XI capitolo

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Era ormai passato un po' di tempo da quando Sora, Satoru e Satoshi avevano lasciato l'isola di Shize. Da allora i tre ragazzi passarono del tempo con il resto della ciurma, andavano d'accordo con tutti. Certo succedevano dei piccoli litigi, che finivano con delle scazzottate, ma tutto si risolveva con una stretta di mano e qualche livido sparso qua e la per il corpo.

Era un nuovo giorno e sulla nave c'era il solito trambusto, tutti facevano la loro parte di lavoro, prendendosi una pausa ogni tanto.

«dov'è finita Sora?» domandò Izo.

«hai provato dal vecchio? Ogni giorno passa del tempo con lui a chiacchierare» disse Marco, era seduto alla scrivania che aveva in infermeria.

«dai Sora! Scendi da lì, è troppo pericoloso!» urlò a gran voce Ace, attirando l'attenzione di tutti «e non fare finta di non sentirmi!»

Il medico e Izo, incuriositi, decisero di andare sul ponte dove videro che tutti si erano radunati intorno all'albero maestro.

«cosa sta succedendo?» domandò il comandante della sedicesima divisione mentre si faceva largo per arrivare dal compagno che urlava.

«quella pazza di Sora si siede sempre in cima all'albero maestro ma rischia seriamente di cadere» rispose Ace sbuffando «e non mi vuole ascoltare quando le parlo!»

Tutti alzarono lo sguardo verso l'alto dove potevano vedere una lunga chioma castana mossa dal vento fresco che soffiava. Potevano intravedere la figura della ragazza seduta tranquillamente, con una gamba a penzoloni mentre indossava dei lunghi pantaloni neri con una decorazione viola sui lati e una canottiera bianca. 

«ehy sorellina!» urlò Marco chiamandola con il soprannome che tutti usavano nei suoi confronti, visto che la consideravano una sorella minore. La giovane sentì la voce del medico e agitò una mano per salutarlo «forza scendi!»

Sora osservò nella sua direzione per alcuni secondi per poi alzarsi in piedi, posandoli entrambi sulla superficie di legno su cui stava seduta, decidendo di lasciarsi cadere all'indietro tenendo le braccia aperte.

A quella vista tutti iniziarono ad urlare preoccupati e spaventati, mentre alcuni si mettevano persino le mani nei capelli. Tra tutte quelle urla si sentirono due risate, erano Satoshi e Satoru i responsabili del verso divertito.

«che avete da ridere!? Si farà male! Cosa diremo ad oyaji?» urlò Ace scuotendo il scarlatto.

«Ace, non preoccuparti. Ma ti consiglio di spostarti da li» commentò Satoshi che si era allontano da lì.

Il moro, non capendo ciò che significavano quelle parole, stava per aprire bocca ma si ritrovò steso a terra con Sora che stava in piedi sulla sua schiena.

«sono atterrata sul morbido, pensavo peggio» commentò la ragazza.

«sei sempre la solita avventata» sospirò Satoru.

«comunque chi mi cercava?»

«io» rispose Izo facendo un passo avanti «i colori che mi hai chiesto sono pronti. Vieni, andiamo»

Nel sentire quelle parole Sora annuì soltanto, seguendo il ragazzo, sparendo dalla vista di tutti gli altri.

«adora stare in posti alti» commentò semplicemente Satoshi, tornando al suo lavoro.

«vi do un consiglio da uno che che ne ha passate tante insieme a lei: non fatela arrabbiare!» disse Satoru, andandosene anche lui mentre tutti gli altri rimasero spiazzati.

«oggi sembra che ce l'abbia con me» borbottò Ace, dolorante, mentre si alzava da terra.

«dopo ciò che hai fatto questa mattina» commentò Thatch dando delle pacche sulla spalla dell'amico.

The daughter of the wind - Colei che venne scelta dal cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora