Guai in vista.

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Fernando.

«Dovete tirare più forte!» Urla Markus.

«Cosi si può rompere la manopola della porta!» Dice una delle due.

«E dobbiamo rimanere chiusi qui?» Urla Markus dando un calcio al baule.

«La colpa è tutta tua!» Si gira verso di me.

«Non è colpa mia se è tutto una menzogna!»

«Va be', stai zitto!» dice guardando la scrivania.

«Ragazzi non si apre!» La voce sottile di Daisy.

«Daisy cazzo, prova sempre fai forte!» comincia ad urlare anche Raul.

Da fuori si sentivano rumori forti, come se stessero scassinando la porta, la manopola, non so cosa stavano facendo ma ero pienamente sicuro. Saremmo rimasti chiusi lì dentro.

Ad un tratto un frastuono.

«Ragazzi si è staccata la manopola!»

Siamo nei guai.

«O Gesù mio! Siamo rimasti chiusi qui?» urla Raul dando calci alla porta.

«Non posso farci nulla!» risponde.

«Dobbiamo chiamare sorella Katrin» aggiunge Adelaide.

«Neanche per scherzo, quella ci chiude e ci taglia anche i capelli!» dico alzando le mani.

«E cosa vorresti fare?»

«Io voglio sfogare, voglio rompere la porta con tutta la rabbia che ho dentro!» Urla Raul Acker e continua a dare calci fortissimi alla porta, che sembra aprirsi ma che dopo torna al solito posto.

«Dobbiamo uscire da qui!» Comincio a sudare, sono nervoso e ansioso.

Conosco le punizioni di Sorella Katrin e mi sento spaesato, fuori posto. Vorrei morire!

«Come usciamo? Dimmelo, dimmelo perché sono davvero incazzato nero» continua ad urlare Raul verso di me.

«Fernando, siamo bloccati qui dentro solo perché hai fatto sbattere la porta, la colpa è tua!» Urla anche Markus.

Raul continua a dare calci alla porta che non ha intenzione di cadere.

«Cosa succede lì?»

Sorella Katrin
Sorella Katrin
Sorella Katrin
Sorella Katrin.
Morte aiutaci tu!

I passi sono sempre più vicini.

«Chi c'è qui dentro?» Urla e Daisy glielo spiega.

«Ragazzi nascondete il baule!» ordino sottovoce.

«Ora dai anche ordini?» dice Markus.

«Come avete scassinato la porta!» continua ad urlare Sorella Katrin.

«Chi c'è qui dentro?» Urla inferocita.

«Non lo sappiamo»

«Dimmi chi c'è qui dentro.» Ordina fischiando.

«Non lo so»

«Avrete un castigo, tutti!» urla, si allontana e torna con un altro paio di chiavi.

«Fernando, Adelaide, Raul nel mio studio. Subito!» continua ad urlare.

Cominciamo a seguirla, arrivati nello studio ci sediamo.

«Che ci facevate lì sotto?» chiede.

«Volevamo conoscere il collegio!» risponde Adelaide.

«E tu Fernando?» Zittisco e la suora tace anche lei.

Fernando!
Fernando!

Da piccolo solamente il mio nome ascoltavo, venivo sempre richiamato qualsiasi cosa facessi... sembrava che io ero l'unico sbagliato, la pecora nera, come si suol dire!

«Voi sei, vi raserò tutti i capelli! Ora uscite dal mio studio!» Usciamo e ci dirigiamo nelle nostre stanze

«Io non li taglierò mai i capelli, quella è una vecchia...io sono quasi maggiorenne non può permettersi neanche di toccarmi!» dice Raul e si sdraia sul letto.

«In un collegio fai quello che ti dicono non conta se sei maggiorenne oppure no» rispondo.

«Cosa dici? È colpa tua se ora avremo la punizione!» Mi urla contro.

«La smetti? Certo che tutto ciò non è cominciato perché l'ho deciso io.» Mi siedo sul letto.

«Ma stai zitto»

Sento suonare la campana.

La Campana è un segno di avvertimento, cioè che sta per succedere qualcosa.

«Siete ancora qui? Dovete andare velocemente in salone. Muoversi!» urla sorella René.

Ora anche René.

Con tanta forza ci trasportano, dobbiamo essere i primi a tagliare i capelli!

«Raul muoversi!» urla sorella Katrin.

«Io non voglio tagliare i capelli più che altro decido di lasciare il collegio!»

Ma che dice?
È un parolone quello che ha detto.
La suora lo distruggerà.

«Giovanotto tu sei qui perché non hai nessuno oltre che questo collegio,stai veramente esagerando. Siediti qui! Fatti tagliare questi capelli, orrendi capelli.» Urla sorella Katrin e Raul prende posto.

«Si comincia ad alzare il signorino Markus
Rojas» Aggiunge sorella René.

Dov'è Markus?

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