XXXII capitolo

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Era salpato da diverse ore da Drum, isola invernale. Isola dove aveva lasciato dormire la sua sottoposta, Sora.

«credo che al suo risveglio si arrabbierà» commentò mentre osservava il pezzo di carta che le aveva sottratto «sarà stato Marco a dargli un pezzo della mia Vivre Card»

Mise il foglietto nella sacca, spostando lo sguardo davanti se. Gli torna in mente il volto della ragazza dormire tranquilla tra le proprie braccia.

I suoi capelli castani coprirle delicatamente il viso, le sue labbra socchiuse dalle quali usciva il respiro caldo che sentiva sulla sua pelle. Il suo corpo vicino al proprio, percependo quella morbidezza sul proprio petto, che aveva toccato con mano.

«non va bene...non va affatto bene» si coprì gli occhi con il cappello arancione «mi devo concentrare e devo far perdere le miei traccie, cosi che non possa trovarmi...anche se un po' mi dispiace»

Dopotutto lei era partita, lasciando la nave, per andarlo a cercare e non si sarebbe arressa tanto facilmente. Ormai la conosceva: una volta che si metteva in testa una cosa era difficile farle cambiare idea, era testarda ma giusta, riusciva a mentenere la calma in situazioni pericolose, era gentile con i bambini, ogni volta che gli sorrideva rallegrava la giornata a tutti.

Era troppo. Anche se provava a non pensare a lei, ormai era un pensiero fisso e non riusciva a pensare ad altro.

«accidenti» imprecò chiudendo gli occhi e mettendosi una mano su di essi «ormai ho perso la testa»

Se non fosse stato per le grida, che gli fecero aprire gli occhi, sarebbe andato a sbattere contro una grossa nave.

«per un pelo» mormorò tirando un sospiro di sollievo «me la stavo per vedere brutta»

Riportò la propria attenzione davanti a se, doveva sbrigarsi a trovare Barbanera e la sua ciurma, dargli una lezione e, nel mentre, cercare di aumentare le distanze per non farsi raggiungere da Sora.

La nave con qui Ace stava per rischiare la collisione si allontanava sempre più.

«certo che avere la testa tra le nuvole su una barchetta come quella nel mare aperto del Nuovo Mondo, non è una bella pensata» commentò una ragazza dai capelli corti e arancioni, con indosso: un berretto rosso scuro con un paio di occhiali da aviatore gialli, una camicia leggera rosa chiaro, una gonna rossa scura corta e, dalle cosce in giù, calze nere e stivali marroni «chissa cosa stava pensando»

«però sembrava famigliare» disse l'uomo-pesce alto e muscoloso con la pelle gialla macchiata, branchie ai lati del collo, lunghi capelli fluenti e baffi azzurri.

«magari era un ricercato»

«probabile»

Una goccia d'acqua colpì la guancia di uno dei due, poi un altra e un altra ancora fino a quando non iniziò a piovere. Il cielo con il passare delle ore si era coperto da nuvole grigie, lasciando poi cadere tutta l'acqua che avevano in esse.

Gli uomini sulla nave si misero al lavoro per resistere alla tempesta e uscirne senza troppi danni.

«persona in mare!» le urla di un ragazzo attirarono l'attenzione dell'uomo-pesce che girò lo sguarso su di lui «Hack vala a salvare!»

Detto, fatto che la figura si tuffò in mare andando a recuperare il corpo che restava a galla su barile.

«ma lei...» la figura in mare si trattava di un volto famigliare a colui che aveva urlato poco prima «portiamola in infermeria»

«cosa ci faceva in mezzo alla tempesta?» chiese la ragazza dai capelli arancioni «Sabo, cosa pensi di fare con Sora?»

«lo chiederemo a lei quando riprenderà coniscenza» disse il ragazzo dai capelli biondi, occhi neri e una vistosa cicatrice sul sinistro, con indosso una camicia bianca, gile e pantaloni blu «per il momento lasciamola riposare»

Ci vole un giorno e mezzo prima che Sora riprese conoscenza. Una volta aperto gli occhi notò subito che si trovava in una stanza a lei sconosciuta. Si alzò di scatto dal letto, osservandosi intorno e vedendo che un ragazzo mai visto prima la stava osservando.

«tranquilla, non vogliamo farti del male» disse lui, alzando le mani coperte da dei guanti neri.

«tu chi sei?» chiese la pirata, portandosi poi una mano alla testa «io...ero in mezzo al mare, vi ri grazio per avermi salvato da morte certa»

«cosa ci facevi in mezzo al mare, durante una tempesta come quella? La tua nave è andata distrutta?»

«stavo volando verso Alabasta»

«volando?»

«si...la mia alabarda? Dov'è?»

«tranquilla, eccola lì. Anche se eri svenuta la stavi stringendo con forza nella mano destra» rispose il biondo indicando l'arma appoggiata al muro «perché verso Alabsta?»

«lì si sta dirigendo il mio comandante» disse Sora «mi puoi dire chi diavolo sei?»

«il tuo comandante? Chi?» chiese lui «oh...giusto, scusa. Mi chiamo Sabo»

«Portuguase D. Ace»

«Ace? Un ragazzo con uno strano cappello arancione?»

«si...l'avete visto?»

«ieri»

«ieri? Per quanto ho dormito?»

«un giorno e mezzo»

«cosa!? Accidenti! Non ho altro tempo da perdere!»

Sora si stava per alzare dal letto, ma ebbe un capogiro e stava per cadere se non fosse stata presa al volo dal giovane.

«ti sei appena ripresa, non fare movimenti avventati»

«forse hai ragione, ma non posso stare oltre. Devo sbrigarmi a raggiungere quell'idiota»

«puoi viaggiare con noi» commento Sabo «anche noi ci stiamo dirigendo ad Alabasta»

«sicuro di volere un pirata a bordo?»

«perché non dovrei?»

«certo che tu sei strano» borbottò Sora divertita «per caso ci siamo incontrati da qualche parte?»

«non credo»

«ho come la netta sensazione di averti incontrato già...oh, aspetta...per caso sei Sabo, il numero due dell'Armata Rivoluzionaria?»

«bhe...»

«allora ci siamo incontrate su Eraki, eri quel tizio incappucciato che stava insieme a Satoshi»

«come hai fatto a capire?»

«bhe, come posso spiegarti...non mi dai la sensazione di persona cattivo...»

«sarebbe un complimento?»

In quello stesso istante qualcuno bussò alla porta dell'inferneria prima di entrare, si trattava di Koala.

«oh, vedo che si è ripresa»

«Koala anche lei sta andando ad Alabasta, cosi ho pensanto di invitarla a viaggia con noi»

«come mai stai andando sull'isola deserta?» chiese la ragazza appena arrivata.

«deve raggiungere il ragazzo che per poco non ci andava a sbattere adosso questa mattina. A quanto pare si trattava di Ace, Pugno di Fuoco»

«il comandante della seconda divisione dei pirati di Barbabianca? Avevo sentito alcune voci dire che stava viaggiando per conto proprio, non pensavo fosse vero»

«le voci circolano in fretta» sospirò Sora «quanto tempo ci impiegheremo ad arrivare a destinazione?»

«meno di tre giorni» rispose Koala.

«fino ad allora permettetemi di aiutarvi. Devo pur sempre ringraziarvi di avermi salvato dall'annegamento sicuro e avermi dato il permesso di viaggiare con voi» disse la filibustiera alzandosi dal letto, ormai aveva ripreso le forze e poteva rimettersi in piedi.

I due rivoluzionari fecero fare il giro alla loro ospite, almeno di quelle poche stanze in cui le era permesso girare.

E fu cosi che, tra una chiacchera, un consiglio e una risata si fece sera. Tutti andarono a dormire, tranne coloro che dovevano restare svegli per il turno di vedetta di notte.

The daughter of the wind - Colei che venne scelta dal cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora