VI capitolo

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Le navi sotto il comando del pirata conosciuto come Jack il Pazzoide si stavano avvicinando sempre di più all'isola del vento, Shize. Le guardie dell'isola avevano eseguito le indicazioni che la castana aveva impartito, facendo evacuare la zona ad ovest del porto, mentre Satoshi e Satoru si erano divisi. Il rosso andò al tempio per dar man forte alle guardie a proteggerlo in caso di bisogno, mentre il ragazzo dai capelli verdi era sparito senza dire dove sarebbe andato.

Sora si era tolta le manette speciali che aveva intorno ai polsi e alle caviglie, lasciandole cadere a terra.

«cosa hai intenzione di fare?» domandò Ace, guardando la giovane ragazza, mentre quest'ultima si massaggiava i polsi.

«affondare le loro navi e dare loro una lezione» rispose la castana mentre fece dei passi indietro

«e come pensi di fare?»

«vedrai»

Sora prese la rincorsa e poi sparì dalla vista del moro. Dove diamine era andata?

Ace sbatté appena le palpebre mentre un forte vento lo travolse alla sparizione della ragazza. Posò il proprio sguardo all'orizzonte, in direzione delle navi pirata, vedendo che non si vedeva più una sagoma. Cosa era successo? Dove erano le navi che minacciavo di far fuoco con i cannoni? Ma sopratutto, dove era finita la castana?

Queste domande frullavano in testa al comandante della seconda divisione dei pirati di Barbabianca, senza riuscire a trovare risposta.

Mentre Ace se ne stava con il sedere per terra e lo sguardo puntato davanti a se, Marco e Thatch si avvicinarono al loro compagno.

«sembra che tu abbia visto un fantasma» commentò il cuoco, accennando una lieve risata divertita alla vista dell'espressione del moro.

«non eri insieme a quella ragazza, Sora? Se non erro» disse Marco, guardandosi intorno «dov'è andata?»

«non...lo so» mormorò il giovane dei tre, spostando lo sguardo su di loro mentre indicava nella direzione in cui c'erano le navi «fino ad un secondo fa era qui, ma poi è sparita! Puff, scomparsa!»

I due compagni guardarono il moro, che nel mentre si era alzato da terra togliendosi la polvere dai pantaloncini. Marco, vedendo qualcosa al suolo, decise di avvicinarsi a degli oggetti prendendone uno in mano sentendosi debole a quel contatto.

«è agalmatolite» commentò il medico di bordo, lasciando cadere il bracciale-manetta, risentendo le forze tornare «ma da dove vengono queste specie di manette?»

«appartengono a Sora» rispose Ace, guardando l'amico «le teneva intorno al polsi e alle caviglie. Del perché le aveva, non lo so»

I tre rimasero lì a parlare almeno finché un esplosione non attirò la loro attenzione che proveniva dalla piazza, e intanto la figura della ragazza apparse accanto ai tre bucanieri, cosi come era sparita.

«Sora! Hanno fatto esplodere la fontana nella piazza!»

I pirati sentendo una voce maschile si girarono e videro il ragazzo dai capelli verdi, che teneva su una spalla un fucile mentre nella mano sinistra un borsone nero. 

«cosa!? Come!?» domandò la voce di Sora, alla quale i tre comandanti si girarono verso di lei e poi si guardarono tra loro non capendo cosa stava succedendo. «com'è la situazione?»

«a quanto pare Jack si è alleato con Doblone Malvagio, il pirata con la taglia di 250 milioni di berry» disse Satoshi, avvicinandosi al gruppo che si era formato involontariamente «alcuni di loro stanno andando alla ricerca del tempio e questo ci fa guadagnare del tempo. Ti ho portato la tua arma»

«adesso mi hanno veramente stancata» commentò Sora con tono freddo, chiaramente arrabbiata «li faccio tutti fuori.»

La ragazza prese un alabarda dalla lama monofilare, con curvatura accentuata del tagliente e controtaglio ondulato, chiuso verso il basso da una cuspide affilata. La punta era acuminata, dalla curvatura accentuata, lunga circa 55 cm, la guardia era di metallo di colore nero, mentre  l'impugnatura dell'arma era fatta di ferro, anch'essa nera. Sulla lama nera c'era disegnato un dragone bianco.

«fermi, fermi, fermi» si intromise Thatch nella conversazione dei due «come pensi di battere uno con la taglia di 250 milioni di berry!?»

«allora morirò combattendo se serve» disse seria Sora, guardando il pirata «non lascerò che quel farabutto distrugga la mia città, si impossessi dei tesori che possiede e faccia del male alla sua gente.»

Detto ciò la ragazza, con l'alabarda nera nella mano destra, corse in direzione della piazza dove si era scatenato il panico.

«Sora, anche se è una ragazza, non è affatto debole» disse Satoshi mentre prendeva da terra le manette mettendole nel borsone nero «lei è l'unica che può battere quella banda di pirati»

I tre pirati di Barbabianca guardarono il ragazzo mentre parlava con convinzione della propria amica, iniziando a dirigersi verso la piazza. Una volta arrivati videro che la fontana era a pezzi, e le macerie avevano distrutto qualche negozio e qualche tetto di alcune case. Un getto d'acqua eruttava verso il cielo, probabilmente dai tubi dopo essersi rotti, bagnando la zona circondante. Alcune persone erano ferite e svenute a terra, altre intrappolate sotto le macerie e altre che scappavano spaventati.

In mezzo a tutto quel caos c'era la figura di un uomo robusto, alto due metri e mezzo, dai capelli biondi cosi come la barba, un mantello e dei pantaloni neri. Un cappello da capitano nero con un Jolly Roger al centro. Nella mano destra portava una sciabola, ricoperta di sangue.

«figlio di puttana» ringhiò Satoshi a quella scena, mentre stringeva la presa intorno al borsone nero che teneva in mano.

«che disastro» mormorò Thatch alla vista di quello spettacolo.

«Satoshi, mentre io mi occupo di questo bastardo, tu porta in salvo i cittadini e falli avere delle cure medicali» disse Sora, guardando con rabbia il pirata conosciuto come Doblone Malvagio «mi hai fatto proprio imbestialire»

A quelle parole dette con freddezza dalla castana, si alzò un improvviso vento freddo facendo sollevare la polvere causata dalle macerie. Se si ascoltava bene sembrava che il vento stesse urlando dalla rabbia e dal dolore alla vista degli abitanti dell'isola di Shize, morti o feriti.

«chi saresti ragazzina? Pensi di battermi?» domandò Doblone Malvagio, scoppiando poi a ridere «ma non farmi ridere! Ti spazzerò via come un moscerino!»

La differenza di stazza e altezza tra i due era palese ma ciò non avrebbe impedito alla ragazza di vendicarsi degli amici caduti e delle persone ferite, battendo l'uomo che essa aveva davanti.

«ti farò chiudere quella fogna che ti ritrovi al posto della bocca» disse con disprezzo e rabbia.

Nel mentre Satoshi, con l'aiuto gentilmente offerto da Marco, Thatch, Ace e da coloro che riuscivano a muoversi, soccorreva i feriti portandoli il più lontano possibile dall'imminente campo di battaglia che si sarebbe creata.

The daughter of the wind - Colei che venne scelta dal cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora