La regina araba

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Circa 7 anni dopo riuscii a trovare mia madre, mia figlia e quel porco, con l'aiuto di Hanbal, che era diventato il mio fidanzato; io avevo 27 anni e lui 17. La differenza d'età era tanta, ma insieme eravamo indistruttibili. Ci misi così tanto a tempo a trovare mia figlia, primo perché non sapevamo dove cercare, secondo perché eravamo impegnati a raccogliere dei soldi da investire nella ricerca. Feci davvero di tutto per lei, avrei rischiato tutto pur di riaverla. Era l'unica persona al mondo per cui valeva la pena per me di morire.
Erano fuggiti in Spagna e allora li raggiunsi tramite i miei contatti. Per prima cosa avrei dovuto uccidere quell'uomo, poi prendere mia figlia, alla quale non avevo neanche dato un nome ufficialmente (però per me era Lana), e tornare in Egitto con lei o magari in qualche altro paese per non farmi trovare da mia madre. Riuscii a trovare lui, ma di mia madre e della bambina, non c'era traccia. Con la pistola puntata chiesi in tutta tranquillità:
- dove sono mia madre e mia figlia?
- non lo so, non vivo con loro. Calmati però, abbassa la pistola.
- vedo che non hai capito il gioco. Se non mi fai informazioni, io ti sparo, se mi racconterai palle, tornerò e ti sparerò...vedi tu caro mio. Non ti ripeterò un'altra volta la domanda quindi ascoltami bene: dove sono?
- ti ho detto che non lo so!
Gli sparai un colpo nel braccio e si accasciò a terra dal dolore.
- ok, ok, ok...loro non sono qui ad Avila, sono a Madrid. Tua figlia è in una casa famiglia, torna a casa da tua madre solo il weekend. I servizi sociali hanno ritenuto che la bambina non vive in condizioni adatte, dato che ho dei precedenti e non ha una madre.
- non ha una madre? Non ha una madre?!?!
Urlai.
- cazzo...dai forza, dammi l'indirizzo!
Una volta ottenuto l'indirizzo, impugnai la pistola con entrambe le mani. Avevo il sangue freddo ed ero come impietrita. Fissavo l'uomo che mi aveva portato via mia figlia e tenevo le dita sul grilletto.
- ti prego, non farlo, bismiallah...ti ho detto tutto. Inchallah...Io...io...per favore, fallo per tua madre, per tua figlia...
BOOM! Gli sparai un colpo nel petto e morì sul colpo.
Mi dileguai in fretta per raggiungere Madrid e poter finalmente vedere la mia bambina. All'epoca ero ancora un po' scaltra e così mentre uscivo dalla porta di casa, notai che una telecamera mi fava riprendendo. Non ci badai molto, non era importante (o così credevo). Arrivai a casa di mia madre, era sabato perciò avrei trovato anche mia figlia. Erano circa le nove di sera e quando suonai il campanello, mia madre aprì.
- come ci hai trovate?
- spostati, fammi entrare. Voglio vederla.
- Zulema, non fare sciocchezze...
Nel mentre, la bambina stava scendendo le scale in pigiama, dopo aver sentito il campanello.
- Fatima, vai di sopra!
- Fatima?
Chiesi. E subito dopo lei mi rispose in arabo:
- sì, tu come ti chiami?
- io sono Zulema, la tua...
- mamma!
' come fa a saperlo?' Mi domandai nella mia testa. Il mio sguardo era confuso, così senza che io dicessi nulla, mia madre disse:
- le ho sempre parlato di te.
Mi corse in contro e mi abbracciò, mi strinse con le gambine e con le braccia, come una scimmietta. Sapeva il mio nome, sapeva che ero sua madre. Io la abbracciai e le presi il viso, per guardarla, ma lei non mi lasciò.
Mia madre era rimasta scioccata da questa scena e anche dal fatto che non era abituata a vedere tanto amore e tanto affetto. Probabilmente era sempre rimasta indifferente a quella bambina, proprio come con me, per questo appena sentì il mio nome, il nome di SUA MADRE, corse a riempirmi di coccole.
- rimarrai qui con me?
- sì amore, solo per stanotte, poi domani ce ne andiamo, solo noi due.
- ma non posso andarmene, lunedì devo tornare alla casa famiglia...
- non ti preoccupare, non ne avrai più bisogno. Ora andiamo a dormire però, ok?
Mi misi sotto le coperte con lei, la strinsi forte e le cantai una canzone finalmente, quella che avrei voluto cantarle alla nascita.
- ehi, come sapevi il mio nome?
- me l'ha detto la nonna, e poi alla casa famiglia parliamo sempre della FAMIGLIA.
- che cosa sai di me? Cosa ti hanno raccontato?
- che non ti hanno mai permesso di vedermi e che quando mi hanno portata via, hai iniziato a cantare, proprio come poco fa.
Rimasi stupita dall'intelligenza e dalla maturità di quella bambina.
- sì, ma ora sono qui.
- staremo sempre insieme?
- spero di sì, ma ci sono tante persone cattive che cercano di dividerci...farò il possibile.
- e perché vogliono dividerci?
- il mondo è ingiusto scimmietta.
E continuai a cantare 'yalla yalla habibi, yalla yalla t'nam...' finché non si addormentò.
Ad un certo punto, verso le 5 del mattino, sentii le sirene della polizia. Erano lì per me. Sgusciai fuori dal letto, per non svegliare Fatima, e uscii in fretta di casa. Corsi per un po' ma poi un agente mi si buttò addosso e mi fece cadere. Mi mise le manette e mi accompagnò fino alla macchina. Mia madre uscì di casa e vide ben tre pattuglie, che erano lì per me. Mi portarono via e cominciai a cantare; era l'unico modo per tranquillizzarmi.
Mi portarono in carcere, più precisamente a Cruz del Sur, un penitenziario privato di Madrid in cui le detenute dovevano indossare delle orribili tute gialle. Lì venni soprannominata come "la regina araba", in primo luogo perché non sapevo una parola di spagnolo, e secondo perché Hanbal era noto come "l'egiziano". Era un ricercato internazionale, che ogni tanto appariva in televisione, quindi io ero la famosa "donna dell'egiziano".

La tenerezza di Zulema in questo capitolo è davvero bella da leggere a parer mio; vederla disposta a tutto per sua figlia è ciò di cui hanno bisogno tutti i suoi fan😍😭 cosa ne pensate? A voi piace di più la Zulema stronza o quella dolce che fa da madre a sua figlia?

Muore solo chi viene dimenticato (la storia di Zulema Zahir)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora