21.

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Ormai era sera inoltrata ed io e Hyunjin stavamo passeggiando insieme, sempre più vicini, tra una risata e l'altra e non mi resi conto che stavamo percorrendo insieme una strada di a me familiare.

« Ci tengo a mostrarti un posto, ci vengo spesso quando sono pensieroso o giù di morale. » mi disse, continuando ad accelerare il passo.

Ci stavamo dirigendo verso il parco, sotto quel bellissimo viale alberato che percorrevo ogni qualvolta in cui volevo stare un po' da sola, tra i fiori di ciliegio, il vento leggero sulla pelle e il fiume Han a farmi compagnia e la cosa strana di quel momento fu che ero davvero io a seguire Hyunjin e non viceversa.

Ma com'era possibile?
Non solo eravamo così simili frequentavamo anche gli stessi luoghi?

« E poi non dovrei credere al destino! » pensai, seguendolo senza dire nulla fino a che non ci ritrovammo proprio di fronte alla mia panchina, quella abbandonata praticamente da tutti e preferita soltanto da me.

« Ma quella è la mia panchina! » dissi, indicandola poi a Hyunjin che mi guardò leggermente confuso.

Quella panchina aveva da sempre appartenuto anche a lui ma strano a dirsi nessuno dei due aveva mai incontrato l'altro.

« Molto spesso la sera a quest'ora vengo sempre qui. » disse Hyunjin raggiungendo la panchina, accomodandosi su di lì a poco, facendomi cenno con la mano battendo appena su di essa per farmi accomodare accanto a lui.

« A me piace venire qui di pomeriggio presto o in mattinata quando non sono di turno in biblioteca.
È sempre stato il mio posto preferito per rilassarmi.
Sono anni ormai! » gli dissi voltandomi poi sul lato sinistro per cercare qualcosa.

« Vedi! » gli indicai un pezzo di panchina alle mie spalle.

« Anni fa mi piaceva appuntarci qualcosa quando ero particolarmente felice o giù di morale e questa qui è la data in cui litigai con Felix. » aggiunsi, fissandola, rimembrando poi i miei sentimenti di quel momento ormai lontano.

« Onestamente non avevo mai capito che cosa significasse quel 23 luglio 2018 fino a che un giorno non decisi di appuntare una data anche io. » disse Hyunjin chiedendomi poi di indovinarla.

« È il giorno del mio compleanno ma allo stesso tempo per me significa anche altro. » aggiunse, cercando di darmi un consiglio ma la verità era che io non sapevo ancora il giorno del suo compleanno e quindi lo guardai un tantino disorientata.

« A saperlo il giorno del tuo compleanno! » gli risposi, intenta però a cercare la data che trovai subito dietro le spalle di Hyunjin.

« 20 marzo 2020. » lessi velocemente,  chiedendogli poi che cosa fosse successo di tanto bello da ricordare quel giorno, appoggiando poi la testa sulla sua spalla sinistra.

Il venticello si stava facendo man mano sempre più fresco e così stringermi a lui era l'unico modo per percepire un po' di calore in più.

« Il giorno del mio compleanno avrei voluto comprare quel libro di poesie di Tolstoj che, ahimè, non era reperibile in nessun negozio lì intorno e così mi diressi alla biblioteca della tua università trovandolo ma il regalo più bello che riuscì a ricevere fu soltanto quello di incontrare una ragazza bellissima. » disse, voltandosi poi verso di me.

« E quella ragazza ero io? » gli chiesi, stringendo entrambe le mie braccia al suo braccio sinistro, avvicinando ancora un po' la mia testa all'incavo del suo collo.

Hyunjin continuò a guardarmi ancora per un po' sospirando.

« Sono proprio felice di aver cercato quel libro ma soprattutto di essere nato in quella data precisa perché vent'anni più tardi ho incontrato te, la persona più bella che potessi mai incontrare! »

Nonostante le splendide parole appena udite mi soffermai però su un piccolo dettaglio.

« Hai detto vent'anni? » lo guardai esattamente per qualche secondo in modo perplesso.

« Si, vent'anni, perché? » mi guardò praticamente allo stesso modo.

« Significa che sono nata tre anni e quattro mesi prima di te. » mi misi a ridere perché non lo avrei mai immaginato di essere poco più grande di lui.

Hyunjin rimase letteralmente sconvolto.

« No, non ci credo! È impossibile, mi stai prendendo in giro! »

Era così bello vederlo in quel modo che avrei tanto voluto prenderlo in giro e dirgli che ero ancora più grande ma mi limitai a dirgli soltanto la verità.

« Mi manca tanto così alla laurea, quanti anni potrei avere? » gli chiesi mettendolo leggermente in difficoltà.

« Hai ragione, non ci avevo minimamente pensato.. Noona! » mi disse, scoppiando poi a ridere.

« No, ti prego, accetto quel Noona soltanto da mio fratello, tu potresti chiamarmi in un altro modo. »

« Noona! » continuò a a pronunciare tra una risata e l'altra.

Inutile dire che passammo quasi l'intera serata a ridere e a prenderci in giro come se fossimo una vera e propria coppia, una di quelle che per puro caso, nella vita, avevo visto passare a pochi passi da me, mano nella mano, con gli occhi più brillanti di qualsiasi diamante illuminato dalla luce della luna.

Soulmate | HWANG HYUNJINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora