XV capitolo

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Era buio.

L'oscurità prevaleva sul resto, non c'era neanche un singolo raggio di luce per spezzare quelle tenebre.

Il corpo era pesante, i muscoli erano tesi e la testa era piena di ricordi.

«Sora vieni insieme a noi!» urlò una voce infantile «vedrai, ci divertiremo!»

A chi apparteneva quella voce? Essa proveniva da una piccola stella, cosi vicina ma anche cosi lontana.

«Sora non andare» fu un altra voce a parlare.

«chi sei?»

«non andare» ripete la voce «non andare da quella parte, non è il momento»

Mille suoni si sovrapponevano, familiari e non.

Un luogo buio e freddo, come se i raggi solari non arrivassero fino in quel posto. Come se fosse dimenticato da tutto e tutti.

«non andare» ripete la voce «non andare da quella parte, non è il momento»

«fatti vedere! Si può sapere chi sei?»

«tu sai chi sono...» disse la voce «lo sai da sempre»

Un lieve tepore avvolse quel corpo pesante, riscaldandolo e donandogli una sensazione di conforto..

«avanti...» continuò la voce mentre in mezzo a tutta quella oscurità apparse una fiamma che fluttuava nel nulla «è ora di aprire gli occhi»

Allungando una mano la fiamma fu toccata percependo una sensazione di piacere e di sollievo, mentre il luogo circostante fu illuminato da una luce accecante.

Una volta riaperti gli occhi, dopo aver messo a fuoco, la prima cosa che vide fu il soffitto bianco. Spostando lo sguardo intorno a sé poteva vedere vari lettini e barelle circondati da tende bianche. Nell'aria c'era odore di medicinali e disinfettante.

Su una sedia accanto al lettino c'era la figura di Ace mentre stringeva la mano di colei che aveva perso i sensi. Il calore di quella stretta avvolse l'intero corpo freddo della ragazza, donandole una sensazione piacevole.

Si era addormentato in una posizione abbastanza scomoda: la schiena incurvata, le braccia appoggiate sul lettino e la testa appoggiata su di esse, mentre con una mano stringeva quella di Sora.

Lei cercò di tirarsi su ma non riusciva a fare nessun movimento senza provare dolore in tutto il corpo.

«ti consiglio di non alzarti» disse una voce familiare «rischi di far aprire le ferite»

«Marco...» mormora la ragazza spostando lo sguardo sul medico «da quanto tempo sono priva di sensi?»

«due settimane» rispose il dottore «hai spinto il tuo corpo al limite, cosa ti era saltato in mente?»

«non volevo che oyaji, o uno di voi, rimanesse ferito in una lotta che apparteneva al passato»

«se ci avessi permesso di aiutarti non ti troveresti in queste condizioni!» ringhiò a bassa voce Marco mentre stava accanto alla paziente, accarezzandole una guancia «ho temuto il peggio. Ho temuto che non ti saresti più svegliata e che non arei più potuto vedere il tuo sorriso o sentito la tua voce...»

«ma sono viva»

«dopo aver rischiato di lasciarci la pelle»

«gli altri come stanno?»

«sono preoccupati per te» rispose il medico per poi guardare Ace dormiente «ti è sempre stato accanto, non si è mai allontanato»

«avrà un mal di schiena al suo risveglio» mormorò Sora, cercando di alleggerire la situazione.

The daughter of the wind - Colei che venne scelta dal cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora