Quella strana sensazione non smetteva neanche per un secondo di invadere il mio corpo e il mio intero organismo come se un uragano stesse per travolgermi da un istante all'altro o ancora, come se un vortice o delle sabbie mobili mi stessero risucchiando completamente.
Mi sentivo totalmente impotente e soprattutto come se non fossi al comando del mio conscio, delle mie azioni, del mio corpo.
Davvero non ne capivo la ragione ma mi sentivo completamente impazzire.Quel ragazzo esisteva davvero e addirittura stava per attraversare la strada, con una mano nella tasca dei suoi jeans neri attillati e con l'altra reggeva il telefono, portandolo all'orecchio, probabilmente stava ricevendo una telefonata o peggio, stava chiamando lui stesso qualcuno con cui andare nello stesso disco pub in cui sarei dovuta andare anche io.
Improvvisamente mi assalì un forte panico e una forte voglia di andare via ma non potevo, i ragazzi di lì a poco mi avrebbero raggiunta e non potevo di certo dirgli che avevo cambiato idea perché probabilmente il ragazzo più bello dell'intera galassia e di tutto l'iperuranio stava per entrare nello stesso luogo in cui saremmo andati noi e quindi ciò stava a significare che avrei potuto respirare la sua stessa aria e che soprattutto sarei stata a disagio per tutta la durata della serata e questo significava farmi prendere per deficiente da loro perché chi persona sana di mente avrebbe fatto un pensiero insensato di questa portata?
Ecco.
Stavo sicuramente impazzendo e questi erano semplicemente i primi sintomi.
Non c'era niente di cui preoccuparsi ovviamente o almeno stavo cercando di convincermi così ma quel ragazzo arrivò a pochi centimetri da me e decise di sedersi sullo stesso muretto su cui ero seduta io ma qualche centimetro più lontano.Stava parlando al telefono e anche la sua voce ma soprattutto la sua risata erano qualcosa di meraviglioso.
Ma davvero esistevano persone così perfette sulla faccia della terra?
E perché io non ne sapevo un bel niente?
Stare troppo a casa di certo non mi aveva aiutata altrimenti non avrei mai fatto una scoperta così da un giorno all'altro, magari me ne sarei potuta accorgere prima o forse no, chissà.La situazione però stava diventando sempre più imbarazzante.
Il ragazzo aveva appoggiato il telefono tra l'orecchio e la spalla e con entrambe le mani stava aggiustando i lacci sciolti delle sue vans nere e bianche, le stesse scarpe che, ahimè, stavo indossando anche io in quel momento.Lo sentì parlare a lungo con qualcuno che stava aspettando ma stava ritardando proprio come i miei amici che sarebbero dovuti essere già arrivati da un pezzo.
Il mio cuore non la smetteva assolutamente di accelerare e i miei occhi volevano di più.
Avrei tanto voluto girarmi a guardarlo bene in ogni suo singolo dettaglio ma decisi di fare l'indifferente guardando qualche storia su Instagram e qualche post su Facebook ma la verità era che avrei soltanto voluto fissare il suo sguardo ancora un po'.Provai a distrarmi, a convincermi che non fosse lui ad essere seduto accanto a me ma una qualsiasi persona a caso che non mi interessava minimamente e ci stavo quasi riuscendo, fino a che lui non chiuse la telefonata, ripose il telefono in tasca e si voltò nella mia direzione.
Sentì i suoi occhi fissi su di me come se fossero due spilli conficcati nella pelle.
Ma perché mi stava guardando?
E soprattutto perché in quel modo?Stava praticamente scrutando ogni mio dettaglio ed io non potevo far a meno di sentirmi in imbarazzo.
Io almeno avevo avuto il buon senso di non fissarlo a lungo proprio per non farlo sentire così e invece lui, a quanto pare, non aveva pensato minimamente a come mi sarei potuta sentire all'idea che uno sconosciuto mi stesse fissando, dapprima da lontano e poi qui, a pochi centimetri da me.Cosa diamine voleva?
Che mi girassi verso di lui?Ebbene si, stupidamente gliela diedi vinta e mi voltai verso di lui ma inopinatamente sentì il mio volto accendersi di un fuoco incredibile ogni volta che provavo ad alzare lo sguardo verso i suoi occhi.
Volevo letteralmente sparire!
Ma perché mi stava capitando tutto questo?Peggiorando ancor più la situazione mi portai entrambe le mani sul viso dall'imbarazzo, tentando di nascondere quel rossore ormai irrecuperabile.
Il ragazzo iniziò a sorridere, forse mi aveva preso letteralmente per una scema o forse lo ero dato che mi stavo comportando letteralmente come tale.
Addirittura decisi pure di voltarmi dall'altro lato per non farmi vedere imbarazzata e non far vedere le mani sul viso ma aveva ovviamente visto tutto.
Mi ero proprio rincretinita improvvisamente e poi per un ragazzo, cosa che non avrei mai immaginato di fare e invece..
mai parlare quando non si ci trova nella situazione.
Dovevo semplicemente imparare questo.« Perfetto.
Credo di non aver bisogno di presentazioni, pensa già che io sia una scema dato che continua a sorridermi. » pensai tra me e me ma decisi di farmi coraggio e fargli avere un altro pensiero di me, quindi innanzitutto mi tolsi le mani dal viso, poi feci un bel respiro profondo e decisi, in seguito, di voltarmi nuovamente verso di lui, questa volta più sicura della precedente.« P-perché sorridi?!» gli chiesi balbettando, risultando ancora più cretina di qualche minuto prima.
« Aish, Anna, ora basta! Calmati! » pensavo, ancora, tentando invano di calmarmi davvero.
Il ragazzo sorrise ancora per un po'.
Era così dolce e sulle sue guance comparivano due adorabili fossette che mi stavano rendendo praticamente la persona più soft del mondo.
Ma perché era capitato proprio alla mia vista un ragazzo così?
Proprio a me, una ragazza così goffa come un elefante priva di delicatezza?
L'universo voleva inviarmi un messaggio, forse?
Voleva farmi capire che era arrivato davvero il momento di cambiare?
Forse sicuramente era così.Intanto il ragazzo continuava a guardarmi, come se volesse chiedermi qualcosa per rompere il ghiaccio e così fu.
« Tu lavori in biblioteca, giusto? » mi chiese, facendomi spalancare gli occhi dallo stupore.
Come sapeva della biblioteca?
Mi ricomposi un attimo e mi schiarì la voce per rispondergli, spiegando che non ero lì per lavorare ma per concludere il mio tirocinio universitario.
Il ragazzo disse di avermi vista lì molte volte.
Frequentava spesso la biblioteca, amava leggere.In pochi minuti mi raccontò molte cose sul suo conto: gli piaceva la letteratura russa, la letteratura francese, proprio come me e soprattutto, disse, con gli occhi lucidi, che gli sarebbe tanto piaciuto andare a Parigi, altra cosa che avevamo in comune.
Era così strano tutto ciò e soprattutto come avevo fatto a non notarlo in biblioteca?
Una bellezza così ti estirpa praticamente il fiato, in qualsiasi luogo possibile, quindi come era stato possibile?Mi persi per qualche istante nei miei pensieri facendolo involontariamente sentire a disagio come se ciò che avesse detto avrebbe potuto infastidirmi ma in realtà non era assolutamente così.
« Ahm.. scusami, sto parlando decisamente troppo!» iniziò a ridere imbarazzato, guardandosi intorno, probabilmente alla ricerca del suo amico ritardatario.
« Non devi preoccuparti, davvero!
Comunque sono Anna, non ci eravamo ancora presentati.» dissi, stranamente meno imbarazzata del previsto.« Piacere di conoscerti, Anna.
Io sono Hyunjin. »
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Soulmate | HWANG HYUNJIN
Fanfiction« Hai mai pensato, almeno solo qualche volta che potesse esistere qualcuno di così uguale a te che calzerebbe a pennello con la tua anima come un paio di scarpe o una maglietta che sembra fatta proprio su misura per te? » Ecco. Era quella la sensazi...