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Salutammo i ragazzi e iniziammo a camminare contro il lungo mare, a tratti a passi sempre più veloci fino poi ad accelerare praticamente il passo, sentendo tutto il fresco leggero del vento sulla pelle, perdendoci però, a tratti, nei colori di quella bellissima sera: il blu del cielo ormai scuro e di tutta quella luce meravigliosa emanata dalle nostre adorate stelle e quella luna sempre più piena e luminosa, ritornando, inconsciamente al posto in cui ci eravamo baciati poco prima.

Percorrere nuovamente quella strada, guardare le onde del mare infrangersi sulla sabbia, guardare le impronte lasciate dalle nostre scarpe era per me come rivivere le stesse emozioni di poco prima, facendo illuminare il mio cuore di una felicità inaudita.
Mi voltai appena verso Hyunjin per sbirciare le sue emozioni nascenti sul suo viso al riguardo e senza farmene accorgere mi resi conto che iniziò ad arrossire lievemente, i suoi occhi divennero sempre più lucidi e brillanti così come il suo meraviglioso sorriso che non potevo fare a meno di ammirare come si ammirano le più belle delle opere!

« Ormai per me questo posto è diventato sacro. Abbiamo due posti solo nostri. » si fermò Hyunjin fissando il mare e pensando alla nostra panchina al parco.

« Forse penso sia giunto il momento di andare lì e aggiungerci una nuova data da non dimenticare. » gli risposi avvicinandomi a lui.

Ero ancora incredula che finalmente io e Hyunjin eravamo diventati una coppia e sembrava esserlo anche lui tanto è vero che aveva sempre la necessità di stringermi almeno un po' a sé, o sfiorare le mie mani o il mio viso ed era proprio quello che iniziò a fare.

« Vieni qui! » mi fece avvicinare a lui e mi abbracciò così tanto forte che era come sentire di avere due cuori nella cassa toracica.
La più bella delle sensazioni ormai!

« Volevo proporti una cosa.. » mi disse lasciandomi un po' di suspense.

« Che cosa? » chiesi curiosa.

L'intento di Hyunjin sarebbe stato quello di organizzare una sorpresa per me ma si era reso conto di essere bravo di più ad organizzarle per gli altri e un po' meno per noi due e quindi iniziò a parlarmi di tutte le sue insicurezze interiori, di tutta quella paura che aveva di sbagliare ai miei occhi perché sicuramente era l'ultima delle cose che voleva fare ma continuamente gli rimbombava nella mente l'ossessione di rendere tutto perfetto e ciò, quindi, non gli permetteva di organizzare nulla come desiderava veramente nel profondo.

« Mi sento davvero un pessimo fidanzato quando realizzo queste cose! » iniziò ad intristirsi appena ma cercai di fermare la sua tristezza proprio sul nascere, tentando di rassicurarlo.

« Non sei affatto un pessimo fidanzato, anzi, penso tu sia proprio il migliore e ad essere onesta la sorpresa più grande che tu mi abbia potuto fare è stata quella di farmi innamorata così perdutamente di te in un modo che non credevo minimamente possibile! » gli dissi, stringendogli le mani, pensando a tutte quelle volte in cui avevo letto di amori così grandi e sensazioni descritte pienamente e perfettamente soltanto nella letteratura, soltanto nel cinema e nella musica.
Sapevo sarebbe stato anche un sentimento che si poteva provare nella vita reale ma non credevo che sarebbe potuto capitare proprio a me.

Avevo da sempre avuto voglia di scrivere storie d'amore, per dare consigli agli innamorati alle prime armi anche se poco tempo prima di Hyunjin non sapevo neppure che cosa significasse la parola amore e tutto ciò che realmente comportava un sentimento così forte e incontenibile ma mai mi ero resa conto di aver scritto una storia che somigliasse così tanto a ciò che man mano stavamo diventando noi.

Fu la prima storia che scrissi quando avevo appena iniziato l'università e il suo nome era Paris in the rain ispirata ad una delle mie canzoni preferite dall'omonimo titolo e mai come in quel momento mi stavo rendendo conto che essere con Hyunjin, in qualsiasi posto sperduto del mondo, mi faceva sentire davvero come essere ogni istante della mia vita illuminata dalle luci della notte e dalla Torre Eiffel come avevo da sempre desiderato.

Parigi era da sempre stato il mio posto anche se non ero mai stata lì fisicamente ma con le emozioni.
Sin da bambina dicevo che lì avrei potuto trascorrere momenti indimenticabili con l'amore della mia vita, l'unica persona in grado di farmi sentire perfetta e amata in tutto e per tutto e l'unica che avrei amato così tanto anche io.

Parigi per me rappresentava l'amore.
Rappresentava un luogo da dover raggiungere con l'amore ma in quel momento, in piedi di fronte a Hyunjin, mi resi conto che Parigi non era soltanto un luogo ma anche uno stato d'animo: mi bastavano i suoi occhi per sentirmi illuminata dalla stessa luce, perché infondo, come diceva anche quella canzone di Lauv che tanto amavo « anywhere with you feels like Paris in the rain. »

Soulmate | HWANG HYUNJINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora