20.

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Ero finalmente pronta anche se vedere Hyunjin concentrato a guardare ogni mio singolo movimento dinanzi a quello specchio mi faceva sentire bene anche se in realtà mi era da sempre venuto difficile stare al centro dell'attenzione ma stare al centro della sua era qualcosa di realmente meraviglioso.

Non avevo più dubbi ormai, volevo stare con lui, lo avevo capito.
Non avevo mai desiderato così una cosa in vita mia, così tanto che improvvisamente, senza neppure rendermene conto, quando lui non era con me, mi perdevo completamente nel pensiero del suo sorriso, dei suoi capelli morbidi, del suo viso, di come sarebbe stato bello stringergli la mano e dirgli con mille battiti nel petto che lui era tutto ciò che mi mancava, quel vuoto che picchiettava di tanto in tanto nella mente e nel cuore quando ancora non sapevo nulla della sua esistenza, quando ancora credevo di voler stare da sola o addirittura di quando mi convincevo che qualcuno potesse piacermi davvero ma non era così perché solo lui era stato in grado, sin da subito, sin dal primo sguardo ad entrarmi dentro, così nel profondo come non avrei mai creduto possibile.
Ed era proprio vero che non si crede a certe cose se prima non le percepisci sulla tua pelle ed era così strano per me l'amore, qualcosa di impercettibile, astratto, qualcosa usato semplicemente per giustificare un rapporto più stretto tra due persone che provano dell'attrazione reciproca o semplicemente per giustificare la noia di due persone con qualcosa in comune, non avrei mai pensato fosse tutto quell'universo infinito di felicità, tristezza, imbarazzo, gioia immotivata.

L'amore rendeva instabili, rendeva imbecilli e cretini ed io avevo capito che mi stava bene essere così purché sarei stata al fianco di Hyunjin per sempre.

« Sei pronta? » mi chiese alzandosi poi dal letto, posando un libro che aveva preso dalla libreria appoggiata alla parete.

« Sisi, sono pronta!
Che libro stavi sfogliando? » chiesi curiosa, rassettando tutto ciò che avevo disseminato in giro nel prepararmi.

« Cime tempestose, uno dei miei preferiti! » disse, posandolo definitivamente, avvicinandosi piano a me.

Sapere che cime tempestose fosse anche uno dei suoi libri preferiti non faceva altro che convincermi sempre più che le cose in comune erano davvero tante, forse troppe e stava diventando leggermente inquietante una situazione del genere, solo perché mai nella vita avevo avuto l'onore di sperimentarla.

« Sai che c'è una frase di quel libro che in particolare mi fa pensare a te? » aggiunse guardandomi riporre i trucchi nel beauty case fucsia ricoperto da brillantini.

« "Di qualsiasi cosa siano fatte le nostre anime, la sua e la mia sono uguali!"
È questa qui la frase che ti fa pensare a me? » dissi praticamente spiazzandolo.

Avevo proprio indovinato solo perché era la stessa frase che mi rimbombava costantemente nei pensieri dal nostro primissimo sguardo: sentivo come se le nostre anime fossero davvero legate in un certo qual modo e al solo pensiero che anche lui potesse sentire tutto ciò mi faceva sentire finalmente completa.

« Come hai fatto ad indovinare? » mi chiese molto sorpreso.

« Perché è la stessa che mi fa pensare a te! » gli risposi, mettendo finalmente tutto in ordine.

« No, tu sicuramente mi leggi nel pensiero o mi spii, perché non può essere normale avere così tanti pensieri in sintonia. » rise, tirandomi poi con entrambe le mani verso di lui.

« Non c'è davvero alcun trucco, a meno che non sia proprio tu lo stalker in questione! » gli risposi, allungando poi la mano sinistra verso scrivania per prendere la borsa appoggiata alla sedia posta lì di fronte.

« Questo non posso dirtelo però, altrimenti non c'è più gioco. » disse continuando poi a sorridere tra un passo e l'altro.

« Ah, non dimenticare le chiavi di casa! » mi ricordò avvicinandosi con me alla porta di ingresso.

« Stasera dormiamo tutti a casa di Felix quindi resterai sola, non vorrei che tu rimanessi fuori all'ingresso. » mi disse con tono premuroso, mettendomi poi le chiavi nella borsa.

« Ora possiamo andare! » aggiunse, uscendo fuori con me chiudendo poi la porta blindata alle nostre spalle.

Scendemmo le scale, lui avanti, io qualche gradino più indietro e tutto ciò continuava a risultarmi strano ma di quelle stranezze carine che ti fanno provare tante belle cose dentro, così accelerai un po' il passo, iniziando a scendere, scala dopo scala, affianco a lui.

« Allora ci avete preso proprio gusto a stare a casa di Felix, eh? » chiesi, impicciandomi poi nelle loro faccende.

« Ammettilo, è il fascino della casa lussuosa piena di confort e videogiochi che soltanto i ricchi come lui possono avere! » aggiunsi, aprendo il portoncino e il cancello, uscendo in strada con lui.

« Si, hai proprio ragione, la sua casa fa un pochino invidia, però conoscendolo meglio non è poi tanto male come pensavo. Sarà cambiato o oppure è stronzo soltanto con le ragazze ma con noi si comporta fin troppo bene. » mi rispose Hyunjin sorprendendomi.

Felix era davvero cambiato?
Magari nel frattempo, a Napoli, aveva avuto modo di frequentare nuovo luoghi, nuove persone e modi di fare?
Qualsiasi cosa fosse stata mi avrebbe reso felice per lui.

Cambiare infondo non era impossibile per nessuno, bastava soltanto un po' di impegno e dedizione e soprattutto un po' di tempo.
Nulla era impossibile, neanche per i casi che sembravano irrecuperabili come Felix, dopotutto!

Soulmate | HWANG HYUNJINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora