I capitolo

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In un isola, nel Nuovo Mondo, si narra la leggenda di una divinità che nonostante tutto protegge lei, i suoi mari e i suoi abitanti da entità ostili. Leggenda che si tramanda din generazione in generazione. Divinità che tutt'ora viene venerata.

Isola in cui si narra anche di un fatto molto insolito. Che non succede tutti i giorni. Un evento unico e raro.

Un isola che si trovava situata nel Grande Blu, nel Nuovo Mondo, di nome Shize su cui non mancava niente. Un isola pacifica immersa nel verde, con un ottimo raccolto, un sacco di merci e un fluente commercio. Conosciuta anche perché su quel isola soffiava sempre il vento, caldo o freddo che sia, da Est o da Ovest, non c'era giorno in cui il vento non soffiava.

Kaze Hills è la città principale dell'isola. Città che prende il nome della divinità protettrice dell'isola, il Dio del vento Kaze. In cima ad una collina, circondata da un immensa foresta sorge il tempio dove viene venerata la divinità protettrice, al quale ci si può arrivare attraverso un sentiero ben nascosto.

Gli abitanti dell'isola vivevano le loro giornate in pace e tranquillità. I bambini correvano e si divertivano per le strade, gli adulti lavoravano, gli anziani trascorrevano le loro giornate a guardare i nipotini mentre si dondolavano sulle sedie a dondolo. Non c'era isola più pacifica di quella. Certo, c'erano continui via vai di pirati e cacciatori di taglie, ma i guerrieri dell'isola la proteggevano, scacciando via i malviventi o consegnandoli alla Marina, incassando le taglie.

Anche in quella giornata, come tante, sull'isola di Shize regnava la pace almeno, finché dei pirati non entrarono in un locale armati di pistole e sciabole, pronti a far fuori chiunque se non gli fosse stato consegnato ciò che chiedevano: tutti i berry che i locandieri avevano guadagnato, lavorando giorno dopo giorno, compresi quelli dei clienti per non parlare di tutti i barili di sake.

«avanti non ponete resistenza e consegnateci tutti i berry e il sake che avete!»

Urlò il capitano del gruppo di pirati, mentre i suoi subordinati iniziarono a raccogliere l'oro, i berry e tutto ciò che era prezioso. Dalla cucina uscirono dei pirati facendo rotolare dei barili, che sembravano pesanti e che emettevano un rumore simile ad acqua.

Una volta svuotate le tasche dei proprietari del locale, dei clienti e la cucina i pirati presero il bottino e se la diedero a gambe.

«sbrighiamoci prima che i guastafeste arrivino!»

Urlò il capitano, dando l'ordine di far caricare a bordo della nave il bottino che aveva fatto quel giorno.

Tutto stava andando per il verso giusto, i pirati riuscirono a levare l'ancora e salpare per la prossima meta indicata dal Log Pose. O almeno era questo ciò che pensava la banda di filibustieri che rideva e scherzava sul ponte.

«vedo che vi state divertendo»

Disse una voce, che però non apparteneva alla ciurma di quella nave. Tutti sul ponte si guardarono intorno alla ricerca di colui che aveva aperto bocca.

«che fai, ti nascondi!?»

Urlò un membro della ciurma estraendo la spada che aveva legata intorno al bacino.

«perché mai dovrebbe nascondersi? Siete voi i ciechi che non lo vedete!»

Commento un altra voce, diversa dalla prima.

In mezzo ai filibustieri, si trovava un ragazzo che indossa una camicia aperta e senza maniche rossastra, dei pantaloni un po' rovinati e spiegazzati, qua e la, color marrone scuro. Degli stivaletti, anch'essi rovinati e una bandana legata intorno alla testa. Aveva i capelli rossi e due occhi dorati, alto un metro e ottantacinque, con un fisico allenato e abbastanza muscoloso. Era il proprietario della prima voce.

Questo stesso ragazzo aveva tirato un pugno ad uno dei tanti pirati che lo circondarono.

«e tu chi diamine sei ragazzino!?»

Sbraitò il capitano contro il ragazzo, puntando contro il rosso la punta della spada che teneva in mano, anche se poi l'uomo cade a terra svenuto, per colpa del colpo ricevuto dietro alla nuca dal proprietario della seconda voce. Anch'esso era un ragazzo, ma a differenza del rosso, lui indossa una tuta da lavoro, con la parte di sopra legata intorno al bacino, una canotta bianca e degli occhiali da aviatore intorno al collo. I suoi capelli erano verdi cosi come gli occhi.

«voi due smettetela di perdere tempo. Finiamo in fretta»

Disse una terza voce, che apparteneva a una ragazza la quale aveva dei lunghi capelli castani e lisci legati in una coda alta con la frangia laterale che le copriva l'occhio destro, due occhi marroni. Essa se ne stava seduta sulla ringhiera di legno, nella zona dove si trovava il timone. Solo allora i presenti sulla nave si accorsero che la rotta della nave era stata cambiata facendola tornare indietro, in direzione verso il porto dal quale la stessa nave era partita. Il porto principale di Shiza.

«ma cosi non è divertente!» si lamentò il rosso, mentre tirava un pugno ad un pirata che lo voleva attaccare, schivandone un altro per poi farlo cadere in mare insieme ad altri due banditi con un calcio.

«non me ne può fregare di meno del tuo divertimento! Sbrigati a sistemare questi farabutti prima di attraccare la nave al porto»

Sbuffò la ragazza, alla replica fatta da colui che era salito a bordo della nave, fingendosi uno dei pirati che aveva saccheggiato una locanda. Anche lei venne attaccate alle spalle da alcuni pirati, che erano andati a cambiare la rotta della nave, ma i suoi aggressori fecero un volo sul ponte cadendo addosso al capitano della banda.

«mentre voi due perdevate tempo in chiacchiere, me la sono dovuto sbrigare da solo»

Disse il ragazzo dai capelli verdi, con gli occhiali da avviatore. Quest'ultimo aveva steso i pirati, legandoli intorno all'albero maestro dell'imbarcazione. Poco dopo la nave pirata, caduta sotto il controllo del gruppo dei tre giovani ragazzi, attraccò al porto.

Il gruppo consegnò i banditi, legati per bene, al capo delle guardie dell'isola restituendo, successivamente, i beni rubati.

«avete fatto un ottimo lavoro, come sempre ragazzi!»

Si complimento uno delle guardie, scompigliando i capelli al rosso, il quale si lamentò tra se e se dei propri capelli facendo ridere l'autore del gesto.

«siete sempre troppo avventati! Certo questi erano pesci piccoli, ma se fossero stati dei pirati pericolosi?»

Li sgridò il capo delle guardie sbattendo a terra la parte finale della lancia che teneva nella mano destra mentre poggiava la sinistra su un fianco.

«al massimo saremmo stati buttati in mare per poi nuotare a riva»

«mentre io sarei annegata»

«c'è poco da ridere, razza di screanzati senza cervello!»

Lì sgridò l'uomo con la lancia, tirando in testa ad ognuno di loro un pugno. I tre ragazzi si lamentarono mentre il capo delle guardie, seguito da due dei suoi subordinati che avevano preso in custodia i pirati legati, se ne andò dirigendosi verso le prigioni della città.

Ed è cosi che una tipica giornata nella città di Kaze Hills finì.

The daughter of the wind - Colei che venne scelta dal cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora