24.

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L'aria iniziava a farsi man mano sempre più fresca, il vento cominciava a soffiare sempre più forte e le nuvole ritornarono ad abbracciarsi come qualche ora prima.
Di lì a poco sarebbe iniziato un nuovo temporale e nuovamente non avevo l'ombrello con me e neppure Hyunjin.

« Spero non inizierà a piovere perché a quanto vedo siamo privi di ombrello entrambi. » guardai Hyunjin, iniziando a sentire sempre più freddo a causa di quel dannato vestitino che avevo deciso di indossare per sembrare un tantino più carina.

« Abbiamo sempre il mio giubbotto. » mi rispose indicando il giubbotto di raso rosso ricoperto di spille che aveva addosso.

« Non è molto ma è già qualcosa! » aggiunse, facendo poi appoggiare nuovamente la mia testa sulla sua spalla ed io avrei voluto restare in quel modo per sempre!

Sentivo sempre quella sensazione quando ero con Hyunjin, quella di non voler mai ritornare a casa e di volergli continuamente stare appiccicata e la cosa che mi rassicurava era che lui provava esattamente lo stesso.

Era così bello vedere ogni suo singolo dettaglio illuminato dalla luce fioca delle stelle che tra le nuvole ancora erano evidenti e di quella luna piena che brillava tanto quanto i suoi occhi persi a fissarla quasi incantato.

Anche quella era una delle cose che avevamo in comune.

Ero sempre solita a perdere il mio sguardo tra le stelle e il cielo notturno, anche quella sera in cui ci eravamo incontrati e proprio lì capì che la stella più bella e luminosa per me era soltanto lui e la luce che emanava poteva bastarmi per rendere il cammino della mia vita sempre più illuminato, fino alla fine dei miei giorni, solo se, certamente, lui avrebbe percorso quel cammino insieme a me.

Perdere Hyunjin sarebbe stato devastante per me, sarebbe stato un po' come smarrire la strada di casa nel bel mezzo di una tempesta.
Insomma, un vero e proprio incubo che mai avrei voluto si avverasse!

Nel frattempo che però ammiravo ogni suo singolo dettaglio, persa a fantasticare tra i miei pensieri, stava iniziando a piovere davvero.
Dapprima così sottile come se quella pioggia fosse impercettibile e delicata, quasi come quei bellissimi fiori di ciliegio che continuavano a cadere dagli alberi per via del vento, i quali, spesso, sentivo che rappresentavano proprio me.

Mi ero da sempre sentita così legata agli alberi di ciliegio, forse un po' per la loro storia, la loro leggenda che narrava di un albero apparentemente morto che non fioriva mai e proprio per quel motivo era costantemente isolato, nessuno gli si avvicinava mai e neppure l'erba selvatica intorno a sé cresceva fino a che una fata gli permise, per vent'anni, di renderlo un umano con un vero e proprio cuore nel petto.

L'albero che prese poi il nome di Yohiro, nonché speranza, però, anche da umano non riusciva a trovare nulla di stimolante e soddisfacente nella sua vita e spesso si sentiva incompreso ma soprattutto schivo nei confronti degli altri uomini fino a che non incontrò una ragazza di nome Sakura che sin da subito gli mostrò gentilezza e disponibilità, facendolo subito innamorare.
Tra i due nacque un bellissimo legame fino allo scadere dei vent'anni e una volta arrivato quel momento Yohiro, purtroppo, ritornò ad essere un albero fino a che Sakura non decise di confessargli tutto il suo amore e ascoltata poi dalla fata, riuscì a fondersi con l'albero.

Come per miracolo l'albero fiorì.

Era inutile dire che l'albero in quel caso ero proprio io e Hyunjin era entrato nella mia vita proprio come Sakura era entrata nella sua perché dentro di me avevo sentito anch'io, sin dal primo sguardo e dalla nostra prima parola insieme, nascere una fioritura magnifica che non avrei voluto far appassire mai più.

Soulmate | HWANG HYUNJINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora