il mio bambino, il mio vero bambino oramai giovanotto.
La fortuna, figlio mio, non esiste ma esiste il desiderio, il sogno... e tu hai sognato, non hai mai smesso di sognare, nel collegio sognavi e anche ora sdraiato sul letto stai sognando ad occhi aperti.
Perdonami.
-Tua madre HellieComincio a piangere, esco di casa e corro al cimitero, spero di trovare mia madre, lì che mi aspetta.
Da lontano, la vedo, è la mia mamma.
«Sei venuto?» Mi chiede.
«Si, non potevo non perdonarti!» Rispondo, la abbraccio forte.
«Sai, Ferdinando...Nel mondo esistono persone con la nostra stessa anima, il nostro stesso nome, il nostro stesso cognome, altezza ma non saranno mai come noi, perché non esistono mille stampini uguali, e tu sei tu, con i tuoi difetti e pregi e non cambierai per nessuno al mondo» conclude.
Ha ragione, quel bambino per quanto poteva sembrare uguale a me, non sarà mai me, non sarà mai Ferdinando Brown, non sarà mai quel ragazzo che ha vissuto la mia stessa storia.
Quindi grazie collegio, grazie di tutto, grazie di avermi fatto incontrare delle persone magnifiche con cui cantare la mia adorata canzone, grazie di avermi fatto incontrare quelle persone che anche se potranno passare gli anni non dimenticherò mai, grazie di avermi ridato la felicità quando oramai pensavo di averla persa.
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Prendo esempio da te.
Aventura(COMPLETATO- IN REVISIONE) In un posto molto ma molto lontano da qualunque paese, si trova un collegio. Un collegio vero e proprio, con delle suore e delle punizioni severe. Un collegio dove sei ragazzi si incontrano senza averlo previsto e nella l...